L'abate Pacichelli durante uno dei numerosi viaggi approda anche nell'Arcipelago Ponziano di cui fa una descrizione nel suo libro" MEMORIE DE' VIAGGI PER L'EUROPA CHRISTIANA" pubblicato nel 1685.
Descrive il porto di Ponza, la Torre ed anche la Grotta di Pilato che non sono i Bagni sotto la collina della Madonna ma bensì la Cisterna di via Parata.
Ecco cosa scrive l'abate Pacichelli :
"...Riguarda il porto, appunto di faccia, la Grotta, che chiamano di Pilato, di nobile simetria in quadro, di cinquanta ò sessanta passi, per ogni verso, alta forsi per metà quella di Pozzuoli, scavata in archi à forza di scalpello. Vi s'entra per un corridore largo da dodeci in quindici passi, diretti fino alla fine, con egual proporzione. Quattro grotte per parte vi si contano in fila, corrispondenti l'una con l'altra à livello, che riempiono il restante spazio di quel quadro, comprendendo quasi cinque grotte lunghe, e somiglianti."
Ma chissà poi perchè veniva chiamata Grotta di Pilato o anche Palazzo di Pilato, questo non lo sappiamo.
Vincenzo Coronelli, fondatore dell'Accademia degli Argonauti, nel suo Isolario scrive di Ponza. A proposito della nostra Cisterna scrive così: "...I marinai hoggidì v'approdano talvolta a solo fine di provvedersi d'acqua dolce, la quale scaturisce in certe Grotte denominate Antri di Pilato"
Nota:
Vincenzo Coronelli (1650 - 1718)
In questa piantina del XVI sec. si vede bene la collocazione della Grotta di Pilato (Cisterna di via Parata)
Altre foto del degrado in cui versa la Cisterna
Cisterna di via Parata. pozzo verticale di luce, in evidenza le pedarole di servizio per la manutenzione