Eccoci qui... sta per finire anche il 2021 e ci auguriamo che il nuovo anno sia quello della rinascita.
Tanti auguri per un felice 2022
Una foto della Parata che ho scattato all'isola di Ponza nel 2020
Eccoci qui... sta per finire anche il 2021 e ci auguriamo che il nuovo anno sia quello della rinascita.
Tanti auguri per un felice 2022
Una foto della Parata che ho scattato all'isola di Ponza nel 2020
Noi ponzesi, data la nostra origine, amiamo fare il presepe ma facciamo riferimento a quello napoletano.
Nel presepe ogni personaggio ha un significato ma anche il paesaggio con i suoi elementi ha un ruolo importante.
Oltre ai personaggi della Natività, non può mancare Benino, il dormiglione, il pastore della meraviglia, che sogna il presepe.
Il bue e l'asinello rappresentano il Bene e il Male, due forze che mantengono l'ordine del mondo.
La vecchia che fila rappresenta il tempo che passa e che s'incarna nel filo della vita.
La lavandaia rappresenta la levatrice che aiuta Maria a partorire e quindi stende panni candidi.
La zingara prevede il futuro del Nascituro.
Il vinaio simboleggia l'Eucarestia.
Guardando il paesaggio il ponte indica il passaggio per l'aldilà mentre il fiume rappresenta il tempo.
Questi sono solo alcuni...
Benino, il dormiglione, sogna il presepe
Nel presepe a casa della mia mamma sul balconcino, accanto alla capanna, c'è la zingara che prevede il futuro per il Nascituro. Nella capanna, dietro a Gesù Bambino, il bue e l'asinello che rappresentano il Bene e il Male.
Questo frammento di Ponza l'ho trovato nella pagina di "Velisti in Facebook" in cui Luciano Piazza racconta l'isola fuori stagione, precisamente in novembre. Ha soggiornato, con la sua barca, a Ponza ed ha scattato anche delle belle foto che ho allegato al post.
Eccolo:
Io che sono nata all'isola di Ponza non posso fare a meno di cercare il mare ovunque...anche nel presepe
"Il Natale muove una bacchetta magica sul mondo ed ecco, tutto è più dolce e più bello."
Norman Vincent Peale
Qualche foto di presepe marinaro:
Questa bellissima Natività arriva dall'isola di Ponza (Foto di Annalisa Sogliuzzo)
Una canzone in dialetto ponzese mi riporta all'infanzia.
A Ponza per distinguere le persone, soprattutto quelle omonime, si affibbiavano dei soprannomi.
Uno di questi era Pacchiarotte alias Silverio Conte che era basso e tarchiatello e con la sua barca trasportava le persone dal porto a Cala Inferno. C'è addirittura uno scoglio che porta il suo nome.In dialetto ponzese il muschio viene chiamato pastòcchje.
In questo periodo dell'anno i pastòcchje le utilizziamo per pavimentare il presepe. E' una pianta che cresce nei luoghi umidi ma anche sui tronchi degli alberi.
Oggi, pare, sia protetta e bisogna stare attenti nel raccoglierla.
Durante un filmato RAI, "Di là dal fiume e tra gli alberi", dedicato alla Sardegna è emersa la figura di un pescatore di origine ponzese, Gaspare Cristo.
Il pescatore Gaspare dopo aver lavorato per una vita sul mare voleva realizzare un sogno: coltivare sull'Isolotto d'Ogliastra davanti alla costa di Arbatax.
Chiese i permessi dovuti e finalmente realizzò il suo sogno diventando il Principe dell'Isolotto.
Gaspare si recava con la sua barchetta ogni giorno all'Isolotto insieme alla moglie Marietta ed al cane. Piantò le piante portate da Ponza e fece diventare quel luogo un piccolo Eden. Non c'era acqua sull'Isolotto e Gaspare la portava con delle taniche. Costruì un ricovero, un caminetto e le barche di zona sostavano per ristorarsi.
Che bella storia!!!
L'Isolotto dell'Ogliastra
Gaspare Cristo con la moglie Marietta
In rete si trovano cose straordinarie
Nell'Archivio Alinari ci sono foto scattate da Fosco Maraini delle isole di Ponza e Palmarola. Sono molto interessanti.
Le foto di Ponza sono state scattate tra il 1950 e il 1959. Quelle di Palmarola sono del 1930 circa.
Eccole:
Chissà se qualcuno riconosce questa signora sulla spiaggia di Palmarola...
Questo frammento mi è stato inviato da Maria Conte, ponzese che vive a Padova, cultrice delle tradizioni ponzesi.
Eccolo.
"Oggi, 14 dicembre, ricorre la festa di Sant'Aniello, Santo dal nome inusitato, ma venerato ed invocato nel Napoletano: a Sorrento c'è una chiesa a Lui dedicata e si possono incontrare tanti Aniello.
Nell'isola, oggi, hanno la meglio i nomi strani, ma, anni addietro, Aniello, era una testimonianza di fede.
Il Santo era venerato ed invocato quale protettore delle gestanti, che, a Lui rivolgevano suppliche perchè il nascituro fosse sano e bello, senza difetti fisici.
La ragione?
Pare che il santo non fosse particolarmente dotato di aspetto leggiadro, anzi, forse, aveva addirittura la gobba. Non so se ciò corrisponda al vero.
Ricordo tuttavia che un tempo, ora molto meno...quando si vedeva una persona poco piacente, si diceva: " Quant'è brutta Sant'Aniello mio"."
Io ricordo anche questa espressione che veniva recitata facendo il segno della Croce: "Sant'Anièlle sequenzia, dritte, triste e belle"
Immagine di Sant'Aniello con la preghiera
Secondo una vecchissima tradizione isolana, 2 - 3 giorni prima della ricorrenza di Santa Lucia, si mettono a mollo un po' di chicchi di grano, quantità a scelta; se non hai grano, sostituisci con orzo perlato. Il giorno precedente, sostituisci l'acqua e fai bollire il grano, sino a buona cottura. Raffreddato, sgocciolato, lo poni in una terrina, o tazza capace, e lo copri di ottimo vincotto ponzese, portato apposta da Ponza, in ottobre. Ogni tanto, rimescola il tutto. Il Giorno di S. Lucia, chi lo desidera, e ci crede, invoca la protezione della vista con una preghiera alla Santa e, poi, mangia 2- 3 cucchiai di grano con vino cotto, tra l'altro gradevolissimo. Pare che l'immagine del chicco di grano sia stata scelta perché ricorda quella dell'orzaiolo e del calazio, disturbi tipici dell'occhio, noiosi, anche se non gravi. Bella, no? La tradizione è segno di civiltà, e conservarla, lo è il doppio.
Il 23 aprile del 1778, all'isola di Ponza, morirono in un naufragio delle persone parenti tra loro, tra cui un mio antenato, Michele Iacono.
Michele morì insieme al fratello Vincenzino di 19 anni, ai cognati Biagio Tagliamonte, Nicola Colonna ed un parente Agostino Califano, un ragazzo di soli 13 anni.