venerdì 31 gennaio 2020

I giunchiglje

In pieno inverno fioriscono all'isola di Ponza le profumatissime giunchiglje (narcisi).
Sarà il clima mite dell'isola ma in pieno gennaio possiamo trovare questi fiori molto gradevoli.
Un pò di foto di giunchiglje scattate da Annalisa Sogliuzzo all'isola di Ponza.




mercoledì 29 gennaio 2020

A Code i Zèfere

Cos'è una code i Zèfere???
E' un fenomeno vorticoso che si alza dal mare e risucchia verso l'alto, è la tromba marina che a Ponza viene chiamata code i Zèfere.
Per fortuna che ha breve durata e colpisce un'area ristretta però può fare molti danni.
I marinai temono a code i Zèfere...
A Ponza, ma non solo, c'è la credenza che può tagliare a code i Zèfere un primogenito esponendo le natiche e recitando delle preghiere.
Si navigava tranquilli se sulla barca c'era un primogenito...
Si racconta che il pescatore Giuseppe Conte, conosciuto come Giuseppe i Mamène, fosse capace di tagliare a code i Zèfere.
A proposito di code i Zèfere una bella poesia di Tommaso Lamonica:

A CODA 'I ZEFERO
U' San Silverio steva a ddiece miglie
d'a costa d'a Sardegna, quanno ntunno
cagnaie u tiempo: d'acqua nu zeffunno
venette e viento c'abbrucciava i cciglie.

Prima ca succedesse u parapiglie
facette acalà vele e balaccune
u Patrone e dette ncàrreche a ognune.
"A coda 'i Zèeefèra!" alluccaie u figlie

'i Celorme, ca steve 'i vuardia a pprora,
u Patrone u chiù giovene chiammaie
'i ll'equipaggio e vrache ce calàie.

Pò ca ate 'u mettette c'u culo fora
vanna annudo e 'i croce e pria'  l'aria inghette
a coda se tagliaie e scumparette.


Legenda:
A CODA I ZEFERO: Tromba marina, tromba d'aria, turbine. Letteralmente "coda di zefiro", il quale, evidentemente, dagli antichi naviganti era considerato parente stretto di "Luzifero", Lucifero, e la forma della tromba marina può richiamare quella della coda del Maligno, ma ciò che non si riesce ancora a chiarire bene è che per tagliarla e farla scomparire si deve opporle il sedere scoperto del più giovane della ciurma o, come altri vuole, di un figlio primogenito.
SAN SILVERIO: Nome dell'imbarcazione
NTUNNO: All'improvviso
CROCE E PRIA: Di croci e preghiere
INGHETTE: Riempì


Nel pomeriggio del 2 ottobre 2019 l'isola di Ponza era circondata da code i Zèfere

Un pò di foto scattate quel giorno












Code i Zèfere alla Parata

(Foto di Hotel Ristorante Bellavista)



Code i Zèfere a Capo Bianco



Code i Zèfere ai Faraglioni del Calzone Muto


Dagli Scotti




Al Bagno Vecchio

(Foto di Lina Raso)

domenica 26 gennaio 2020

Da Ponza ad Arbatax...la figura di Girolamo Calisi, chiamato affettuosamente zio Cilormo

La figura di Girolamo Calisi, chiamato zio Cilormo, raccontata da Margherita Musella che lo ha conosciuto molto bene.
Il racconto di Margherita è del 2015.

Girolamo Calisi
101 anni fa nasce Girolamo Calisi proprio il 20 giugno giorno di San Silverio al cui santo non sono devoti solo i ponzesi dell’isola ,bensi anche quelli sparsi in tutto il mondo. Abitava a Le Forna nella zona Calacaparra dove viveva anche mio nonno Giuseppe Avellino. Erano vicini da piccoli ed entrambi sono morti qua in Sardegna, solo che zio Cilormo, come tutti lo chiamavano ad Arbatax, ci e’ venuto all’età di 13 anni. Faceva il pescatore, non il santo, ma ha avuto modo di aiutare cosi tante persone con il suo dono che non resta difficile pensarlo con una tenerezza e una gratitudine infinita .Io stessa sono passata sotto la sua saliva ,perché lui usava proprio la saliva per curare certe tipologie di mali. Lo ricordo bene quando, appena punta da uno scorfano, consapevole del dolore che avrei dovuto sopportare, sono corsa da lui che abitava a circa 500 metri da casa mia ed e’ successo quello che tanti e tanti hanno sperimentato : la guarigione .
Zio Cilormo curava con la sua saliva e la preghiera ,dopo aver appreso dalla madre questo suo potere, malattie della pelle, mucosi, punture di animali, porri, fuoco di Sant’Antonio. Protagonista fra tanti per questa particolare patologia e’ stato mio padre Gino Musella che ha beneficiato del suo potere salvifico, peccato che il suo potere non si estendeva alla leucemia. Anche la mia amica Susanna Comida, dopo cure di tutti i tipi che non l’aiutavano in nessuna maniera a liberarla da i tantissimi porri che le deturpavano le mani, dopo aver consultato e avuto fiducia di questo straordinario uomo, nel giro di 20 giorni si e’ vista sparire tutte le problematiche verruche. Zio Cilormo aveva un dono e lo metteva al servizio di tutti ,piccoli e grandi, ricchi e poveri, senza, soprattutto, pretendere niente. E infatti viveva modestamente nella sua casetta con la pensione, accettava chiunque gli chiedesse aiuto ricevendoli in mattinata fra colazione e pranzo per tre giorni consecutivi .
Ovviamente ci sono state tante discussioni animose e polemiche ostili sul suo operato ma i miglioramenti definitivi parlavano da sé ed era trasparente che lo faceva con dedizione e senza interesse,senza pretendere compensi in denaro anche se accettava del caffè, dello zucchero ,del pesce ,dei dolci ,del vino ,dell’olio ma giusto come dono simbolico . Aveva avuto un bellissimo dono da Dio e lui ne era consapevole e senza indugio l’aveva messo a disposizione del suo prossimo che accoglieva sempre con pacatezza e gentilezza infondendo fiducia.
Dopo la prima persona guarita nel 1930 Peppineddu Piras,a cui sputo’ sul piede punto da una tracina che fa un male indescrivibile - e qua ve lo confermo perche’ a dieci anni venni punta anche io e piansi due ore consecutive disperatamente per il dolore atroce: peccato che non abitavo qua !- dopo averlo centrato appunto con la sua saliva ,ecco che si placa e la vita di Girolamo Silverio Calisi cambia direzione .Dopo e’ stato un susseguirsi di guarigioni di tante e tante persone anche famose e provenienti da ogni angolo della Sardegna e non solo. La fama del vecchio pescatore che curava con la saliva e le preghiere arrivo’ anche ad alcune potenti case farmaceutiche che piu volte cercarono di contattarlo per esaminare la sua saliva ,ma il pescatore – guaritore rifiuto’ sempre le offerte per paura che potessero specularci. E’ morto povero e quasi cieco ma quanti lo ricordano con amore, da Emidio Cristo a Gemma Azuni ,da Guglielmo Persico a Federica Murgioni ,dal dott.Ricci a Rosy Brundu, ma questa e’ solo una goccia delle innumerevoli persone che han potuto dire grazie a questa splendida figura di uomo e ricordandolo insieme a me e a voi che leggete lo teniamo in vita fra noi .



Girolamo Calisi, zio Cilormo, nato a Ponza quasi 106 anni fa

Per gentile concessione di Margherita Musella

venerdì 24 gennaio 2020

Cape Jànche

Cape Jànche  (Capo Bianco) è un suggestivo promontorio di tufo bianchissimo le cui rocce sembrano merletti.
Si trova nel versante occidentale dell'isola di Ponza, poco lontano dalla spiaggia di Chiaia di Luna.
Il regista Federico Fellini proprio qui ha girato alcune scene del film Satyricon.






Cape Jànche

(Foto di Rossano Di Loreto)

mercoledì 22 gennaio 2020

Pa' matina

Quanno mamma me scetava pe' ghi a scola
chelle matine 'i vierno e tramuntana
'a stanzulella era alluminata 'i sole
e 'a voce se senteva chiana, chiana.

Cu mico se scetava pure 'a famma
p'andore che veneva da cucina,
intravedevo 'a figura 'i mamma
che faceva ' stesse cose ogni matina.

'A zuppa 'i latte, 'u pane e pummadora,
pane cu burro...dicimme margarina,
chella matina però ero sicuro
steva spugnanno 'u pane int'i fasuli.

Ero sicuro d'andore che veneva
da pignata che vulleva 'n 'coppo 'u fuoco,
vedevo a fella 'i pane che scenneva
dint'a l'acqua vullente a poco a poco.

Poi accumpareva nata vota 'a fora,
appizzata 'int'a furchetta che ffummava,
tutta 'mpurpata d'acqua e di sapore
'nu filo d'uoglio e il pasto era servito.

E accussì mi preparavo ogni matina
ad affrontare i percorsi della vita.

(Poesia di Carmine Pagano dal libro Sangue 'i Rotunne)


I colori dell'alba di gennaio all'isola di Ponza

(Foto di Rossano Di Loreto)


La mamma di Carmine Pagano, Francesca Romano, insieme al marito Silverio Pagano

(Per gentile concessione di Livia Pagano, la figlia)



La fetta di pane con i fagioli (a' fella i pane e i fasuli)

(Immagine reperita in rete)

domenica 19 gennaio 2020

Quando si andava in barca a remi...

Un tempo, a Ponza come in altre isole, si andava in barca a remi.
Si godeva l'isola più lentamente,anche solo per andare alla Marenella di muorte, alle Grotte Azzurre o a Frontone, si pregustava  la gioia di fare un bagno in quelle splendide acque.
Non c'erano i rumorosi motoscafi che oggi fanno ondeggiare paurosamente la barca.
Altri tempi!!!


I miei nonni Peppino Iacono e Olimpia Feola con un nipote. Dietro di loro si vede lo scoglio a "Chiana Jànche" e la barchetta a remi con cui l'hanno raggiunta.



Nonno Peppino in barca a remi

(Dall'album fotografico di famiglia)

venerdì 17 gennaio 2020

Il viaggio all'isola di Ponza di Sir William Hamilton

Nel 1786 Sir William Hamilton, diplomatico inglese, archeologo, antiquario e vulcanologo, giunse a Ponza.
Ecco come descrive il suo arrivo a Ponza:
"Il 20 agosto arrivai all'isola di Ponza, circa trenta miglia da Ventotene, e il giorno successivo ne feci un giro con la mia barca. E' lunga circa cinque miglia: la sua massima larghezza è non più di mezzo miglio e in alcune parti non più di cinquecento piedi. E' circondata da innumerevoli scogli staccati, alcuni molto alti e la maggior parte dei quali sono di lava; in molti sono regolarmente formati dei basalti, ma nessuno in grandi colonne. In alcune parti i basalti hanno una tinta rossastra di ocra di ferro, sono molto piccoli e giacciono irregolarmente l'uno sull'altro. alcuni ammassi di questi hanno una posizione perpendicolare, altri orizzontale ed altri infine inclinata: e gli scogli stessi, in cui si trovano questi ammassi, sono lava della stessa natura dei basalti. A prima vista questi scogli hanno moltissimo l'apparenza delle rovine delle antiche costruzioni romane in mattoni o piuttosto in tegole."
"...Tutti questi scogli certamente sono stati staccati, dall'azione del mare, dall'isola che è interamente composta di materia vulcanica, di lava e di tufo, di varie qualità e tinte, verde, giallo, nero e bianco. Alcuni tufi come alcune lave sono di una struttura più compatta di altri; e in alcune parti dell'isola grandi tratti sembra che abbiano subito la stessa operazione"
"...L'aspetto di un tratto di zona vulcanica che ha subito questa operazione è ben manifesto nella veduta dell'interno del porto di Ponza. Ma io fui colpito dal bellissimo e straordinario aspetto di una di queste alte terre vulcaniche mutate in una pura argilla dal colore tenue in contrasto con una vicina roccia basaltica scura,  per cui feci fare sul posto il disegno che accompagnava questa lettera."
"...In una zona dell'isola c'è una specie di tufo, notevolmente buono per costruzioni. ha la stessa consistenza della nostra pietra di Bath ed è quasi dello stesso colore, senza alcuna commistione di frammenti di pietre laviche o pomice, che abitualmente abbondano nel tufo delle vicinanza di Napoli, Baia o Pozzuoli.
Il disegno, che è una veduta del porto di Ponza, Le darà un'ottima idea dell'aspetto degli scogli isolati di lava e basalti che sono stati separati dalla forza del mare, dalle parti più cedevoli dell'isola, e di cui ci sono un numero infinito, come vedrà nell'esatta pianta geometrica dell'isola di Ponza."

(Da "Un viaggio all'isola di Ponza di Sir William Hamilton, Napoli 1786" a cura di Salvatore Perrotta )



Veduta di parte dell'interno del porto di Ponza



Veduta presa dall'esterno del porto di Ponza, vicino al faro




Pianta dell'isola di Ponza

Nota:
Bath, città dell'Inghilterra, nella contea di Sommerset

mercoledì 15 gennaio 2020

Il Cavallo Bianco

Il Cavallo Bianco è uno scoglio di tufo bianchissimo situato prima della spiaggia del Core.
Viene chiamato anche Chiana Jànche o scoglio della Foca.
Nell'agosto del '43 Mussolini, prigioniero sull'isola di Ponza, si faceva portare in barca su questo scoglio e tracciò un suo pensiero sulla roccia.
Una giovane Sofia Loren ha girato su questo scoglio alcune scene del film "Africa sotto i mari"
Proprio davanti al Cavallo Bianco c'è lo scoglio di Pacchiaròtte  noto per il naufragio di questo barcaiolo che ci finì sopra con la sua barchetta.






Lo scoglio il Cavallo Bianco

(Foto di Rossano Di Loreto)


A Chiana Janche

(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)

domenica 12 gennaio 2020

L'Argonauta

L'Argonauta è un mollusco cefalopode simile ad un polpo con una conchiglia sottile, fragile e delicata come una piccola navicella bianca.
In realtà non è una conchiglia ma un involucro calcareo, un'ooteca, prodotta dalle femmine per contenere le uova e viene abbandonata una volta schiuse.
Un tempo gli Argonauti si trovavano anche a Ponza e quella che possiedo è stata trovata proprio nelle acque dell'isola.
Il nome Argonauta ci riporta alla mitologia greca.
Gli Argonauti erano i navigatori della nave Argo guidata da Giasone. Il loro scopo era di sottrarre il Vello d'Oro, una pelle d'Ariete dorato posseduta dai barbari abitanti della Colchide.






L'ooteca dell'Argonauta che ho da tanti anni proveniente dall'isola di Ponza. E' custodita gelosamente nella collezione di conchiglie della nostra famiglia

(Foto di Marianna Licari)


L'Argonauta con i resti del mollusco che è simile ad un polpo

(Immagine reperita in rete)

Nota:
L'ooteca è l'involucro calcareo prodotto dalle secrezioni  prodotte dalle femmine in cui sono depositate le uova.

mercoledì 8 gennaio 2020

Cala Fèlece

All'isola di Ponza, sotto il piano dell'Incenso, nel versante ovest, c'è una piccola cala le cui pareti sono colorate di giallo, di argilla sulfurea.
E' Cala Fèlece (delle Felci)
Prende il nome dalle felci, l'Osmunda regalis, in dialetto ponzese  fèlece, che cresce rigogliosa in quella zona e si protende fino alla spiaggia.
Proprio su questo versante, a metà costa, esistono i ruderi di un Cenobio Cistercense del XII secolo che i monaci furono costretti ad abbandonare.
I monaci, oltre a pregare, raccoglievano erbe officinali e medicinali di cui era ricco il territorio.
Questo Cenobio probabilmente fu costruito dai monaci per una sorta di collegamento tra il Monastero di Zannone e quello di Santa Maria in Ponza. In quel periodo c'erano i Saraceni sempre pronti a colpire e quindi avevano bisogno di proteggersi a vicenda. Probabilmente i monaci comunicavano attraverso dei segnali.
Può darsi che i Cistercensi abbiano dato il nome alla località dell'Incenso.


Cala Fèlece

(Foto tratta dal libro "PONZA PALMAROLA ZANNONE" di S. e G. Mazzella)


I ruderi del Cenobio cistercense sulla baia del Fèlece

(Foto tratta dal libro "Ponza Isola Azzurra" di G. e S. Mazzella)



La felce in dialetto ponzese fèlece, Osmunda regalis

(Dal libro "La Flora di Ponza" di G.e S. Mazzella)

lunedì 6 gennaio 2020

Tutte le feste vanno via...

Un vecchio detto popolare ponzese recita così:
Pàsche Epifanìa              
tutt 'i fèste vànne vìa.
Respònne Barbajànghe
- ca ce stònghe ancora ie



La Natività nella chiesa di Ponza, dedicata a San Silverio e Santa Domitilla

(Natale 2019)

Nota:
Barbajànche è Carnevale

Altra nota:
Il 6 gennaio con l'arrivo dei Magi è la prima rivelazione di Gesù all'umanità.
Pasqua Epifania (Pàsche Epifanìa) vuol dire preannuncio della Pasqua. 


sabato 4 gennaio 2020

I cento anni di Lucia Scotti

Abbiamo un'altra centenaria...l'isola di Ponza non è nuova a questi eventi.
Lucia Scotti circondata dall'amore dei suoi figli e dei nipoti ha festeggiato il 4 gennaio la bellezza di cento anni, portati splendidamente.
Si è svolta una cerimonia religiosa a Formia, dove vive d'inverno con sua figlia, e poi ha festeggiato in privato.
Da giovane doveva essere bellissima visto che ancora oggi è una splendida signora, sempre elegante.
Sposata con il fanalista Filippo Vitiello, la loro unione è stata allietata dalla nascita di Anna, Rosalia, Silvia e Biagio.
Una bella famiglia!!!
Tanti auguri Lucia!!!


Lucia Scotti con la pronipote Greta



Lucia accompagnata dai figli Biagio e Silvia


Lucia insieme ai figli e le nipotine


Le viene consegnata una targa



Lucia insieme alle pronipoti Arianna e Greta

(Foto concesse gentilmente da Francesca Assenso, la nipote)

venerdì 3 gennaio 2020

Il presepe in una conchiglia

Qualche anno fa, in un mercatino, ho trovato questo presepe racchiuso nella conchiglia della pinna nobilis.
La ragazza che esponeva ha tenuto a precisare che le pinne nobilis le aveva trovate in una cassapanca che apparteneva a suo nonno.
Un tempo nei nostri mari se ne trovavano tante, anche molto grandi, ma ora sono in via di estinzione, quindi è una specie protetta.
A Ponza viene chiamata lanaperla o nacchera.
La pinna nobilis vive tra le alghe e si ancora ai fondali marini con dei filamenti che produce da cui si ricava il bisso, la seta del mare.
In Sardegna Chiara Vigo realizza al suo telaio delle splendide creazioni con il bisso.
Si racconta che gli abiti di re Salomone fossero di bisso.



La Natività nella conchiglia della pinna nobilis



La pinna nobilis



La pinna nobilis tra le alghe del fondale marino

mercoledì 1 gennaio 2020

Buon viaggio Rosa!!!

Si è spenta, proprio nell'ultimo giorno del 2019, Rosa Galano che poco più di un mese fa aveva compiuto 102 anni. Nonostante l'età avanzata era ancora una bellissima donna, con una pelle stupenda.
La mia famiglia è sempre stata legata alla sua.
Mia madre Elvira proprio nel laboratorio sartoriale di Rosa dove imparava i primi rudimenti di cucito, come le ragazze di quel tempo, incontrò lo sguardo di Ciro, mio padre.
Fu amore a prima vista!!!
Anche Rosa ricordava questo episodio e mia madre aveva tanto affetto per lei.
E, come ha scritto tua figlia Vera, ora sei la stella più luminosa del cielo.
Buon viaggio Rosa!!!
La Rosa più bella dell'isola.


Rosa Galano



Rosa Galano

(Foto di Salvo Galano)
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...