lunedì 31 maggio 2021

Case mediterranee

 Questo bellissimo disegno rappresenta uno scorcio dell' isola di Ponza ed è stato realizzato da Francesco Mandruzzato nel 1958. Credo raffiguri una parte di Giancos, mi sembrano le scalette che portavano da Iozzi, il calzolaio.

Altri tempi!!!



Un gruppo di case, una barca, un asinello


Nota:

Maria Conte da Padova mi ha inviato questo suo ricordo: "Splendido, quel disegno di un angolo di Giancos: minuzioso, reale, armonico, preciso nei particolari, sembra, ed è una foto dell'angolo di casa, dove esercitavano il loro mestiere di ciabattini, con maestria e cortesia, i coniugi Iozzi. Ma, non sai nulla di più di quel signore, Francesco Mandruzzato, autore di quel piccolo, grande capolavoro? Hai suscitato in me curiosità. Ne ignoro il nome, ma,in gioventù, ho avuto la fortuna di conoscere il prof. medico,  Mandruzzato, artista provetto nel tempo libero, tra i primi turisti nella nostra.isola, con la moglie, contessa padovana Cavalli, e una figlia, giovane donna. Innamorati dell'isola, avevano affittato una casa a sinistra della cappellina del Cuore di Gesù, a Giancos: ancora oggi, la si individua con il loro cognome. Erano molto amici del sub Silverio Zecca, Zecchitiello, e la signora, tipo magnifico di gentildonna, possente anche nel fisico.., aveva adottato come suo factotum un abitante di Giancos eccezionale, Salvatore i' cagnicc, se ricordo bene. Il mattino, presto, salpavano..insieme, dalla spiaggia, con la barca a remi per godersi i panorami e le fresche acque. Il professore preferiva i sentierini, qualche salita verso l'alto, le vedute dai tetti bianchi: lo si incontrava con l'album sotto il braccio, il berrettino bianco in testa a godersi e fissare le immagini di paradiso.Credo che qualche paesano abbia usufruito della sua consulenza medica. Persone gentili, affabili, semplici si immergevano. nella vita isolana con amore e rispetto. A loro, il mio ricordo, la mia gratitudine."

venerdì 28 maggio 2021

Fiori spontanei all'isola di Ponza

 In questo periodo dell'anno l'isola di Ponza è ricoperta da fiori di tanti colori. Sto cercando  di individuare il nome di questi fiori bellissimi. 

Questo bel cespuglio è la Centranthus ruber, la valeriana rossa che possiamo trovare sui muretti del Porto, sulla strada Panoramica ma anche a Le Forna. Ha proprietà sedative.



Foto di Rossano Di Loreto


Foto di Annalisa Sogliuzzo



Il fiore della valeriana rossa
( Foto tratta da "Circeo: l'incanto della Maga Circe, figlia del Sole")

martedì 25 maggio 2021

Chicchino

 In ogni paese ci sono personaggi particolari, magari presi anche in giro ma sfortunati.

Un tempo all'isola di Ponza c'era Chicchino, non so il suo vero nome, sembrava sempre arrabbiato. Abitava nella zona bassa degli Scotti.

La guerra lo aveva segnato per sempre e spesso urlava come stesse rivivendo certe situazioni.

Mi hanno raccontato che, durante la Seconda Guerra Mondiale, la nave su cui era imbarcato subì un attacco aereo ed affondò. Chicchino rimase in balia delle onde per 48 ore. Molti soldati furono attaccati dagli squali, lui insieme ad altri superstiti si salvò grazie ad uno zaino pieno di borracce che fece da salvagente. 

Da quel momento lo indossò sempre come una protezione e imitava alla perfezione la contraerea che sparava.

Che trauma...pover'uomo!

Lo ricordo che andava all'arrivo della nave serale per prendere i giornali da consegnare all'edicola Rispoli in Corso Pisacane.





Chicchino

(Archivio fotografico di Mariano Picicco)

domenica 23 maggio 2021

Cala dell'Acqua

 All'isola di Ponza, in località Le Forna si trova Cala dell'Acqua. Prende questo nome dalla sorgente d'acqua dolce che alimentava l'acquedotto romano, capolavoro di ingegneria idraulica. Attraverso dei cunicoli l'acqua percorreva buona parte dell'isola. L'acqua veniva decantata dalle rocce di bentonite, minerale presente in questa parte dell'isola. 

A proposito della sorgente così scrive il Tricoli nell'Ottocento:

"Sorgente delle Forna- Sulla Cavata di Vitiello, soprapposta alla bianca lava, vi è la crosta tufacea-calcarea stratificata, che assorbendo le acque piovane, le trapela per istillicidio, e sulla detta calcaria è incavata la località per dar campo al suditorio."

Pare che, un tempo, giù alla fontana (Fontana Tagliamonte), dove c'era la sorgente, ci fosse un mascherone di bronzo. 

Ogni luogo ha una storia...

Oggi a pochi metri di profondità in questa Cala c'è il relitto di una nave il Kastell Luanda, naufragata nel dicembre del 1974.











Cala dell'Acqua
(Foto di Rossano Di Loreto)


La nave Kastell Luanda in difficoltà e poi affondata, dicembre 1974

venerdì 21 maggio 2021

Principi e principesse in visita a Ponza tanti anni fa

 Maria Gabriella di Savoia, in un'intervista  rilasciata, qualche anno fa, al Corriere della Sera, al giornalista che le chiedeva se avesse avuto una love story con Juan Carlos di Borbone, futuro Re di Spagna, racconta così: "...eravamo molto giovani, come due fidanzatini, sempre assieme, mano nella mano...e siamo rimasti molto legati, lui è speciale, ci siamo rivisti di recente:"

Una foto li ritrae a Ponza insieme ad una famiglia ponzese

In questa foto c'è la famiglia Parisi insieme ad altre persone, con il fazzoletto in testa la principessa Maria Gabriella di Savoia. Vicino a Veruccio  Juan Carlos. 
La foto è stata scattata a Ponza.
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)



mercoledì 19 maggio 2021

Una bella poesia in dialetto ponzese

 Questa bella poesia dedicata alla primavera l'ha scritta Gennaro Mazzella, un uomo di grande cultura nella Ponza di un tempo.

Primavera

Nnu ffà chiù fridde, no mo ce stà 'u sole

ca 'ntepedisce ll'aria; e i vviole

crescene e sboccene e nce par'overe

pecchè senten'addora 'e primmavere.

Comm'ogne pianta tene dint'i vvene

na specie d'allegria e scorda i ppene

pure l'umanità cu stess'ardore

sente a sti tiempe, si, n'atu sapore.

L'unica differenza se notate

è ca' 'u sapore nunn'è misurate:

si ' u sole 'nfoca, a pianta se cummoglie;

l'umanità a stu punto se scummoglie.

Si mo stesse Adamo ed Eva io dico

crescesse meglio pure a piant' è fico




















Alcuni fiori della primavera ponzese
(Foto di Annalisa Sogliuzzo)

domenica 16 maggio 2021

Un vecchio proverbio

 A magge Cìomme perdètte a lanze

(A maggio Ciomme perse la barca)

Vuol dire che in qualsiasi stagione possono verificarsi mareggiate con gravi danni







Cala dell'Acqua, Le Forna, isola di Ponza

(Foto di Annalisa Sogliuzzo, maggio 2021)

venerdì 14 maggio 2021

Una foto...un ricordo

 In questa bellissima foto si vede mio padre Ciro Iacono con la signora Luciana, moglie del professor Massimo Crespi, celebre oncologo dell'Ospedale Regina Elena di Roma. Erano frequentatori dell'isola di Ponza e amici di famiglia. Il cane si chiamava Diana ed era del mio papà.

La foto mi è stata inviata da Valerio Crespi, figlio del professore.



martedì 11 maggio 2021

Tra Ponza e Ventotene...

Venerdì sera, a TV 7, settimanale del Tg1, è andato in onda un servizio bellissimo sull'isola di  Ventotene. Ha messo in mostra siti archeologici fantastici come la Villa di Giulia, la Cisterna dei Detenuti ed il piccolo Museo.

Attualmente si sta procedendo anche al recupero del Carcere sull'isolotto di Santo Stefano dove sono stati reclusi personaggi famosi tra cui anche Sandro Pertini, ex Presidente della Repubblica Italiana. 

Che dire...Ventotene batte Ponza culturalmente su tutta la linea.

Eppure anche Ponza ha gioielli archeologici, ma sono tornati nell'oblio.

Le splendide Cisterne Romane recuperate qualche anno fa con soldi e fatica sono chiuse e presto saranno dimenticate.

E ce ne sono altre da recuperare come la maestosa Cisterna di Via Parata simile alla Piscina Mirabilis di Bacoli, le Necropoli e tanto altro ancora. Forse si andrebbero a toccare gli interessi  di qualcuno...

Ed il Museo sui cui locali predestinati c'è solo la targa...e pensare che il grande Ernesto Prudente ci teneva tanto, ma forse è finito nell'oblio pure lui.

Non si vuole un turismo culturale ed allora teniamoci i "pariolini" perchè  Ponza offre questo.

Recuperando i siti archeologici l'isola di Ponza avrebbe un turismo di qualità, visitatori per una buona parte dell'anno, ma bisognerebbe incrementare anche i trasporti marittimi attualmente obsoleti.



La Villa di Giulia a Ventotene



Cisterna Romana a Ventotene

(Immagini reperite in rete)


Cisterna della Dragonara all'isola di Ponza

Cisterna del Corridoio all'isola di Ponza


Necropoli del Bagno Vecchio all'isola di Ponza

(Foto di Rossano Di Loreto)


domenica 9 maggio 2021

Il fiore di "cardògne"

 Una bellissima foto è stata scattata, qualche giorno fa, da Rossano Di Loreto all'isola di Ponza ed ho fatto qualche ricerca circa il nome.

E' il fiore della Galactites tomentosa, la Scarlina, chiamata in dialetto ponzese, "cardògne".

Il nome di questa pianta deriva dal greco "latte"  per il colore bianco della peluria che ricopre il fusto e le foglie.

Cresce nei terreni incolti di tutto l'Arcipelago Ponziano.

E' simile al Silybum marianum, il cardo mariano. 

Quest'altra pianta, secondo la tradizione cristiana, prende il nome mariano dalle piccole striature bianche sulle foglie dovute alle gocce del latte della Vergine Maria che perse durante l'allattamento nel momento in cui si riparava in mezzo ad una vegetazione di cardi mentre fuggiva in Egitto.

E' una pianta officinale usata per le affezioni del fegato.



Il fiore della scarlina

(Foto di Rossano Di Loreto, maggio 2021)



Il fiore del cardo mariano

(immagine reperita in rete)

venerdì 7 maggio 2021

E la luce fu...

Sul monte Pagliaro, a Ponza, è stata costruita recentemente una nuova Centrale Elettrica, moderna, con nuove tecnologie e dovrà soddisfare il consumo energetico dell'isola.

La vecchia Centrale ubicata a Giancos è stata chiusa.

Ma i ponzesi quando hanno avuto la corrente elettrica???
Lo racconta Ernesto Prudente ne libro Miscellanea"La corrente elettrica fu una grossa conquista per una parte della comunità isolana. una conquista che accentuò il divario tra le zone che ne usufruivano e quelle che ne rimasero prive. Il merito non fu dello Stato ma di un isolano, Franco Feola. Egli, giovanissimo, emigrò in America. Dopo anni e anni di duro lavoro, facendo addirittura due turni nell'arco della giornata, per intere settimane e mesi, riuscì a raggranellare e mettere da parte una somma considerevole. Si parlava di un milione di lire. Cifra astronomica per quei tempi.
Dato che era un uomo intelligente e attivo pensò bene di sfruttare  quella sua ricchezza investendola in un qualcosa che a Ponza mancava e di cui si sentiva la urgente necessità. Creò, con altri pochi soci, la S.E.P. (società elettrica ponzese).
Costruì parte dell'edificio, tuttora in uso, installandovi due piccoli motori che, data l'epoca e le usanze, ritenne bastevoli. Stese, con palizzate in legno e, dove non era possibile, con staffe ai muri delle case, una linea di fili di rame scoperti, di consistente spessore, per arrivare a quasi tutte le case della Ponza centro.
Era il 1926 quando si accesero le prime lampadine nelle case di Ponza.
La corrente elettrica a Le Forna e nelle varie case sparpagliate per l'isola è arrivata solo nel 1954."


Isola di Ponza, sotto questo promontorio c'era la Centrale Elettrica di Giancos
(Foto di Rossano Di Loreto)


La Centrale Elettrica a Giancos


I Soci fondatori della Centrale Elettrica
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)


Azioni della società Elettrica

mercoledì 5 maggio 2021

I rosèmarine

 In questo periodo sull'isola di Ponza, ma non solo, troviamo dei fiori bellissimi fucsia ma anche gialli.

Formano dei veri e propri tappeti in mezzo al verde.
Noi ponzesi li chiamiamo rosèmarine ma il loro nome è fico degli ottentotti. Vengono chiamati anche carpobrotus.
In Sudafrica furono i coloni, vedendo la popolazione del luogo (i Khoi) cibarsi dei frutti come se fossero fichi, a denominarlo "Fico degli Ottentotti"

Nota: 
Ottentotti è il nome che i coloni olandesi diedero alle tribù incontrate nella zona intorno al Capo di Buona Speranza per i suoni usati nel loro linguaggio
.











(Foto di Annalisa Sogliuzzo, aprile 2021)

domenica 2 maggio 2021

L'isolotto di Gavi

 L'isolotto di Gavi dista da Ponza solo 130 metri, basta attraversare un braccio di mare. Anche  Gavi ha una sua storia ed è piuttosto antica.

Tricoli scrive che a Gavi c'erano "tre antiche grotte, cisterna e piccoli residui di fabbriche" e crede di individuare i resti dell'antica "Grance" che avrebbe retto qui l'abate Pietro Spinelli intorno al 1200. 

La "Grancia" è un'antica masseria monastica che nel passato divenne poi un'azienda agricola con allevamenti e coltivazioni.

Il 26 febbraio 1808 l'isolotto di  Gavi viene dato in affitto, per 10 ducati l'anno, al chirurgo militare Don Gabriele Antodaro che secondo il Tricoli "ridusse buona parte a cultura e con non poco profitto; anche utilità ricavata dalla caccia de' volatili e conigli; e bensì interessante miniera di creta, che, grezza e come unica nel regno, si smaltisce alla capitale per essere troppo necessaria alla manifatturazione delle stoviglie".

Nel 1825 il sindaco di Ponza concesse Gavi a Don Giuseppe Vitiello, parroco dell'isola, che ne fece proprio  patrimonio sacro.

A Gavi c'è una sola casa, abitata nel periodo estivo, non ci sono spiagge.
C'è una grande grotta chiamata Grottone di Gavi.
Plinio chiama questo isolotto "Gavia" per i numerosi nidi di gabbiani che stazionano su quelle rocce, mentre nell'antichità era chiamato anche San Martino.




L'isolotto di Gavi




La casa sull'isolotto di Gavi
(Foto di Marianna Licari, 2012)


Da Punta Incenso ecco l'isolotto di Gavi
(Foto di Annalisa Sogliuzzo, aprile 2021)


Planimetria dell'isolotto di Gavi redatta nel 1808
(Dal libro "Ponza, Palmarola, Zannone"  di Giovanni M. De Rossi)


Il braccio di mare che divide Ponza da Gavi



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