mercoledì 22 marzo 2023

Zì Rocco e la tempesta improvvisa

 Questa storia è tratta dal libro di Silverio Mazzella "Ponzesi gente di mare. Storie di barche, di pesca, di navigazione".

Un libro molto interessante, bellissimo.

"Il  grigio profilo dell'isola si stagliava netto all'orizzonte. Partiti da Ponza la sera precedente e dopo una navigazione con mare calmo e una brezza tesa di Libeccio, che aveva favorito la traversata, la Sardegna era in vista. Da lì a poche ore avrebbero potuto consegnare posta e masserizie ai ponzesi che, su piccoli gozzi erano disseminati lungo la costa sarda per la pesca al corallo e delle aragoste. 

Zì Rocco al timone si accese la pipa dal fornelletto di creta e chiamò a raccolta i due ragazzi di bordo, Gennaro, 14 anni, al suo secondo imbarco e Domenico suo figlio di un anno più grande. Il tempo stava cambiando e quei nuvoloni neri che spuntavano dalle alture dell'ormai vicina costa non gli piacevano. Non gli piacevano affatto, anzi lo preoccupavano molto.

Dopo tanta esperienza di navigazione sapeva benissimo che erano foriere di tempesta e quando più è improvvisa tanto più è violenta. Bisognava prepararsi ad affrontarla nel migliore dei modi. Diede ordine di cogliere bene le sartie, sistemare tutto ciò  che si poteva sotto coperta e di sgottare completamente l'acqua dalla sentina. Tutto doveva essere in ordine perchè in pochi attimi nel pieno della tempesta anche la migliore situazione può rovinosamente precipitare. 

Velocissimo il fronte della tempesta raggiunse la piccola imbarcazione precludendo qualsiasi via di fuga verso una baia ridossata. Non rimaneva che affrontare il fortunale. La barca fu investita da raffiche di vento forte e gelido che strapparono l'unica vela terzarolata issata per mettersi alla cappa e da onde poderose che la sballottolavano come un guscio di noce. Il timone non rispondeva più, erano alla deriva. Giunta la notte il mare era peggiorato.

La barca, ormai ingovernabile, fu investita da un'onda gigantesca, montò da prua spazzando tutto quanto trovò sul suo cammino e Domenico preso in pieno, venne scaraventato in mare.

Negli occhi del vecchio padre la disperazione nella consapevolezza di non poter fare nulla in quel buio. Solo un miracolo poteva essere d'aiuto e alla supplica che istintivamente  con devozione rivolse a San Silverio per salvargli il figlio quindicenne fece seguito l'abbattersi sulla barca di un'altra grande onda riportandogli Domenico sulla coperta sano e salvo. Non poteva permettersi altri rischi: legò Gennaro e Domenico all'albero maestro e se stesso alla barra del timone. La coperta della piccola barca era spazzata continuamente da onde che mise a dura prova  la tenuta delle cime che legavano i due ragazzi che, continuamente investiti per ore dall'acqua gelida, persero i sensi. Per tutta la notte il vecchio lottò da solo con tutte le forze mettendo a frutto le esperienze della sua lunga vita di navigante. Continuamente rifornì d'olio il sacco che trainava a poppa per calmare le onde come una sorta d'offerta sacrificale assieme all'invocazione ai santi protettori. 

Quando la furia della tempesta nella notte cominciò a dare segni di stanchezza anche il vecchio stremato si lasciò andare e cadde in un torpore che lo avvolse in un sonno incontrollato e perse i sensi. Il tepore del sole dell'alba sul viso li sorprese e li svegliò su un mare ormai calmato. La barca dondolava pigramente senza un alito di vento cullata da lunghe onde di risacca. Erano giunti sulla costa laziale. Per tutta la notte la barca sospinta da onde e vento aveva percorso a ritroso la rotta guadagnata con la navigazione.

Le vele erano lacere e la coperta devastata, ma erano salvi."



 Rocco Madonna



 Imbarcazioni nel porto di Ponza nei primi anni del '900


Antica immagine di San Silverio




domenica 19 marzo 2023

Ncòppe i Cuònte...in attesa di San Giuseppe

 Giungono dall'isola di Ponza queste foto in cui possiamo vedere un angolo di Ncòppe i Cuònte in attesa di San Giuseppe. Passerà la processione con la statua del Santo e tutto è lindo.

Proprio qui vivevano i due sacerdoti a cui, molto tempo fa, era affidata la chiesa di San Giuseppe in località Santa Maria.

Don Antonino Conte nel 1895 e successivamente suo nipote Don Aniello Conte poi Cappellano dell'Ergastolo di Santo Stefano

Ora la  casa è di Alessandro  Balzano  che ringrazio per avermi inviato queste foto. Suo fratello Daniele ha curato l'allestimento.

Evviva San Giuseppe!!!







San Giuseppe, marzo 2023

venerdì 17 marzo 2023

Due sorelle...due fratelli...sposi

 In questa bellissima foto vediamo un matrimonio doppio cioè due sorelle che hanno sposato due fratelli all'isola di Ponza.

Le sorelle Anna e Civita Avellino che hanno sposato i fratelli Salvatore e Gino Musella. Era il 3 febbraio 1957.

Anna e Salvatore per tanti anni hanno gestito il mitico Emporio Musella, sulla salita di via Roma, all'isola di Ponza. 

In questa foto vediamo a sinistra Gino Musella con la sua sposa Civita Avellino , sua sorella Margherita. Poi l'altra sposa Anna Avellino con il suo sposo Salvatore, davanti Candidina, il piccolo Gino, il ragazzino è Silverio Francavilla, mentre la bimba non so chi sia.

(Per gentile concessione di Livia Pagano)



  

mercoledì 15 marzo 2023

Partono i bastimenti, pe' terre assaje luntane...

 Il problema della migrazione è esploso in tutta Europa in questi ultimi anni.

E' un vero e proprio esodo.
Scappano dal loro paese perchè c'è la guerra, sono perseguitati, non solo per la povertà.
Anche gli italiani, soprattutto nel primo Novecento, hanno lasciato l'Italia creando un notevole flusso migratorio verso l'America.
Qualche anno fa, a Ponza, c'è stata proprio una mostra dedicata a questo fenomeno ed era molto interessante.
Sarebbe stato bello se all'interno ci fosse stata una sezione dedicata ai ponzesi emigrati.
Anche da Ponza c'è stato un grande flusso migratorio non solo verso gli Stati Uniti, ma anche verso l'America Latina soprattutto l'Argentina.

Così scrive Ernesto Prudente nel suo libro Miscellanea: "...Ne prese una a caso e se la mise davanti per leggere. "Italiani a New York" era il titolo.
Incominciò a leggere: "Nel 1950 la città più popolata di italiani era New York non Roma, Milano o Napoli, si calcolava che tra "paisani" partiti alla disperata, tra la prima e la seconda guerra mondiale, tra i loro figli e loro nipoti, nati sotto i grattacieli di Manhattan, vivessero circa tre milioni di persone do sangue italiano. La "pipeline" umana di contadini napoletani, siciliani, lucani, calabresi senz'altra dote se non la forza delle braccia e la volontà nel lavoro aprì i suoi rubinetti agli inizi del secolo passato, quando New York chiedeva continuamente manovalanza necessaria per i suoi lavori pubblici e per le costruzioni edili che l'avrebbero ingigantita. Gli italiani accorsero a frotte."
Non ebbe bisogno di leggere l'intera pagina per capire quello che descriveva. Lo prevedeva perchè lo sapeva. Glielo avevano raccontato quei tanti ponzesi che, anche loro, sin dall'inizio del secolo, erano passati in quel tubo arrugginito ed erano ritornati nella loro isola per godersi il meritato riposo dopo anni e anni di lavoro in galleria per estrarre minerali o nello scavamento di terreno per porre le fondamenta di nuovi palazzi. Erano quelli che mettevano la pentola sul fuoco una volta la settimana. Lo aveva sentito dalla viva voce di tanti altri ponzesi, quelli che avevano deciso di continuare a vivere negli Stati Uniti dove avevano trasferito la loro famiglia e che, di tanto in tanto, ritornavano a Ponza. Li aveva visti di persona quando aveva accompagnato, nell'immediato dopoguerra, un cugino in partenza dal porto di Napoli. Salivano la scala dell'Andrea Doria con in mano una valigia di cartone tenuta chiusa dallo spago. Li aveva visti salutare, straziati, dalla ringhiera della passeggiata della nave, i parenti che stavano sulla banchina. La crudeltà del distacco era testimoniata, oltre che dalle lacrime, da quel lento sventolio di fazzoletti che non nascondeva, ne poteva nascondere, la forte e profonda commozione.
Erano troppi sulla loro piccola isola."

Qualche foto di ponzesi in partenza da Napoli per l'America, anni '30


Silveria Albano, in bianco, rappresentante per l'isola di Ponza  a Napoli della Società di Navigazione Italia, con i ponzesi in gita a Pompei prima d'imbarcarsi sul piroscafo "Conte Biancamano" anni '30


Silveria Albano, figlia di Lucia Conte, con dei ponzesi in partenza per le Americhe da Napoli con il "Conte Biancamano"


Silveria Albano con i ponzesi forse davanti al portone degli uffici della Società di Navigazione Italia in piazza Borsa a Napoli, anni'30.


Gente di Ponza prima d'imbarcarsi per New York, 1932

(Per gentile concessione di Eduardo Filippo)





Alcune foto di quella mostra, tenuta all'isola di Ponza, dedicata al flusso migratorio degli italiani verso l'America (Foto di Marianna Licari)





domenica 12 marzo 2023

San Silverio in Canada

 Un ponzese, Silverio Aversano, mentre attraversava la provincia del Quebec, in Canada,  con la sua auto si è trovato davanti ad  un cartello stradale che indicava il villaggio di "Saint Sylvere". Ha poi scoperto che il villaggio prendeva il nome dal nostro Santo Patrono. Il villaggio si trova fuori dalla rotta 20 N a Drummondville, in Canada. In un estratto del libro francese "Saint Sylvere 1887 - 1987" così riporta: "Questa dedicazione di  Saint Sylvere avvenne con un decreto canonico del vescovo Gravel del 20 giugno 1887. Fu istituita la nuova parrocchia di Saint Sylvere, Papa e Martire; e per celebrare la festa in questa data". L'attuale chiesa ha una pietra angolare con la data 1915. Il 20 giugno 1987 si svolse la celebrazione del centenario e ad attestare l'avvenimento fu dedicato un monumento in granito con targa in bronzo. 

Che scoperta meravigliosa!!! 

Dove c'è un ponzese c'è San Silverio...

(Notizie tratte dal sito "ponza net") 

Le foto sono tratte dal libro di Silverio Mazzella "Le ore del giorno, i giorni dell'anno, gli anni della vita"


La statua di San Silverio in Quebec, Canada


La chiesa di San Silverio

venerdì 10 marzo 2023

Romilda

 In questa foto, tratta dal libro "Isole Ponziane" della fotografa Lou Embo, vediamo Romilda Coppa, ponzese scomparsa ultracentenaria diversi anni fa. Abitava in via Madonna all'isola di Ponza.

Attraverso le foto ricordiamo le persone che non ci sono più...


 

martedì 7 marzo 2023

Le donne del mare ponzesi

 Le donne nella comunità ponzese hanno sempre avuto un ruolo rilevante. I loro uomini spesso erano in giro per mare, lasciandole sole ad accudire i figli ed anziani, per molti mesi. 

Alcune però si avvicinavano anche al mondo della pesca, riparando reti, realizzando nasse di giunco. 

Alcune nell'Ottocento andavano a pescare con le barche a remi.

Nell'aprile del 1847, Mattei, nel suo viaggio alle isole Ponziane, mentre andava verso Palmarola con una barca, i cui rematori erano quattro giovanotti, fece un incontro in mezzo al mare.
Avevano appena girato la Punta della Guardia quando incontrarono una barca con quattro donne che remavano vigorosamente.
Il Mattei incuriosito volle parlare con queste donne, scoprire chi fossero e cosa facessero nel bel mezzo di quel mare.
Fece fermare la barca, fece zittire i giovanotti che erano presi a sbeffeggiarle, e cominciò a fare domande.
Le donne risposero così: "Non siamo che rivendugliole e incettatrici di pesce, che andiamo a mercanteggiare a bordo delle tartanelle. Ritornando a Ponza ci sarà dato di offrirvi un saggio del nostro mestiere".
Il Mattei si accaparrò il loro pesce dandogli pochi carlini.
Quella non era l'unica barca di donne che andavano a pescare facendo anche concorrenza agli uomini che trovavano ogni modo per umiliarle.
Sicuramente, oltre a pescare, queste donne curavano la casa, crescevano i figli e chissà se qualche volta non hanno rischiato addirittura di partorire sulle loro barche.
E come disse il Mattei: Viva la marineria femminile!

Altra donna da ricordare che traghettava con la sua barchetta a remi le persone tra il Porto e Cala Inferno negli anni '20 e '30 del Novecento era Cuncetta a Tiramole.

Qualcuna come Maria 'i Sciammerica andava per mare anche quando era incinta e partorì un figlio appena tornata dalla pesca.  

Altre avevano una vera passione per la pesca come Emma Romano che andava a pescare con la mamma Anna e la sorella Maria.

Di donne che andavano a pescare ne scrive un'antropologa, Marilena Maffei, nel suo libro "Donne di mare".
Racconta delle donne dell'arcipelago delle Eolie che ogni giorno pescavano, tiravano le reti per mantenere la propria famiglia e questo fino agli inizi del Novecento.
Donne che scrutavano il cielo stellato, la provenienza dei venti, che spesso si sono trovate nel mare in tempesta.

Evviva le donne!!!

Le donne che andavano a pescare con le tartanelle nel disegno del Mattei



Una tartanella




Emma Romano mentre pesca nelle acque dell'isola di Ponza                                                                                                                

(Foto tratta dal libro di Silverio Mazzella "Ponzesi gente di mare. Storie di barche, di pesca, di navigazione") 

domenica 5 marzo 2023

Maria Baroncini, confinata a Ponza

 Durante il fascismo coloro che combattevano il regime finivano in carcere oppure al confino. Uno dei luoghi di confino fu l'isola di Ponza che accolse confinati illustri come il presidente Pertini, Amendola, Bordiga, Spinelli e tanti altri ma anche delle donne.

Una di queste donne fu Maria Baroncini che mise a rischio la sua stessa vita per la libertà.  Sul suo cammino incontrò personaggi straordinari e proprio a Ponza, a Chiaia di Luna "chiacchierava di politica e di storia" con Altiero Spinelli.

Chissà dove alloggiava da confinata a Ponza...

Da suo marito Giuseppe Berti ebbe la figlia Vinca vissuta lontana, purtroppo, da Maria che incontrò molti anni dopo, quando era confinata all'isola di Ventotene.

Dopo la fine del suo matrimonio con Giuseppe Berti ebbe come compagno Mauro Scoccimarro, un importante dirigente del PCI.

Quanta storia è passata dalla nostra isola!!!


Maria Baroncini confinata all'isola di Ponza

venerdì 3 marzo 2023

Lucio Dalla e Ponza

 Il grande Lucio Dalla avrebbe compiuto 80 anni il 4 marzo.

Negli anni '80 frequentava l'isola di Ponza come dimostrano le foto del fotografo Luigi Ghirri.

Era con la sua barca e nell'ultima foto è a Palmarola






mercoledì 1 marzo 2023

Pelliccia

 Raffaele Pelliccia giunse a Ponza negli anni '50,  sposò la ponzese Bruna Madonna e restò sull'isola con la sua famiglia.

Fu uno dei primi tassisti all'isola di Ponza con il "taxi n° 1". 

Portò con il suo taxi in giro per Ponza personaggi famosi tra cui Aristotele Onassis e Jacqueline Kennedy.










lunedì 27 febbraio 2023

U piènnule i pummadore

 U piènnule i pummadore è un grappolo di pomodori tenuti insieme da uno spago ed appeso in un luogo fresco. 

In genere si consumavano durante l'inverno quando non si trovava la roba fresca. 

Un tempo, anche a Ponza,  bisognava fare provviste, mica  come adesso che vai al supermercato e trovi tutto. 

Ma i sapori non sono più quelli...

Che buone merende con pane e pomodoro!!!



I piènnuli i pummadore (Immagine reperita in rete)

sabato 25 febbraio 2023

Ciro Iacono e le sue barchette

 Che bello risentire la tua voce!!!

 "I ricordi sono nastri colorati da appendere al vento e non statuine di cristallo da tenere chiuse in uno scrigno" 

Terry Brooks

Video di Rossano Di Loreto



venerdì 24 febbraio 2023

Il ricordo non muore mai...

 "I ricordi hanno bisogno di molto tempo per sparire. 

Ma gli basta un nulla per riaffiorare. 

Una voce, un suono, un'immagine, un profumo, un odore."

Giorgio Faletti



Ciro Iacono, maestro d'ascia dell'isola di Ponza, mio padre (21 settembre 1920 - 25 febbraio 2006)

mercoledì 22 febbraio 2023

La bambolina della Quaresima

 Oggi mi ha scritto la mia amica Maria Conte che abita a Padova da una vita, anche lei appassionata alle cose ed alle tradizioni di Ponza.  Mi ha raccontato della Quaresima ponzese, che sarebbe una bambolina che si usava appendere alla porta.

Maria scrive anche che "le tradizioni vanno conservate e tramandate. Un paese senza tradizioni  è un paese senza passato, senza storia, senza futuro."

Di questa tradizione ne ho sentito parlare, credo sia quasi  scomparsa ed è un vero peccato.

C'era anche una filastrocca che faceva così:
 " Na quareseme secca secche,
 se mangiaie na fechesecche,
 e decette dammene une 
se pegliaie nu cauce 'ngule. 
E decette dammene nate, 
ce menaie na scuppettate"

Maria Conte così racconta la Quaresima ponzese:
La bambolina rappresenta una vecchietta con i capelli bianchi, che sta filando la lana, segno del tempo che scorre.
Sul capo, infilzate in una comune patata, si mettono 7 penne di gallina ovvero 6 nere ed 1 bianca.
Le 6 nere rappresentano le 4 Domeniche di Quaresima (I-II-III-IV), poi quella che si chiama Domenica di Passione ed infine Domenica delle Palme. Quella bianca significa la Pasqua di Resurrezione.
La vecchietta, la si poneva sotto l'arco della porta, esposta al bel tempo ed al brutto.
Ogni domenica, i piccoli di casa, a Ponza, un tempo, guardavano con ansia l'avvicinarsi della Pasqua con tutte le sue bellissime e suggestive funzioni religiose,....con il casatiello e facevano a gara a chi dovesse togliere la penna alla vecchietta.

Maria nella sua casa di Padova, insieme alla cugina Rosanna, ancora usano appendere la bambolina della Quaresima ed è un pò come stare a Ponza...come ritornare bambini...
Ecco la foto della Quaresima appesa nella loro casa.




lunedì 20 febbraio 2023

Carnevale di tanti anni fa, all'isola di Ponza

 Carnevà pecchè si muorte?

L'insalàte stève all'uòrte

si sapève che tu murive

ie te dève pane e vine

si sapève che tu campàve

ie te dève scòrze i fàve...


Un pò di foto del Carnevale ponzese di tanto tempo fa







domenica 19 febbraio 2023

Salvatore

 Ancora una bella foto del fotografo Salvo Galano tratta dal libro "L'Isola" (foto dal 1986 al 2002)

Un volto ponzese.

E' Salvatore alle prese con le reti da pesca e la località è Frontone



sabato 18 febbraio 2023

L'isola di Ponza in febbraio

 L'isola di Ponza in inverno è spettacolare, anche con il cielo grigio.

Mia sorella Anna Maria oggi ci ha inviato dall'isola queste foto

Che dire...è meravigliosa!!!




giovedì 16 febbraio 2023

Delle splendide donne ponzesi mascherate

 Nell'atto del mascherarsi c'è qualcosa di magico e coinvolgente, qualcosa di antico che attrae grandi e piccini.

Indossare una maschera equivale a perdere la propria identità per assumerne un'altra.
Quante volte da bambini ci siamo travestiti, quante risate, bei tempi.

In questa foto riconosco Ave Andreozzi, Rosaria Zecca, Dialma Mazzella, Peppina D'Atri, Luciana Migliaccio, Maria Migliaccio



mercoledì 15 febbraio 2023

Le ragazze del faro

 Alfonso Gatto scriveva:” Belle e allegre, le donne dei fari, nel vento luminoso di quella domenica, sembravano farsi festa coi propri pensieri d’amore. Concetta, la figlia di Lauro, che nella foto ha vicino il cane e se ne sta abbracciata alle due fiorenti ragazze Vitiello [Anna ed Elisa], s’era messa in testa un berretto da fantino e cantava, motteggiava, correva imbizzarrendosi dietro agli asinelli che erano scesi dal Semaforo. Non si sa a quale grazia, che è insieme gioia di vivere e contento della propria sorte, queste fanciulle nate e vissute nei fari attingano la semplicità dei modi, l’abitudine a una parlata così sciolta e canora, il gusto del vestire, la pulizia del corpo e dell’anima. Solo il mare può dare questa civiltà, il mare che scioglie ogni impaccio e propizia le sue lusinghe, i suoi inviti alle più tetre malinconie, portandole come speranze all’orizzonte. Nelle mattine chiare, Ida, Elisa, Anna, Assunta, Concetta cantano e si rispondono dalle proprie stanze annidate sul faro. Il mare batte ai loro specchi luminosi davanti al quale, esse si pettinano i lunghi capelli, guardandosi negli occhi. Tutto è azzurro e pace intorno”.

Alfonso Gatto in un articolo pubblicato sulla rivista Epoca, nel 1955, così descrive le ragazze figlie di fanalisti al faro di Punta Scorno all'isola dell'Asinara.

Delle ragazze Vitiello ne ho già scritto in un precedente post tratto dal sito "Isola Asinara" in cui si racconta del salvataggio di alcuni pescatori che stavano per annegare, nel mare in tempesta. Le ragazze,  insieme al papà Filippo Vitiello, riuscirono, con molte difficoltà, a salvare i pescatori. 

Il papà Filippo Vitiello, uno dei fanalisti del faro di Punta Scorno, all'isola dell'Asinara era di origine ponzese. Quel salvataggio riuscì  grazie alle sue competenze e al coraggio.



Foto di Mario De Biasi

domenica 12 febbraio 2023

Assunta Feola

 Assunta Feola così era conosciuta a Ponza, con il cognome del marito.  

Assunta Romano nata nel 1923 sposò  nel 1948 Salvatore Feola. Nel 1953 lasciarono la frazione di Le Forna e andarono a vivere con la piccola Maria, nella casa dietro al Comandante che diventerà prima un Affittacamere poi l'Hotel Feola.

In un locale al piano terra dove ora c'è lo studio medico del dottor Isidoro Feola, figlio di Assunta, c'era la Questura come testimonia lo spioncino che è ancora lì. Al piano terra ha soggiornato anche Tito Zaniboni confinato a Ponza. Ha ospitato anche Piccard ed il figlio, a Ponza, in occasione dell'impresa del batiscafo Trieste che raggiunse la profondità di 3150 metri al largo di Palmarola.

Nel 1969 fu costruito il piano superiore divenne così un Hotel accogliente anche grazie al contributo, alle idee innovative della figlia Maria e di suo marito Tore, chef sopraffino.

Assunta, donna sempre discreta, è riuscita a portare avanti una bella famiglia e realizzare un'importante attività turistica nel centro storico di Ponza.

Quest'anno avrebbe compiuto cento anni. 

E' bello ricordare...


Assunta Feola giovanissima, non aveva ancora vent'anni


Assunta con i figli Maria e Isidoro. La signora è la nonna paterna  


Assunta


Assunta e Salvatore Feola

Assunta



Assunta e Salvatore Feola a Gerusalemme

(Per gentile concessione della figlia Maria)

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