giovedì 30 giugno 2022

Buon viaggio Franco!!!

 Oggi è mancato improvvisamente ad Arbatax, in Sardegna, mio cugino Franco Musella. Era figlio di Silverio Musella e di mia zia Francesca Iacono. Era molto legato a Ponza dove ha trascorso una buona parte dell'infanzia con i nonni materni Peppino e Olimpia. 

Ultimamente seguiva molto i miei post su Frammenti di Ponza che apprezzava e lo portavano indietro nel tempo.

Buon viaggio Franco!!!


Franco da bambino che saluta


Franco con i suoi compagni di scuola ponzesi e la maestra Margherita. Lui in seconda fila, il terzo da sinistra


mercoledì 29 giugno 2022

Un delfino per amico

La pesca alle castardelle si pratica, fin dai tempi antichissimi, con l'aiuto dei delfini. I pescatori li seguono negli spostamenti fino a trovare i banchi di pesce che per paura dei delfini si ammassano nel tentativo ognuno di sfuggire alla cattura. Allora i pescatori circuiscono con la rete questo ammasso di pesci mentre i delfini continuano a nuotare in circolo per non farli fuggire.

In una di queste catture incappò nella rete anche un delfino. I pescatori, Carmine e Raffaele, dovettero tirarlo in barca per poterlo liberare ma solo dopo aver finito di salpare la rete con il relativo pescato.

Impiegarono non poco tempo quando udirono l'amico catturato gemere come un cucciolo, quasi rassegnato a una triste fine. 

Liberato dalla rete, prima di lasciarlo con un coltello segnarono la pinna dorsale allo scopo di poterlo riconoscere in futuro. Da allora per molto tempo quando la barca usciva dal porto quel delfino si affiancava a loro e li aiutava nella pesca. Tutti si meravigliavano della loro bravura ma pochi sapevano la storia della loro fortuna grazie all'aiuto di quel prezioso amico."


(Racconto tratto dal libro di Silverio Mazzella "Racconti e leggende dell'isola dei pescatori")


Nota: 

Raffaele e Carmine avevano assieme al fratello Americo una bella barca da pesca costruita nel cantiere Serto di Santa Maria dai carpentieri Lucio e Alberico. Fu chiamata Madonna del Carmine, Madonna alla quale erano molto devoti


Un antico proverbio ponzese dice:

"'A fère pòrte a campà u pescatore"

significa che il delfino porta da vivere al pescatore



La barca Madonna del Carmine
(Foto tratta dal libro di Silverio Mazzella "Ponzesi gente di mare. Storie di barche, di pesca, di navigazione")





Delfini 


Delfino nelle acque dell'Arcipelago Ponziano
(Immagini reperite in rete)

domenica 26 giugno 2022

Gli abbatielli di Zì Innaro

 Luigi Mazzella, come l'amico e cugino Silverio, il nipote di Zì Innaro, ebbe la cartolina precetto in un brutto momento della storia, si era da poco in guerra con l'Austria e il conflitto si era inasprito sul fronte di Vittorio Veneto. Le notizie che arrivavano dal fronte erano terribili. a migliaia i soldati erano mandati al massacro in una guerra che ricordava una carneficina. Il padre di Luigi andò da Innaro a chiedere una protezione, che non negò. Preparò due "Abbatielli" che cucì nelle pieghe dei pantaloni e raccomandò ai ragazzi di non toglierseli mai, altrimenti avrebbero perso la protezione.

La guerra finì, si ebbero azioni eroiche, fulgidi esempi di coraggio ma anche 750 mila morti.

Raccontarono poi Luigi e Silverio che in una missione rischiosissima arrampicandosi su per le montagne per portare degli obici sulla linea del fronte cadde al loro fianco una granata. Sentirono tutt'intorno volare schegge infuocate e furono scaraventati in terra svenuti. Quando rivennero e si alzarono, solo loro due, incredibilmente illesi, furono i sopravvissuti, tutti i loro compagni della squadra erano morti.

A Ponza Luigi chiese a Zì Innaro di poter conservare l'Abbatiello ma al diniego del mago di nascosto aprì le cuciture del pantalone ma non vi trovò nulla; l'abbatiello era svanito."

(Racconto tratto dal libro di Silverio Mazzella "Le ore del giorno, i giorni dell'anno, gli anni della vita")

Nota:

Abbatielle:  un piccolo sacchetto di stoffa a forma preferibilmente di cuoricino contenente immagini di Santi a cui si chiede protezione. Veniva cucito tra i vestiti dei bambini oppure si attaccava alla carrozzina del neonato. Purtroppo non riesco a trovare una foto dell'abbatielle, sarebbe interessante...









L'isola di Ponza di un tempo


Il monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale

(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)

venerdì 24 giugno 2022

La colata di piombo per San Giovanni

 Confesso che questa cosa non la sapevo. 

La molibdomanzia era un'arte divinatoria che consisteva nel versare qualche pezzo di piombo (chiumme) fuso  in una ciotola con  dell'acqua fredda e vedere quale forma assumesse nel raffreddarsi per poi  interpretarla. Era anche una protezione dagli spiriti maligni, tipo i janàre, ma serviva anche a predire il futuro. All'isola di Ponza era praticata nel giorno di San Giovanni, il 24 giugno.

Un racconto di Maria Conte da Padova che ha assistito da giovanetta a questo rito:

"Alcune amiche ed io ci riunivamo nel locale del forno di Maria Grazia (allora tra piazza e corso c'erano quattro panetterie...ora solo pizze).
Vi si accedeva dalla scaletta che porta dal Corso, poco prima del tunnel di S.Antonio sulla destra, alla banchina.
Eravamo privilegiate, per assistere al rito...
Il papà di Liliana, gran brava persona, oltre che provetto fornaio, preparava gli arnesi: un catino con l'acqua, una ciotolina di ferro, alcuni piombini, di quelli che si usavano per la confezione dei pacchi postali.
Nel silenzio più assoluto, circondato da noi, che seguivamo il tutto con gli occhi sgranati e un pò di paura, don Benedetto poneva due, tre piombini nella ciotola, sulla brace. Il piombo si liquefaceva piano piano.
Quando la piccola massa argentea era del tutto pronta, con maestria, il nostro amico la versava nel catino, dove sfrigolando e schiumando, si rapprendeva in piccoli, vari corpuscoli dalle forme strane.
Quando tutto si era raffreddato, don Benedetto prendeva alcuni frammenti rappresi, ce li mostrava e dall'immagine che ciascuno di loro suscitava, ne traeva auspici...sempre buoni e confortanti, logico.
Finalmente, serene e consolate da uno "scagliuozzo", omaggio del fornaio ce ne andavamo."

Nota:
Scagliuozzo era una focaccina fatta con la farina di granturco, uva passa ed un pò di sugna


Pezzetti di piombo


Qui c'era il forno di Maria Grazia


Il Corso da cui si raggiungeva il forno di Maria Grazia


Poi scendevano queste scalette


L'isola di Ponza di tanto tempo fa


I janàre (streghe, spiriti maligni)

martedì 21 giugno 2022

San Silverio ad Arbatax

 Il 20 giugno in ogni luogo dove c'è un ponzese si festeggia San Silverio.

Anche ad Arbatax, borgo marinaro della Sardegna, dove c'è una bella comunità di ponzesi, di cui alcuni sono miei parenti, ieri si è portato in processione San Silverio.

La statua di San Silverio è stata imbarcata sulla motonave Borea di mio cugino Ciro Iacono per la processione in mare.

Le foto sono state inviate da mia cugina Amelia Musella.















Nelle ultime due foto San Silverio sulla motonave Borea (Foto inviate da Lorenzo Iacono)



lunedì 20 giugno 2022

San Silverio oggi a Golfo Aranci

 A Golfo Aranci, in Sardegna, c'è una comunità ponzese che oggi, 20 giugno, festeggia San Silverio.

Dove c'è un ponzese c'è San Silverio...

Queste foto mi sono state inviate da Tiziana Varchetta scattate dalla signora Paola che ha curato anche l'addobbo del Santo









domenica 19 giugno 2022

Buon San Silverio!!!

 Buon San Silverio!!!

E' l'augurio che ci scambiamo tra ponzesi il 20 giugno ma che va oltre, ormai sono molti i forestieri che amano così tanto Ponza da seguirne anche le tradizioni come il culto di San Silverio.
La processione con la statua del Santo posizionata nella barchetta colma di garofani rossi è il momento più toccante della festa.
Molti seguono con le barche il Santo quando viene portato da un peschereccio nella baia del porto per la benedizione in memoria dei caduti in mare.
Un tempo San Silverio veniva portato in processione sopra un trono poi su una barca ma quella odierna venne costruita dal maestro d'ascia, Ciro Iacono, più vicina ai modelli di imbarcazioni ponzesi, nei primi anni sessanta,
San Silverio è presente in noi ponzesi fin dai primi istanti della nostra vita. Nei momenti di difficoltà è a Lui che ci rivolgiamo, come ad un padre.
L'immagine di San Silverio è ovunque nell'isola, nelle case, in edicole votive, sulle imbarcazioni...
La devozione verso San Silverio oltrepassa i confini dell'isola...dove c'è un ponzese c'è San Silverio


Questo bel dipinto di San Silverio è stato realizzato dalla pittrice  Florentine Wallner, di origine tedesca ma ponzese d'adozione (a tedesca d'a Ravia)


San Silverio, giugno 2022

giovedì 16 giugno 2022

Una terribile tempesta

 "Il grigio profilo dell'isola si stagliava netto all'orizzonte. Partiti da Ponza la sera precedente e dopo una navigazione con mare calmo e una brezza tesa e fresca di Libeccio, che avevano favorito la traversata, la Sardegna era in vista. Da lì a poche ore avrebbero potuto consegnare posta e masserizie ai ponzesi che su piccoli gozzi erano disseminati lungo la costa sarda per la pesca dei coralli e delle aragoste.

Zì Rocco al timone si accese la pipa dal fornelletto di creta e chiamò a raccolta i due ragazzi di bordo, Gennaro, 12 anni, al suo secondo imbarco e Domenico suo figlio di un anno più grande. Il tempo stava cambiando e quei nuvoloni neri che spuntavano dalle alture dell'ormai vicina costa non gli piacevano. Non gli piacevano affatto, anzi lo preoccupavano molto.

Dopo tanta esperienza di navigazione sapeva benissimo che erano foriere di tempesta e quando più è improvvisa tanto più è violenta. Bisognava prepararsi ad affrontarla nel migliore dei modi. Diede ordine di cogliere bene le sartie, sistemare tutto ciò che si poteva sotto coperta e di sgottare completamente l'acqua dalla sentina.

Tutto doveva essere in ordine perchè in pochi attimi nel pieno della tempesta anche la migliore situazione può rovinosamente precipitare. Velocissimo il fronte della tempesta sorprese la piccola imbarcazione precludendo qualsiasi via di fuga verso una baia ridossata.

Non rimaneva che affrontare il fortunale. La barca fu raggiunta da raffiche di vento forte e gelido che strapparono l'unica vela terzarolata issata per mettersi alla cappa e da onde poderose che la sballottavano come un guscio di noce. Il timone non rispondeva più, erano alla deriva. Giunta la notte il mare era peggiorato.

La barca, ormai ingovernabile, fu investita da un'onda gigantesca, montò da prua spazzando tutto quando trovò sul suo cammino e Domenico, preso in pieno, venne scaraventato in mare. Negli occhi del vecchio padre la disperazione nella consapevolezza di non poter fare nulla in quel buio. Solo un miracolo poteva essere d'aiuto e alla supplica che istintivamente e con devozione rivolse a San Silverio per salvargli il figlio quindicenne fece seguito l'abbattersi sulla barca di un'altra grande onda che gli riportò Domenico sulla coperta sano e salvo.

Non poteva permettersi altri rischi: legò Gennaro e Domenico all'albero maestro e se stesso al timone. La coperta della piccola barca era spazzata continuamente da onde che mise a dura prova la tenuta delle cime che legavano i due ragazzi che continuamente investiti per ore dall'acqua gelida persero i sensi. Per tutta la notte il vecchio lottò da solo con tutte le forze mettendo a frutto le esperienze della sua lunga vita da navigante. Continuamente rifornì d'olio il sacco che trainava a poppa per calmare le onde come in una sorta d'offerta sacrificale assieme all'invocazione dei santi protettori. 

Quando la furia della tempesta nella notte cominciò a dare segni di stanchezza anche il vecchio stremato si lasciò andare e cadde in un torpore che lo avvolse in un sonno incontrollato e perse i sensi. Il tepore del sole dell'alba sul viso li svegliò, erano su un mare ormai calmato. La barca dondolava pigramente senza un alito di vento cullata da lunghe onde di risacca. Erano giunti sulla costa laziale. Per tutta la notte la barca, sospinta da onde e vento, aveva percorso a ritroso la rotta guadagnata con la navigazione. Le vele erano lacere e la coperta devastata, ma erano salvi."

(Racconto tratto dal libro di Silverio Mazzella "Ponzesi gente di mare. Storie di barche, di pesca, di navigazione")



Mare in tempesta (Foto di Dimitri Scripnic)



Nel mare in tempesta (Foto di Pierre-Yves Decosse ) 

lunedì 13 giugno 2022

L'isola di Ponza ha un nuovo sindaco

 Da oggi, 13 giugno 2022, l'isola di Ponza ha un nuovo sindaco, Francesco Ambrosino. Una persona giovane, preparata che con la sua bella squadra è riuscita ad entrare nel cuore della gente ponzese.

Sicuramente darà una svolta alla nostra isola. 

Buon vento sindaco!!!


Il sindaco Francesco Ambrosino oggi mentre festeggia la vittoria



Il Comune di Ponza

venerdì 10 giugno 2022

San Silverio nelle vetrine dell'isola di Ponza

 In occasione della festa di San Silverio, nelle vetrine dei negozi dell'isola di Ponza non può mancare una statua o un'immagine del Santo.

E' una cosa bella ed è testimonianza d'amore verso San Silverio.

In ogni casa, in ogni locale c'è una statua di San Silverio ed è a Lui che ci rivolgiamo nei momenti di difficoltà come ad un padre.

Dove c'è un ponzese c'è San Silverio



Foto di Erika Di Loreto














Foto di Annalisa Sogliuzzo, giugno 2021

mercoledì 8 giugno 2022

Ardìga

 Nel dialetto ponzese l'ortica viene chiamata ardìga. E' una pianta molto diffusa nell'arcipelago Ponziano.

"I gonfiori causati alla pelle dal contatto con le foglie, venivano alleviati strofinando sulla parte la parietaria e recitando più volte: " Fùje fùje ardìga c'à mò ven'à paretàne" (Scappa, scappa ortica perchè ora arriva la parietaria"

(Dal libro di S. G.  Mazzella "Flora illustrata di Ponza - Gavi- Palmarola - Zannone - Ventotene - S.Stefano")

Ma sulla pagina Facebook "ERBE SELVATICHE D'ITALIA" ho trovato qualche notizia in più su questa pianta.

"Dall’antichità è considerata erba dalle proprietà depurative e afrodisiache.
Data la sua presenza costante tra i ruderi, sede di anime vaganti, nel Medioevo era considerata l’erba delle streghe e poi degli alchimisti.
Ricchissima di ferro e di azoto, è sempre stata usata per curare gli anemici, aggiunta al mangime in avicoltura, per la difesa contro le forme influenzali dei primi freddi.
Gli utilizzi sono pressoché infiniti: con le ortiche anticamente si fustigavano le parti malate del corpo per stimolare la reazione (in caso di dolori articolari, reumatismi, etc.).
Il decotto era consigliato per eliminare gli acidi urici, per remineralizzare, e nei casi di gotta. Si diceva fermasse le emorragie.
Gli scandinavi e gli anglosassoni usavano gettarne foglie sul fuoco per proteggersi contro i fulmini.
La notte di Beltaine (1 maggio) era considerata la “notte delle ortiche” e i ragazzi uscivano per i sentieri con mazzi di ortica e colpivano scherzosamente i loro compagni e le ragazze: si pensa che questa usanza si colleghi al fatto che aiuti a eliminare reumatismi e dolori muscolari, così da risvegliare il corpo dopo il torpore invernale. Nello stesso giorno, a Galway, si usava raccogliere le ortiche e farne un estratto per purificare il sangue e “mantenere il fuoco” nel corpo per il resto dell’anno."




Ortica in fiore 


(Le foto sono tratte dalla pagina Facebook "ERBE SELVATICHE D'ITALIA")


lunedì 6 giugno 2022

Un bel dipinto di San Silverio

 Sul muro di un'abitazione, in una nicchia,  a Le Forna, isola di Ponza, c'è un bel dipinto che raffigura San Silverio sopra un mare in tempesta. 

San Silverio viene invocato nei momenti di difficoltà dai ponzesi, ovunque si trovino.

Le foto sono del 2015 e l'autore del dipinto è Salvatore Balzano (Ciciotto).





venerdì 3 giugno 2022

La pioggia delle rose rosse

 A Roma, il giorno di Pentecoste c'è la pioggia delle rose rosse.

Dall'ampia apertura circolare della cupola, l'oculus centrale, i vigili del fuoco lasciano cadere, all'interno del Pantheon, migliaia di petali di rose rosse.
E' un antico rito religioso che risale al Medioevo, simboleggia la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli, sotto forma di fiammelle rappresentate dai petali.
Questa cosa mi ha fatto ritornare in mente che anche nella nostra chiesa di Ponza, perlomeno ai tempi di Monsignor Dies, il giorno di Pentecoste si lanciavano i petali di rose all'inizio della messa.
Io ho questo ricordo, chissà se questo avviene ancora, non lo so...


La pioggia di rose rosse al Pantheon


I petali lentamente cadono come una pioggia


L'interno della chiesa dell'isola di Ponza
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