Così racconta Norman Douglas, in Isole d'estate, la sua passeggiata al Faro della Guardia quando, nel 1908 visitò Ponza:
Visitando l'isola non bisogna trascurare la passeggiata al Nuovo Faro (effettuandola possibilmente di pomeriggio, quando c'è un pò d'ombra).
La torre si trova appollaiata su una guglia rocciosa, all'estrema punta meridionale di Ponza, ed il sentiero per arrivarci inizia inerpicandosi sulla collina che è alle spalle del paese.
Ecco distendersi l'intera isola ai nostri piedi: la sagoma circolare del porto ( un cratere vulcanico estinto), e sullo sfondo una serie di colline ove spicca, simile ad una miriade di puntini bianchi, la moltitudine di bianchi casolari.
Proseguendo il cammino s'incontra ben presto una biforcazione: un ramo ripidamente in salita si dirige verso Monte Guardia, la più alta cima di Ponza che ospita un semaforo ed una stazione radio.
L'altro ramo invece passa sotto quelle balze color pece e, dopo aver traversato gallerie e superati taglienti spigoli rocciosi, s'inerpica fino a giungere ad uno spiazzo artificiale sul quale, all'estrema punta del promontorio, s'erge la torre del faro.
Resta un enigma come i ponzesi siano riusciti a portarla fin lì.
Indubbiamente questa strada costituisce un brillante lavoretto ingegneristico:
non stupisce che abbia richiesto in sacrificio d'un certo numero di vite umane.
La roccia del promontorio è semplice trachite, ma ciò non impedisce che- veduta dal mare, alla prima luce del mattino- l'intera montagna appaia carica di riflessi rosati così intensi da sembrare finti, come prodotti da un sogno.
Questo è l'incanto di Ponza.
(Le foto sono di Dimitri Scripnic)
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