Così racconta Mario Magri di questo brutto periodo:
"Anche i ponzesi non erano lasciati in pace. Minacce, perquisizioni ed angherie erano il pane quotidiano della popolazione che subiva a malincuore, ma aveva paura di protestare apertamente. Una sera un ragazzo di circa dieci anni che non si era fermato all'ordine di una sentinella, fu freddato da un colpo di fucile. I pescatori vedevano le loro reti strappate e la pesca disturbata dai "mas" che facevano servizio attorno all'isola. Una notte un milite cadde in un burrone e si ruppe l'osso del collo. Siccome era inverno e non si trovavano fiori in paese, i militi andarono al cimitero e devastarono una grande quantità di tombe per avere la possibilità di ricavare qualche grama corona. Quello fu un gesto che indignò in modo estremo tutta la popolazione religiosa ed attaccata al culto dei morti, ma nessun reclamo fu fatto per timore di rappresaglia da parte di quei malviventi."
Scrive ancora Silverio Corvisieri:
" Il ragazzo di cui scrisse il Magri era il dodicenne Salvatore Scotti che fu ucciso il 20 settembre 1932 da una sentinella di guardia al Bagno Vecchio. Si racconta che il milite avesse ordinato al ragazzo di andargli a prendere dell'uva nella vigna del padre e, imbestialito per il rifiuto del piccolo Salvatore, gli sparò una fucilata. Il cadavere del piccolo fu portato immediatamente dai militi fascisti al cimitero; ai genitori fu impedito di vedere il corpo del ragazzo; essi furono minacciosamente invitati a non presentare denuncia all'autorità giudiziaria. Il padre, Carlo Scotti, fu obbligato, cinque giorni dopo, a denunciare la morte del figlio per "cause naturali". Alcuni giorni dopo questo gravissimo episodio, sui muri dell'isola apparve la scritta: "chi tocca la milizia avrà del piombo" "
Chissà quante altre storie ci sono...
Il luogo in cui fu ucciso il giovane Salvatore Scotti. Si intravedono i resti, forse, della garitta di guardia del milite
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