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domenica 6 luglio 2025

I chiapparièlli

 Nel dialetto ponzese i chiapparièlli sono i capperi.

Queste piante si possono trovare all'isola di Ponza sulla parete prima della galleria che da Giancos porta a Santa Maria e credo stiano lì da tantissimi anni.
A Ponza le piante le troviamo soprattutto in luoghi rocciosi o nei muri di contenimento.
Il cappero è il bocciolo del fiore non ancora aperto.
Si conservano sotto sale oppure sott'olio.

Fiori di chiapparièlli (Foto di Annalisa Sogliuzzo)




giovedì 19 giugno 2025

Buon San Silverio!!!

Il 20 giugno ogni ponzese ovunque si trovi rivolge il proprio pensiero al suo Santo protettore, San Silverio.

San Silverio è presente in noi ponzesi fin dai primi istanti della nostra vita. Nei momenti di difficoltà è a Lui che ci rivolgiamo, come ad un padre.
L'immagine di San Silverio è ovunque nell'isola, nelle case, in edicole votive, sulle imbarcazioni. 

All'isola di Ponza San Silverio viene portato in processione in una barchetta colma di garofani rossi.

La devozione verso il Santo oltrepassa i confini dell'isola, dove c'è un Ponzese c'è San Silverio

Buon San Silverio!!!

Foto di Annalisa Sogliuzzo


venerdì 6 giugno 2025

La malva arborea

 Di questa pianta dai fiori bellissimi non ne conoscevo il nome ed ho fatto qualche ricerca per saperne di più.

E'  la Lavatera o Malva arborea (Malvone maggiore) e in dialetto ponzese viene chiamata Màura o Marvòne. 
Cresce nei terreni incolti delle nostre isole (Arcipelago Ponziano) ma anche lungo le spiagge o le strade.
E' una pianta officinale con proprietà antinfiammatorie, emollienti e lassative. E' utile per la tosse, il mal di gola, la stitichezza e le irritazioni cutanee.

Isola di Ponza, foto di Annalisa Sogliuzzo







sabato 19 aprile 2025

BUONA PASQUA!!!

 Con la speranza di un mondo migliore, di speranza e soprattutto di pace

BUONA PASQUA!!!


Isola di Ponza, foto di Annalisa Sogliuzzo

domenica 23 febbraio 2025

Il nostro protettore

 In queste foto che ha scattato Annalisa Sogliuzzo dal suo terrazzo una piccola statua di San Silverio scruta il mare della nostra isola. 

Oggi in questa zona dell'isola di Ponza, Le Forna, si festeggia il nostro Santo protettore a cui ci rivolgiamo nei momenti di difficoltà proprio come a un padre. 

Pensiamo ai nostri pescatori quante volte, durante le tempeste, lo hanno invocato. 

Da più di cento anni si festeggia anche a febbraio prima della loro partenza per i lunghi mesi di pesca.



 

domenica 9 febbraio 2025

Un medico venuto da lontano

 Il lungomare di Giancos, a Ponza, è intitolato a Giuseppe Cesarano, un medico venuto da lontano, una figura che pochi conoscono.

Ernesto Prudente racconta la storia di questo medico nel libro Fogli Sparpagliati.
Ecco cosa scrive: "Dal 1953 al tronco stradale che attraversa la parte bassa del rione è stato dato il nome di Lungomare Cesarano.
Giuseppe Cesarano, Cavaliere della Corona d'Italia e medaglia d'argento per le benemerenze alla Salute Pubblica, è un medico. Un medico che una commissione di isolani, nata per ricercare un sostituto al sanitari che aveva abbandonato l'isola lasciando la comunità ponzese senza assistenza medica, riuscì a rintracciare a Napoli.
Il dottor Giuseppe Cesarano si era rifugiato a Napoli dopo aver anch'esso, abbandonato Scansano, un comune del grossetano dove esercitava la sua professione, perchè l'ultimo dei suoi quattro figli si era ammalato di malaria. Gli altri tre li aveva perduti a Berbenno, un comune in provincia di Sondrio, dove era stato incaricato di reggere la condotta medica. Sia a Berbenno che a Scansano gli vennero riconosciuti meriti per i suoi straordinari servigi sanitari che, purtroppo, non furono di freno per farlo rimanere.
Questo gruppo di isolani, dopo giornate di implorazioni, riuscì a convincerlo. Il difficile fu, però, persuadere la moglie, dopo le disgrazie che le erano capitate, ad accettare questa nuova sede che presentava difficoltà naturali.
Superato l'ostacolo versarono immediatamente l'anticipo del primo stipendio. Quando la famiglia Cesarano si presentò all'imbarco per raggiungere la nuova destinazione, il figlio era ancora affetto da febbre malarica.
A Ponza venne accolto come un salvatore della patria. E lo fu.
Un anno dopo, nell'anniversario della sua venuta a Ponza, il consiglio comunale, con proprio deliberato gli manifestò la riconoscenza, la fiducia e l'affetto dell'intera cittadinanza.
Il dottor Cesarano visse a Ponza per oltre vent'anni. In questo lungo periodo, la sua distrazione consisteva in qualche mezza giornata di svago durante il passaggio delle quaglie, in primavera, e delle beccacce in autunno. Era un cacciatore.
Abitava sulla collina della Madonna, di fronte alla Torre Farnese, nella casa che oggi è proprietà della famiglia Vitiello.
Iniziava al mattino molto  presto la sua attività professionale per disporre del tempo necessario per recarsi in giro, "arrampicandosi per strade e balze scoscese e dirupate, su e giù per le colline, per viottoli impervi, conoscendo gli anfratti e le casette, i tuguri e le grotte via via trasformate, con la sua collaborazione, in saluberrime abitazioni.
Il suo sguardo, entrando, correva sui pavimenti e le pareti, prima che sugli inquilini. Tutto doveva essere candido di calce viva, fin dalle terrazze antistanti, le stalle e le strade di accesso.
Il secchio e il relativo pennello e la sua provvista di calcina e il fresco odore della recente imbiancatura erano lì a testimoniare che venivano rispettate rigorosamente e non per compiacerlo, le regole di igiene da lui dettate nelle tristi contingenze delle epidemie di tifo, colera, morbillo, influenza che monna terraferma di volta in volta inviava.
Nell'imperversare della epidemia colerica, qui sulla nostra derelitta isola, c'era il dottor Cesarano, armato esclusivamente della sua abnegazione e del suo coraggio, virtù che avrebbero rasentato l'incoscienza se non si fossero appoggiate a somma cultura, arte, serenità e buonsenso e specialmente al più alto senso sentimento della propria responsabilità e del proprio dovere.
Non v'era ora di giorno o di notte che, con qualunque tempo, piovoso o ventoso, o sereno o accecante di sole, si arrestasse l'opera sua di soccorso.
L'ammalato non ha ore ma quelle di notte pesano di più."
Per i suoi meriti la Prefettura  di Terra di Lavoro, oggi Caserta, gli assegnò per ordini superiori, il Diploma di nomina a Cavaliere della Corona d'Italia e, successivamente, la stessa Prefettura di Terra di Lavoro gli notificò un decreto firmato da Sua Maestà con il quale si conferiva la medaglia d'argento della Salute Pubblica per essersi distinto nella propagazione del vaccino durante la diffusione di malattie infettive.
Per questi ed altri meriti il Comune di Ponza gli dedicò quella strada."
Dalle parole di Ernesto si capisce bene che il dottor Cesarano svolse la professione di medico come una missione.
Certo per la Ponza di quei tempi, 1877, l'arrivo di questo medico fu una fortuna, che prese a cuore la sorte  degli isolani, conquistando la loro fiducia.
I medici di oggi sono chiusi nel loro studio e raramente vanno a visitare a casa i loro pazienti.


Il medico Giuseppe Cesarano abitava sulla collina della Madonna (Foto di Rossano di Loreto)


Lungomare Cesarano (Giancos)


In questo gruppo di persone il medico Giuseppe Cesarano e il sindaco Vincenzo De Luca (con i baffi bianchi)


La Spiaggia di Giancos (foto di Annalisa Sogliuzzo)




Spiaggia di Giancos, lungomare Cesarano (Foto di Rossano Di Loreto)

domenica 19 gennaio 2025

Buon viaggio Maria!!!

 Qualche giorno fa è scomparsa Maria Conte ponzese ma da una vita a Padova.

Era una donna di grande cultura, ha insegnato Lettere nelle scuole Medie,  che nonostante fosse ultranovantenne riusciva a parlare con i giovani, era al passo con i tempi.

Ricordava con nostalgia la sua vita a Ponza, le tradizioni, le persone.

Spesso mi inviava storie, dettagli della vita ponzese di un tempo e gradiva molto che le pubblicassi sul mio blog che seguiva con interesse.

Ogni estate tornava nella sua amata isola, nella sua casa "ncòppe a Pònte" da cui osservava il paesaggio straordinario. Quest'estate, purtroppo, è mancata all'appuntamento...

Era molto amica della mia famiglia, mio padre, Ciro, le aveva costruito la sua prima barca. 

Un altro pezzo di storia di Ponza che se ne va... 

Mi sembra doveroso ricordarla...

Buon viaggio Maria!!!



In questa foto di tanti anni fa a destra Maria Conte sorridente con la sua amica Mamena Di Monaco, davanti al bar Tripoli


In questa foto si vede la sua casa  (Foto di Annalisa Sogliuzzo)



giovedì 16 gennaio 2025

A Sant'Antuono maschere e suoni

 A Sant'Antuono maschere e suoni.

Questo detto è riferito a Sant'Antonio abate che si festeggia il 17 gennaio, giorno in cui entra ufficialmente il Carnevale. Il culto di questo Santo fu portato all'isola di Ponza dai coloni ischitani.
In questo giorno, il 17 gennaio,  si facevano dei falò ed io ricordo quello dìnte u vico, Corso Umberto.

Racconta Aniello De Luca, memoria storica dell'isola, che nel vico Corso Umberto la famiglia Ambrosino con tutto il vicinato facevano un bel falò. La signora Diana lanciava dal balcone una vecchia sedia da bruciare, gli altri portavano le frasche usate per il presepe che alimentavano il fuoco. Poi si portava la carbonella che sarebbe servita per il braciere a zì Verucciella, zì Miliuccia, zì Olimpia, Nduniella...

Il giorno seguente Cicciariello, lo spazzino, puliva la strada.

Questo rito si lega al momento in cui torna la luce, le giornate cominciano ad allungarsi, portando vita e fertilità nei campi.

Che bella tradizione!!!

A proposito di Sant'Antonio Abate c'è anche questo detto all'isola di Ponza:
Sant'Antonio dalla barba bianca, famme truà chelle ca me manche

Nella zona di Sant'Antonio in una mappa del XVI secolo è indicata una Cappella dedicata al Santo che non viene menzionata però dal Pacichelli nel suo viaggio a Ponza avvenuto nel 1685.
Il Tricoli nella Monografia per le isole del gruppo Ponziano scrive:
"Nella medesima spiaggia è piantato questo vasto monumento tutto di mattoni, marmi o fabbrica reticolata, ed era in tre comprese, la prima un rettangolo, attualmente coverta dalla fabbrica del Parroco Vitiello, la seconda sferica con vasta vasca per accumulare l'acqua sorgiva delle Forna per uso delle sacre obluzioni, ed in ultimo un esagono. Lo stucco lucido è gremito di vario dipinto, coi pezzi di colonna, capitelli, ed altri intagli su marmi. Gli affreschi, e bassi rilievi simbolici tra i rottami, indicano che il tempio era dedicato ai cennati Dioscuri, anche perchè non è presumibile, che i Ponzesi avessero trascurato il culto a tali protettori marini.
Vi fu sostituito Sant'Antuono dei marinari, finchè i barbari lo diroccarono." 
Quindi al culto dei Dioscuri successe quello di Sant'Antonio Abate a cui erano devoti i coloni ischitani.


Località Sant'Antuono, foto di Annalisa Sogliuzzo



Via Sant'Antuono

Un falò


Corso Umberto chiamato, un tempo, Vico Mazzini


Un'immagine di Sant'Antonio abate



mercoledì 15 gennaio 2025

Levantàte

 In inverno può accadere che l'isola di Ponza sia colpita da violente mareggiate di Levante, un vento che spira da est. 

Sono memorabili le traversate in nave, quando parte, con il mare ingrossato da questo vento.

Negli anni '70 (credo il 1973), nei giorni precedenti al Natale, noi studenti che dovevamo tornare all'isola, dalle nostre famiglie per le vacanze rimanemmo fermi a Formia per due giorni. Ricordo che fui ospitata da mia zia Olga, sorella di mia madre. Finalmente il terzo giorno la nave partì ma il mare era ancora molto mosso e non si sapeva se avrebbe attraccato al molo. C'era il rischio che avrebbe dovuto sostare a Cala Feola, nell'altro versante dell'isola, dove era più riparata dal levante, e far scendere i passeggeri con delle scialuppe. Per fortuna ciò non avvenne.

In questi giorni di gennaio 2025 da Ponza giungono alcune foto 


La Parata, foto di Maurizio Musella








Foto di Annalisa Sogliuzzo












Foto di Rossano Di Loreto

domenica 5 gennaio 2025

La Befana vien di notte...

 Una famosa filastrocca recita così:

La Befana vien di notte

con le scarpe tutte rotte

col vestito alla romana

viva viva la Befana

Un ricordo dell'infanzia è quando mettevamo la calza in attesa della Befana. 

Qualche bambino la metteva vicino al camino oppure vicino ad una finestra ed al risveglio era una gioia trovare dei giochi ma poteva esserci anche qualche pezzetto di carbone.

Un'infanzia meravigliosa all'isola di Ponza...

Questa è la notte della Befana che passerà volando su una scopa con un sacco pieno di giochi e dolciumi. 

I bambini fanno dolci sogni...


L'alba del 5 gennaio 2025 all'isola di Ponza (Foto di Rossano Di Loreto)


La Befana vola...

giovedì 2 gennaio 2025

Viva l'abbate

 Un tempo la battitura del tetto di una casa dopo l'impermeabilizzazione  era un evento all'isola di Ponza.

L'impermeabilizzazione  avveniva con uno strato di lapilli (malta di calce mista a brecciolini di mare e sabbia) battuto con mazzuoli di legno per compattarla.

Per la festa  del lastrico gli amici e i parenti omaggiavano chi faceva la gettata del solaio di una nuova casa. In un cesto coperto da un panno colorato si potevano trovare il coniglio, il pollo, la pasta, il vino, le zeppole ed altra roba. Quando arrivava  questo cesto gli operai che battevano il tetto con una grossa mazzola gridavano " viva l'abbate". Gli " abbate" venivano consumati da tutti, operai e familiari alla fine della giornata di lavoro. 

Io ricordo, quando fecero la gettata del solaio dell'Hotel Bellavista di Linda Verde, nel 1967 (credo), sulla Parata, la bandiera tricolore esposta sull'edificio in costruzione e le zeppole.

Ma già nell'Ottocento...

Il Tricoli così scrive nel 1855:

" ABBATO - Allorchè si battono gli astici delle case vi si alzano bandiere e pezzuole, ed i congiunti cogli aderenti mandano del vino, carna, frittelle, maccheroni ed altri doni posti in cesta guarnita di stoffe con fettuccie, laccettini di oro ed altri ricchi arnesi. allo arrivo i travagliatori festeggiano colle ripetute grida di "viva l'abbato", e sparo di fucili; e del tutto ne fanno un banchetto." 

Usanze antiche...



Il tetto a cupola di una casa ponzese (estate 2017)



Tetti a cupola a Le Forna, isola di Ponza, in lontananza Palmarola (Foto di Annalisa Sogliuzzo)




Un cesto come dono (immagine reperita in rete)
 

domenica 29 dicembre 2024

Nell'edicola di Ponza

 Nell'edicola di Ponza, sulla piazzetta di Sant'Antonio, c'è questa bella Natività.

Annalisa Sogliuzzo è colei che ha allestito ed ha scattato la foto



venerdì 27 dicembre 2024

Cala Fonte com'era

 All'isola di Ponza, in località Le Forna, c'è una Cala splendida che però oggi non ha più l'aspetto originario. 

I pescatori la utilizzavano per ricoverare le loro piccole barche.

I coloni nel '700 scavarono nella roccia per riporre i loro attrezzi da pesca ma oggi le mareggiate e i fenomeni atmosferici hanno cambiato le sembianze della Cala. 

Già negli anni '40 crollò l'arco di tufo giallo che collegava lo scoglio con il costone e distrusse molte imbarcazioni.

Ma nel tempo ci sono stati altri crolli come quello nel dicembre 2017 e recentemente nel mese di maggio di quest'anno.

Comunque resta un angolo meraviglioso








Mareggiata del 28 dicembre 1999, il crollo

(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)


21 novembre 2024 (Foto di Annalisa Sogliuzzo)
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