Nel dialetto ponzese i chiapparièlli sono i capperi.
A Ponza le piante le troviamo soprattutto in luoghi rocciosi o nei muri di contenimento.
Il cappero è il bocciolo del fiore non ancora aperto.
Si conservano sotto sale oppure sott'olio.
Nel dialetto ponzese i chiapparièlli sono i capperi.
Il 20 giugno ogni ponzese ovunque si trovi rivolge il proprio pensiero al suo Santo protettore, San Silverio.
All'isola di Ponza San Silverio viene portato in processione in una barchetta colma di garofani rossi.
La devozione verso il Santo oltrepassa i confini dell'isola, dove c'è un Ponzese c'è San Silverio
Buon San Silverio!!!
Foto di Annalisa Sogliuzzo
Di questa pianta dai fiori bellissimi non ne conoscevo il nome ed ho fatto qualche ricerca per saperne di più.
E' la Lavatera o Malva arborea (Malvone maggiore) e in dialetto ponzese viene chiamata Màura o Marvòne.Con la speranza di un mondo migliore, di speranza e soprattutto di pace
BUONA PASQUA!!!
Isola di Ponza, foto di Annalisa Sogliuzzo
In queste foto che ha scattato Annalisa Sogliuzzo dal suo terrazzo una piccola statua di San Silverio scruta il mare della nostra isola.
Oggi in questa zona dell'isola di Ponza, Le Forna, si festeggia il nostro Santo protettore a cui ci rivolgiamo nei momenti di difficoltà proprio come a un padre.
Pensiamo ai nostri pescatori quante volte, durante le tempeste, lo hanno invocato.
Da più di cento anni si festeggia anche a febbraio prima della loro partenza per i lunghi mesi di pesca.
Il lungomare di Giancos, a Ponza, è intitolato a Giuseppe Cesarano, un medico venuto da lontano, una figura che pochi conoscono.
Qualche giorno fa è scomparsa Maria Conte ponzese ma da una vita a Padova.
Era una donna di grande cultura, ha insegnato Lettere nelle scuole Medie, che nonostante fosse ultranovantenne riusciva a parlare con i giovani, era al passo con i tempi.
Ricordava con nostalgia la sua vita a Ponza, le tradizioni, le persone.
Spesso mi inviava storie, dettagli della vita ponzese di un tempo e gradiva molto che le pubblicassi sul mio blog che seguiva con interesse.
Ogni estate tornava nella sua amata isola, nella sua casa "ncòppe a Pònte" da cui osservava il paesaggio straordinario. Quest'estate, purtroppo, è mancata all'appuntamento...
Era molto amica della mia famiglia, mio padre, Ciro, le aveva costruito la sua prima barca.
Un altro pezzo di storia di Ponza che se ne va...
Mi sembra doveroso ricordarla...
Buon viaggio Maria!!!
In questa foto di tanti anni fa a destra Maria Conte sorridente con la sua amica Mamena Di Monaco, davanti al bar Tripoli
A Sant'Antuono maschere e suoni.
Racconta Aniello De Luca, memoria storica dell'isola, che nel vico Corso Umberto la famiglia Ambrosino con tutto il vicinato facevano un bel falò. La signora Diana lanciava dal balcone una vecchia sedia da bruciare, gli altri portavano le frasche usate per il presepe che alimentavano il fuoco. Poi si portava la carbonella che sarebbe servita per il braciere a zì Verucciella, a zì Miliuccia, a zì Olimpia, a Nduniella...
Il giorno seguente Cicciariello, lo spazzino, puliva la strada.
Questo rito si lega al momento in cui torna la luce, le giornate cominciano ad allungarsi, portando vita e fertilità nei campi.
Che bella tradizione!!!
In inverno può accadere che l'isola di Ponza sia colpita da violente mareggiate di Levante, un vento che spira da est.
Sono memorabili le traversate in nave, quando parte, con il mare ingrossato da questo vento.
Negli anni '70 (credo il 1973), nei giorni precedenti al Natale, noi studenti che dovevamo tornare all'isola, dalle nostre famiglie per le vacanze rimanemmo fermi a Formia per due giorni. Ricordo che fui ospitata da mia zia Olga, sorella di mia madre. Finalmente il terzo giorno la nave partì ma il mare era ancora molto mosso e non si sapeva se avrebbe attraccato al molo. C'era il rischio che avrebbe dovuto sostare a Cala Feola, nell'altro versante dell'isola, dove era più riparata dal levante, e far scendere i passeggeri con delle scialuppe. Per fortuna ciò non avvenne.
In questi giorni di gennaio 2025 da Ponza giungono alcune foto
La Parata, foto di Maurizio Musella
Una famosa filastrocca recita così:
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
col vestito alla romana
viva viva la Befana
Un ricordo dell'infanzia è quando mettevamo la calza in attesa della Befana.
Qualche bambino la metteva vicino al camino oppure vicino ad una finestra ed al risveglio era una gioia trovare dei giochi ma poteva esserci anche qualche pezzetto di carbone.
Un'infanzia meravigliosa all'isola di Ponza...
Questa è la notte della Befana che passerà volando su una scopa con un sacco pieno di giochi e dolciumi.
I bambini fanno dolci sogni...
L'alba del 5 gennaio 2025 all'isola di Ponza (Foto di Rossano Di Loreto)
Un tempo la battitura del tetto di una casa dopo l'impermeabilizzazione era un evento all'isola di Ponza.
L'impermeabilizzazione avveniva con uno strato di lapilli (malta di calce mista a brecciolini di mare e sabbia) battuto con mazzuoli di legno per compattarla.
Per la festa del lastrico gli amici e i parenti omaggiavano chi faceva la gettata del solaio di una nuova casa. In un cesto coperto da un panno colorato si potevano trovare il coniglio, il pollo, la pasta, il vino, le zeppole ed altra roba. Quando arrivava questo cesto gli operai che battevano il tetto con una grossa mazzola gridavano " viva l'abbate". Gli " abbate" venivano consumati da tutti, operai e familiari alla fine della giornata di lavoro.
Io ricordo, quando fecero la gettata del solaio dell'Hotel Bellavista di Linda Verde, nel 1967 (credo), sulla Parata, la bandiera tricolore esposta sull'edificio in costruzione e le zeppole.
Ma già nell'Ottocento...
Il Tricoli così scrive nel 1855:
" ABBATO - Allorchè si battono gli astici delle case vi si alzano bandiere e pezzuole, ed i congiunti cogli aderenti mandano del vino, carna, frittelle, maccheroni ed altri doni posti in cesta guarnita di stoffe con fettuccie, laccettini di oro ed altri ricchi arnesi. allo arrivo i travagliatori festeggiano colle ripetute grida di "viva l'abbato", e sparo di fucili; e del tutto ne fanno un banchetto."
Usanze antiche...
Il tetto a cupola di una casa ponzese (estate 2017)
Nell'edicola di Ponza, sulla piazzetta di Sant'Antonio, c'è questa bella Natività.
Annalisa Sogliuzzo è colei che ha allestito ed ha scattato la foto
All'isola di Ponza, in località Le Forna, c'è una Cala splendida che però oggi non ha più l'aspetto originario.
I pescatori la utilizzavano per ricoverare le loro piccole barche.
I coloni nel '700 scavarono nella roccia per riporre i loro attrezzi da pesca ma oggi le mareggiate e i fenomeni atmosferici hanno cambiato le sembianze della Cala.
Già negli anni '40 crollò l'arco di tufo giallo che collegava lo scoglio con il costone e distrusse molte imbarcazioni.
Ma nel tempo ci sono stati altri crolli come quello nel dicembre 2017 e recentemente nel mese di maggio di quest'anno.
Comunque resta un angolo meraviglioso