L’altra
sera, in televisione, è stata rievocata una pagina di storia purtroppo
molto brutta per l’isola di Ponza. Una vera tragedia che ogni anno a
fine luglio ci riporta indietro di molti anni. Era la mattina del 24
luglio del 1943, il piroscafo Santa Lucia, che collegava le isole di
Ponza e Ventotene con il continente, venne affondato da siluri sganciati
da aerei Alleati. Tutto accadde a due miglia da Ventotene, la nave
venne colpita al centro e in meno di un minuto s’inabissò. Si salvarono
in pochi, tra cui il comandante Simeone, che però morì sull’idrovolante
che lo stava trasportando in ospedale a Napoli. Uno dei sopravvissuti,
Francesco Aprea, era già scampato ad un naufragio, ma morì comunque in
mare anni dopo, nell’affondamento di una nave da carico. A bordo c’erano
anche delle coppie di sposi che purtroppo non ebbero il tempo di
godersi la loro vita matrimoniale. C’era anche il papà di Mirella
Romano, giovane sottufficiale della Guardia di Finanza, che ritornava da
pochi giorni di licenza. Lasciò una moglie giovanissima e una bimba di
circa due anni.
Per Ponza questa fu una vera tragedia!
Su
quel traghetto ognuno aveva un parente, un amico, un conoscente, ma non
si è mai saputo il numero esatto di persone che trasportava.
Mirella,
attraverso la televisione e i giornali, si è messa alla ricerca dei
parenti delle persone morte nell’affondamento. È riuscita ad incontrarne
molti ed ogni anno ricordano a Ventotene quel giorno tragico con una
toccante commemorazione.
L’altra
sera mi hanno colpito gli occhi tristi di Mirella, e le sue parole
quando ha detto: <>. Per tutta la sua vita, lei ha portato avanti
la sua ricerca e il ricordo di quanto accaduto, e ancora oggi continua
con la stessa passione.
Il relitto del Santa Lucia giace a 40 metri
di profondità e oggi è meta di immersioni subacquee. Del filmato mi ha
molto emozionata quel lancio di fiori in mare con le note del Silenzio
in sottofondo.
Il prossimo anno voglio andarci anch’io!
Foto del Santa Lucia, presa dal libro di Ernesto Prudente “Ponza, il tempo della storia e quello del silenzio”
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