È arrivato settembre e i ponzesi si riappropriano della loro isola.
Dopo notti insonni, caratterizzate da bande rumorose di ragazzi anche un po’ brilli, non sembra vero poter riposare in tranquillità.
E che dire delle strade gremite, all’inverosimile di gente che ti spintona da una parte all’altra.
Il mare è strapazzato da centinaia di imbarcazioni d’ogni grandezza, che hanno creato tante di quelle onde da mettere in difficoltà le piccole barchette.
A
settembre il mare è cristallino e l’acqua, un po’ più fresca, ti
accarezza la pelle in un bagno rigenerante. Le calette intorno a Ponza
sono quasi deserte, le rocce sembrano assumere un colore più bello.
Quest’anno
però, in alcune parti dell’isola, non c’è quel bellissimo contrasto tra
il verde della vegetazione con l’azzurro del mare. L’incendio di fine
agosto ha reso spettrale la zona del Monte Guardia e mi hanno detto che
si sente ancora l’odore di bruciato. Che peccato!
Ora
che i villeggianti sono partiti, molti negozi chiudono e tra un po’ per
comprare anche un pezzetto di pane o un po’ di frutta, che prima
trovavi sotto casa, devi camminare un pochino.
Molti
ponzesi, con le loro famiglie, si trasferiscono in continente, con la
scusa dei figli che devono studiare e praticamente Ponza si
spopola. Anzi i ragazzi, oggi, sono più fortunati di quelli del
passato, che per poter studiare venivano mandati in collegio quindi
restavano per lunghi periodi lontano dalla famiglia.
Oggi c’è un istituto superiore che garantisce l’istruzione senza dover lasciare la propria isola. È già qualcosa!
Da settembre in poi la popolazione si riduce a poche anime coraggiose.
In
primavera poi c’è il gran ritorno dal continente. Bisogna prepararsi
all’arrivo dei turisti, quindi sfruttare le bellezze dell’isola, per
poter guadagnare tanto, anche se la maggior parte di quel denaro non
viene speso a Ponza.
È una quiete un po’ amara per i pochi isolani che restano.
Nessun commento:
Posta un commento
I vostri pensieri