giovedì 2 gennaio 2025

Viva l'abbate

 Un tempo la battitura del tetto di una casa dopo l'impermeabilizzazione  era un evento all'isola di Ponza.

L'impermeabilizzazione  avveniva con uno strato di lapilli (malta di calce mista a brecciolini di mare e sabbia) battuto con mazzuoli di legno per compattarla.

Per la festa  del lastrico gli amici e i parenti omaggiavano chi faceva la gettata del solaio di una nuova casa. In un cesto coperto da un panno colorato si potevano trovare il coniglio, il pollo, la pasta, il vino, le zeppole ed altra roba. Quando arrivava  questo cesto gli operai che battevano il tetto con una grossa mazzola gridavano " viva l'abbate". Gli " abbate" venivano consumati da tutti, operai e familiari alla fine della giornata di lavoro. 

Io ricordo, quando fecero la gettata del solaio dell'Hotel Bellavista di Linda Verde, nel 1967 (credo), sulla Parata, la bandiera tricolore esposta sull'edificio in costruzione e le zeppole.

Ma già nell'Ottocento...

Il Tricoli così scrive nel 1855:

" ABBATO - Allorchè si battono gli astici delle case vi si alzano bandiere e pezzuole, ed i congiunti cogli aderenti mandano del vino, carna, frittelle, maccheroni ed altri doni posti in cesta guarnita di stoffe con fettuccie, laccettini di oro ed altri ricchi arnesi. allo arrivo i travagliatori festeggiano colle ripetute grida di "viva l'abbato", e sparo di fucili; e del tutto ne fanno un banchetto." 

Usanze antiche...



Il tetto a cupola di una casa ponzese (estate 2017)



Tetti a cupola a Le Forna, isola di Ponza, in lontananza Palmarola (Foto di Annalisa Sogliuzzo)




Un cesto come dono (immagine reperita in rete)
 

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