sabato 27 gennaio 2024

Un ponzese in campo di concentramento

 Questa storia è raccontata nel libro di Paolo Iannuccelli "Gente di Ponza". Non la conoscevo

Eccola:

"Il racconto di Luigi Pacifico, nato nel 1921, avviene nella sua bottega di ebanista, al porto di Ponza. Lì i Pacifico lavorano da quattro generazioni. Luigi è seduto su una sedia e guarda il figlio Giovanni tagliare il legno. 

"Lo Stato italiano non mi ha nemmeno voluto riconoscere la pensione di guerra - ci accoglie con questa frase -. Ho fatto domande, ho chiesto aiuto a tante persone ma non sono mai riuscito ad ottenerla. Ora sto sbrigando alcune pratiche per ottenere il risarcimento dai tedeschi" . Luigi, nel '41, si era imbarcato dal porto di Pola sul "Gorizia".

Pacifico fu catturato dai tedeschi a Spalato il 29 settembre del 1943. Fu portato subito nel campo di concentramento di Meppen, in Olanda. In quel posto rimase solo 10 giorni per essere poi trasferito nel campo di Rurgas, nelle vicinanze di Essen, in Germania.

"Vivevamo in baracche dove faceva caldo d'estate e tanto freddo d'inverno. Il lavoro durava 12 ore al giorno. Svolgevo mansioni di muratore o falegname, a seconda delle esigenze dei tedeschi. Ci pagavano con dei centesimi che potevano essere spesi solamente all'interno del campo. Potevamo comprare qualcosa da bere o da mangiare. Si lavorava sotto qualsiasi condizione atmosferica, pioggia o neve non contavano, dovevamo produrre per la Germania. Eravamo controllati a vista, spesso i manganelli facevano la loro apparizione".

Luigi Pacifico manteneva anche una corrispondenza co l'Italia, in particolare con il padre Salvatore. Un grande lavoro l'internato ponzese l'ha svolto all'interno dei bunker antiaerei creati dai tedeschi per difendersi dai bombardamenti degli alleati. 

" Abbiamo scavato tantissimi rifugi sotterranei, poi li abbiamo rivestiti di legno di pino. Tante ore di lavoro, anche quando la temperatura era -40 ed eravamo protetti solo da un cappotto. Tremavamo tutti ma sapevamo di non poterci ribellare. Dal punto di vista igienico eravamo molto controllati. I tedeschi facevano tutto per eliminare i pidocchi. Ogni tanto ci mandavano a raccogliere i cadaveri delle persone decedute in seguito ai bombardamenti, li prelevavamo e li portavamo in fosse comuni. In campo di concentramento, a Rurgas feci amicizia con un generale russo, preso prigioniero. Era un grande amico di Stalin, che ammirava come uomo di Stato e condottiero, non faceva che parlare bene del leader dell'Unione Sovietica. Non ho avuto più notizie di questo generale che aveva grande simpatia per me. Eravamo vicini di letto e ci scambiavamo grandi impressioni."

Nell'aprile del 1945 arrivarono gli americani, fummo liberati ma il rientro in patria fu ritardato. Luigi rimase in Germania altri nove mesi: "Gli americani mi offersero un posto di lavoro come guardiano alle autostrade: pochissimi soldi, solamente qualcosa da mangiare per passare meglio la giornata.  A fine '45 l'atteso ritorno a Ponza accolto da tutta la famiglia festante.

"Quando fui di nuovo a Ponza - dice Luigi - le mie condizioni di salute non erano brillanti. Fui colpito da una bronchite cronica. Il fisico era tutta una ferita. Feci immediatamente domanda per ottenere una pensione che ancora aspetto."

Nel dopoguerra la famiglia Pacifico ha mantenuto il laboratorio di ebanista, ma Luigi, prima di continuare il mestiere di papà Salvatore, si è imbarcato su navi mercantili che trasportavano dalla Nigeria, dal Senegal, dalla Costa d'Avorio del materiale sino a Marsiglia.

"Noi italiani importavamo del legno ed esportavamo cemento in Africa." 

Adesso Luigi non lavora più, passa la mattinata in casa, mentre il pomeriggio non può fare a meno di fare una capatina in falegnameria. E' sempre prodigo di consigli nei confronti del figlio Giovanni, un ragazzo che a Ponza conoscono tutti, l'unico ad avere il "patentino" per poter sparare fuochi d'artificio durante le tante feste patronali."

Oggi 27 gennaio Giornata della Memoria


Luigi Pacifico con il figlio Silverio in falegnameria


Luigi Pacifico su un'imbarcazione

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