venerdì 5 gennaio 2024

Il cimitero di Ponza di notte attende i naviganti

 E' ciò che sostiene Ettore Settanni nel suo libro "Isole del mito PONZA VENTOTENE", pubblicato nel 1960

Ecco cosa scrive:

" Il viaggiatore che arriva nelle acque di Ponza è colpito, per prima cosa, dal gruppo di cappelline che sovrastano il promontorio, al riparo del quale si stende il centro del paesello e il suo porticciolo. E lo scambia addirittura per l'abitato, tanto il posto è ridente, con le sue costruzioni fresche,  per nulla rattristato dai soliti cipressi che immalinconiscono i luoghi della morte. Anzi, all'ingiro, le ginestre, i ciuffi di gerani multicolori mettono sulla roccia, che è una sciorinata pazza di strati giallocromo alternati ad altri cinerini, una nota di festa perenne. Affacciato su un sipario di scogli accesi di luce, su un mare di tinte gaie e cangianti - dai verdi smeraldo più tersi al cobalto vellutato - questo non è davvero un posto adatto ai morti. A meno che alla morte si voglia dare un altro significato, e ai morti un  destino diverso...

Questo pensavo salendo il viottolo che, alle spalle del paese, porta al cimitero. Oltrepassato il cancello arrugginito come quello di un carcere secolare che nessuno più sbarra, entravo nel luogo che non è triste. Le numerose cappellette sembrano più casette di vivi partiti lontano, che aspettano il loro ritorno. Due, tre caprette brucavano l'erba selvatica che cresce e seppellisce le tombe, sullo spiazzare della batteria. E bisogna essere loro riconoscenti, perchè, senza di questo, l'orma stessa dei tumuli si perderebbe. Non ci sono alberi in questo cimitero dalle tombe brevi di calce bianca, che sembrano tanti sediletti, forse perchè vi riposino gli spettri nelle loro passeggiate notturne. 

Il cimitero di Ponza è anche unico al mondo per un'altra particolarità: sulla parete che si affaccia al mare è visibile una lunga scala, di quelle che usano i marinai per risalire a bordo, lungo le murate dei bastimenti. Questa scaletta aveva sempre attirato la mia attenzione, e a lungo mi ero chiesto a cosa potesse servire, anche perchè la pioggia, i venti e il sole ardente l'hanno resa leggera, consunta, quasi tenuta su per miracolo, con la fragilità d'una ragnatela. Poi è giunta la divinazione improvvisa, illuminante; come avevo fatto a non accorgermene prima?  I Ponzesi sono uomini di mare e vivono di mare; però molti di essi ci muoiono anche sul mare. L'eterea scaletta marina è stata gettata sulla muraglia del cimitero di Ponza, perchè i caduti della battaglia del mare ritrovino la via delle loro casette dell'eternità. C'è chi assicura che arrivano lievissimi, sulla punta dei piedi, salgono i pioli che scricchiolano appena, stiracchiando le corde laterali , e poi, e poi...si sente il coperchio della bara che li attende richiudersi con un tonfo."

Nota:

Ettore Settanni era scrittore e giornalista. Per molti anni ha avuto una casa a Ponza in cui trascorreva anche periodi invernali.


In questa foto di tanti anni fa del cimitero di Ponza di vede una scaletta scavata nella roccia


Il cimitero di Ponza visto dal mare (Estate 2015)

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