domenica 12 novembre 2023

Una brutta storia ai Faraglioni

 "Erano quasi arrivate a maturazione i fichi della coltivazione di famiglia nelle terre ai "Faraglioni". Bisognava organizzare i turni di guardia perchè i fichi potevano essere oggetti di furto. Si producevano quintali per essere essiccati al sole e costituire le riserva alimentari per l'inverno. 

Quella sera era il turno di Michele, il più grande dei figli. Raggiunse i terrazzamenti all'imbrunire. A malapena si vedeva all'orizzonte l'isola di Palmarola ormai quasi completamente avvolta dall'oscurità quando Michele scorse su un albero di fichi un cane nero che stava devastando i frutti. Saltava con una agilità impressionante facendo molto danno e rovinando la pianta. Subito accorse con un bastone per scacciarlo ma quando arrivò ai piedi dell'albero, con suo grande stupore, il cane parlò: " - Che vuoi?  non mi scacciare, io sono l'anima dannata di un coatto che qui, in queste terre sono stato privato della cosa più di valore di un essere umano, la vita". 

Dallo stupore Michele passò alla paura. Per fortuna il cane scomparve e lui rimase rannicchiato in un angolo aspettando con impazienza che facesse giorno. Il mattino seguente raccontò tutto al padre che incredulo andò a verificare la pianta indicata. Del cane non c'erano tracce, ma i rami e i fichi dell'albero erano veramente devastati. Non seppero mai darsi una spiegazione razionale."

(Racconto tratto dal libro di Silverio Mazzella "Le ore del giorno, i giorni dell'anno, gli anni della vita")


I terreni ai "Faraglioni" in lontananza l'isola di Palmarola (Foto tratta da un video di Danilo Conte)


Albero di fichi andando ncòppe i Cuonte (Estate 2015)


Un cane nero (Immagine reperita in rete)




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