"La cantina era il luogo di ritrovo di una volta. I bar, anzi i caffè, come si chiamavano allora, erano pochissimi e tutti ubicati nella parte centrale del paese, all'interno della zona confinaria. I militi, gli agenti, i confinati formavano la loro clientela. Erano stipendiati e potevano permettersi certi lussi.
Il ponzese quando poteva, amava frequentare la cantina.
Nella cantina fiorivano una cultura e una letteratura che si ispiravano al piacere del bere e alla gioia di stare insieme. Nella cantina si incontrava un mondo diverso ed eterogeneo.
Davanti ad un bicchiere di vino le amicizie si stringevano facilmente e con facilità si saldavano le vecchie.
Si può benissimo affermare che la cantina confortava anima e corpo. Altro che ubriaconi!
In tutta l'isola ve ne erano sette o otto disseminate un pò ovunque. Ora sono tutte estinte, come sono estinti i vecchi osti, personaggi da favola.
Era il posto, i senso generale, ma autentico, dove si mangiava bene e si spendeva poco. Un luogo che restava aperto aldilà del profitto e dove si trascorrevano interi pomeriggi a chiacchierare, a discutere di lavoro o altro e a giocare a carte. Insomma era un punto d'incontro per stare insieme, un luogo di aggregazione sociale.
Sulle orme della vecchia cantina è nata ed è cresciuta "La Lanterna", una trattoria tra le più rinomate e ricercate dell'isola.
La cantina si animava nel pomeriggio specialmente quando le condizioni atmosferiche non permettevano ai pescatori di prendere il mare e ai contadini di recarsi in campagna."
(Ernesto Prudente)
Erasmo, proprietario della cantina "La Lanterna" in piazza Gaetano Vitiello, ncòppe a Pònte Jànche.
Oggi è una trattoria
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