domenica 20 marzo 2022

I spàlece

 In dialetto ponzese i spàlece sono gli asparagi. 

Ernesto Prudente in un suo libro così scrive:

" Pianta selvatica della macchia mediterranea. Nasce a cespuglio e i rami sono ricoperti da foglie spinose, rigide e pungenti. Una volta con i rami dell'asparago si confezionavano ghirlande.

In primavera dalle radici, che sono dei rizoma, nascono i germogli o turioni che costituiscono la parte commestibile della pianta. I ricercatori sono tanti anche se la raccolta, per vari e differenti motivi, non è cosa semplice. Si cucinano in diversi modi: in primo luogo a frittata con uova, pecorino grattugiato, prezzemolo, sale e pepe. A tal proposito bisogna ricordare che i vecchi contadini di Palmarola nella frittata aggiungevano qualche uccelletto tritato e poi, cosa molta importante, le uova che usavano erano quelle di gabbiano.Le raccoglievano dai nidi, situati sempre su rocce scoscese e pericolose, tanto che spesso si legavano con una fune, e prima di romperle, le mettevano in un recipiente pieno d'acqua. Quelle che si posavano sul fondo erano buone mentre quelle che rimanevano a galla erano "sciacque" , contenevano già il pulcino. Il risotto con gli asparagi è cosa sublime. Eccellenti  sono lessi conditi all'insalata con olio crudo, aglio e limone. Ninotto Scotti, il papà del dottore Isidoro, ne usciva pazzo. Infine, lessati leggermente in acqua e aceto, asciugati per bene vanno riposti in un barattolo riempito di olio di semi . Formano un componente dell'antipasto che per pregio sovrasta gli altri."

A Ponza c'è la Macchie i spàlece una zona chiamata così sopra gli Scotti, verso il Bagno Vecchio probabilmente ricca di asparagi.



 


Gli asparagi
(Immagini reperite in rete)



  In lontananza l'isola di Palmarola                                                                                                                    
(Foto di Rossano Di Loreto)


Entroterra dell'isola di Palmarola 
(Foto di Dimitri Scripnic)

2 commenti:

  1. Commento di Maria Conte da Padova: " Ma che sanno di Palmarola e degli asparagi.., quelli, ponzesi e non, che, per proprio tornaconto, hanno sfregiato il volto mitico dell'isola, violentandone la natura selvaggia e rigogliosa?
    Ho vissuto, in giovanissima età, una vacanza di sogno, nella grotta della Nonna del Dott. Biagio, amica della mia Mamma. Lucrezia, una Nereide..terrestre: occhi vivaci, azzurri, riccioli grigi, denti forti e bianchi in un viso sempre abbronzato: un fisico snello, asciutto, agile, temprato dalle fatiche di ogni stagione, un tronco.. di forza e vitalità. Mi ha fatto gustare gli asparagi, la frittata e..Partiva la mattina presto, a piedi nudi, sul capo, il fazzoletto nero annodato al mento, dopo aver preparato il caffè con l'anice: a me ne dava q.che sorso..Non diceva dove andava, ma sapevamo che partiva per cercare, tra le rocce scoscese, le uova grandi..dei gabbiani, per frittate enormi.. Non riesco ad immaginare come facessero, lei ed altri suoi paesani, ad arrampicarsi..Altro che i famosi Scoiattoli di Cortina..
    Tornava sul tardi con le uova, e qui, mostrandole, il volto s'illuminava.., ma portava anche i prelibati asparagi, già ripuliti e riuniti in mazzetti, ed infine nu' pennecille.. di arbusti e rametti secchi, raccolti lungo i sentieri del ritorno. La sostanziosa fetta di frittata con gli asparagi sulla fetta di pane scuro, di grano.., a mezzogiorno, mi consolava dei brividi di paura, che provavo, all'alba, quando i gabbiani emettevano i loro striduli versi, quasi lugubri..e Lucrezia, Nereide terrestre..si preparava alla sua fatica.., nel silenzio dell'isola fatata, che si
    crogiolava nel mare azzurro.., appena, appena solcato da un raggio nascente..
    Che sogno!..Forse, è solo un sogno..
    Ma che ne sanno..quelli che..".
    Grazie e saluti.

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