Il San Salvatore era una bella goletta costruita a Torre del Greco, apparteneva alla famiglia Sandolo, era adibita al trasporto di aragoste vive e capitoni.
Questa storia è tratta dal libro di Gino Usai "I pescatori ponzesi in Sardegna dal Settecento ai giorni nostri" che ha raccolto in un'intervista le parole di Italo Sandolo, figlio di Raffaele.
Ecco il suo racconto:
" Sul finire degli anni Trenta, in prossimità del Natale, il "S. Salvatore " caricò a Prèvesa, in Grecia, una stiva di capitoni destinati al porto di Napoli. Il capitano era Gennarino Sandolo, al suo fianco il giovane fratello Raffaele, il nostromo Biagio Rivieccio e tre marinai. Giunti nel Salento, a ridosso delle coste del Leccese, il vento di Maestrale rinforzò e li spinse verso sud costringendoli a riparare a ridosso di Malta. Ma la tempesta non gli diede tregua e li sballottò per tutto il Mediterraneo. Il forte vento strappò le vele e sottocoperta era un continuo rattoppar di tele; più volte furono sul punto di naufragare. Poi il vento li spinse sulle coste dell'Africa ed approdarono ad Alessandria d'Egitto. Qui gli inglesi li guardarono con sospetto scambiandoli per spie: quel burchiello con la stiva sforacchiata e piena di capitoni gli sembrava una nave pirata sbucata dalla tormenta infernale. Ma non erano pirati : erano i temerari marinai ponzesi, guidati dai fratelli Sandolo di Le Forna.
Intanto a Ponza li aspettavano, e aspettavano invano. Erano attesi in famiglia per festeggiare il nuovo anno. Il vecchio Salvatore Sandolo attendeva con ansia i propri figli da una settimana, ma del bastimento nessuna notizia; le comunicazioni a quel tempo erano quasi inesistenti. Si cominciò a pensare al peggio e nella famiglia si diffuse la paura e la disperazione. A Salvatore non rimase che telegrafare al noleggiatore del carico a Catania per aver notizie. Ma lo stesso noleggiatore non aveva notizie.
Allora Salvatore si recò in terraferma presso un convento di monaci alle pendici di un monte per una divinazione. I monaci nel silenzio della notte, tra una preghiera e un salmo, udirono il rumore di un motore e predissero l'arrivo del bastimento. Il giorno successivo giunse finalmente un telegramma da Alessandria: "Tutti salvi!"
Il vecchio Salvatore pianse in cuor suo e festeggiò i figli ritrovati."
La goletta San Salvatore venne colpita mortalmente da un sommergibile olandese ed affondò. Era la notte tra il 21 e il 22 novembre 1941.
Isola di Ponza, goletta San Salvatore, foto di Biagio D'Arco, agosto 1927