domenica 31 agosto 2025

In via Parata uno degli angoli più belli dell'isola

 Uno degli angoli più belli di Ponza è in via Parata, tutto è curato nei minimi particolari, studiato con attenzione,

Si notano passione, creatività, ingegno.

Ogni anno è diverso, arricchito da cose nuove, fiori meravigliosi, mia sorella Olimpia devo dire che è proprio brava, con la collaborazione del marito Rocco.

E che dire dei particolari, nei gusci di ricci di mare ci sono le piantine d'aria, le tillandsia, che si nutrono dell'umidità ambientale e non hanno bisogno di terriccio. Una vera chicca, sembrano piccole meduse.

Quest'anno ci sono anche delle farfalle realizzate con i gusci delle cozze dipinte. 

C'è molta originalità.

Il pozzo della Cisterna Romana sottostante di sera è illuminato grazie all'ingegno di mia sorella.

Il terrazzino di fronte a questo angolo meraviglioso è ancora più bello. 

Una bellissima mattonella del "Salottino di Olimpia" raffigurante le onde del mare, i gabbiani, in lontananza  Palmarola realizzata da mio cognato Rocco. 

E' stato bello raccontarci, stare insieme.

Molte persone che passano in via Parata si soffermano ad ammirare i particolari ed a fotografare.















venerdì 29 agosto 2025

Luna piena di agosto

 Per ammirare la Luna piena all'isola di Ponza un posto magico è la Parata con lo scoglio Pizzo Papero.

Quella di agosto prende il nome, dato dalle tribù native americane, di Luna dello storione che si pescava in questo periodo dell'anno.

(Agosto 2025)





mercoledì 27 agosto 2025

Luna di fragola a Ponza con il disegnatore di Lune

 Da quassù l'anima s'apre a te...

e con la luna di fragola ..
io...
... continuo a sognare
veduta su Ponza e sullo sfondo Zannone
acquerellabili e china su carta torchon
cm 12x20

©®IL DISEGNATORE DI LUNE
Gianluca Campoli


lunedì 25 agosto 2025

Buon compleanno!!!

  Diciotto anni fa nasceva Frammenti di Ponza, un blog nato quasi per caso.

Dopo la scomparsa di mio padre, Ciro, ho cercato di elaborare il dolore scrivendo. 
La spinta l'ho avuta inviando un articolo su di lui ad un settimanale che nel giro di pochi giorni l'ha pubblicato.
Poi ho cominciato a raccontare di Ponza e della sua storia, dell'archeologia, delle bellezze naturali, delle tradizioni, della gente ponzese ma anche dei forestieri che la amano con tutto il cuore.
In questo blog soprattutto ho messo tanta passione.
Frammenti di Ponza fino al 2012 era su Libero.it poi, con l'aiuto di mia figlia, ho cambiato piattaforma con un look più colorato e dove si possono mettere più foto.
Nel 2015 è stata creata anche la pagina Facebook.
Ecco come è iniziato, era il 22 agosto del 2007.
Buon compleanno!!!

Frammenti di... 


"Questo blog è una solo una piccola serie di racconti, di “frammenti”, raccolti qua e là, che spero vi facciano apprezzare i lati nascosti della mia Isola, Ponza."

Nella foto: Isola di Ponza, la Parata, agosto 2025





martedì 29 luglio 2025

Voci antiche

 Ponza, punto focale

dell'ardimento

di Fenici e Greci

e Volsci e Romani!...

di echi augusti

risuonano ancora le pareti

ornate di opera reticolata

dei trafori millenari.

Le loro voci antiche, 

dal murenario sacro

e fra gli infiniti

spelei che ti traversano

e sprofondano nel tuo seno buio, parlano ancora al ritmo

delle onde e delle maree

edificanti

a un mondo devastatore.

(Poesia di Tommaso Lamonica)



Tramonto a Chiaia di Luna, isola di Ponza (Foto di Rossano Di Loreto)

domenica 27 luglio 2025

La via dell'ossidiana

Fin dal Neolitico l'uomo ha frequentato le isole Ponziane questo perchè estraeva e lavorava l'ossidiana.

L'ossidiana è un vetro vulcanico di colore nero che si forma per il raffreddamento immediato della lava ed era utilizzata per preparare lame e utensili.
Questa scoperta è stata fatta da J.Friedlaender, studioso di geologia, nel marzo del 1900 che così scrive: "Alla P.ta del Fieno ho trovato due coltellini lunghi circa tre cm. e molti frammenti di ossidiana, nell'isola di Zannone, fra il convento e la cala del Varo, si trovano molti frammenti di ossidiana, probabilmente trasportata. In ambedue i siti si vedono frammenti di terraglia molto grossolana."
L'ossidiana proveniva da Palmarola in pietre, in ciottoli e veniva lavorata a Zannone per poi essere trasportata al Circeo da dove poi veniva inviata in altre località. Frammenti di ossidiana di Palmarola sono stati rinvenuti nel Sannio, in Umbria. L'ossidiana presenta diversità di colore e da questo si può capire il luogo di provenienza.
Per gli uomini primitivi l'ossidiana aveva un valore inestimabile.
Dell'ossidiana di Palmarola così scrive l'indimenticabile Ernesto Prudente: "Nel tempo in cui l'uomo ha fatto uso della ossidiana di Palmarola l'isola non poteva essere disabitata e non lo era. Troppe concomitanze di cose. Il tempo impiegato per raggiungere l'isola, il tempo per la ricerca e per la raccolta, il tempo per il caricamento del minerale, il tempo per il ritorno e soprattutto le condizioni meteomarine, avrebbero reso impossibile, più che difficoltoso e difficile, il rientro al luogo di partenza nello stesso giorno.. Per come sono situate le isole in relazione al Circeo è facile supporre che l'uomo abbia usato la stessa tecnica che oggi usa in montagna per la conquista di una vetta che presenta tante difficoltà: una serie di tappe, onde fissare i campi di trasferimento per sfruttare la conquista del terreno, per rendere più agevole e più facile il cammino del trasferimento per raggiungere il traguardo previsto e prefissato."
Con  l'età del Bronzo e quindi l'utilizzo dei metalli terminò l'era dell'ossidiana.


Isola di Palmarola, qui si trovava l'ossidiana (Foto di Rossano Di Loreto)


L'ossidiana è un vetro vulcanico dovuto al rapido raffreddamento della lava


L'isola di Zannone dove si lavorava l'ossidiana



La Punta del Fieno dove J.Friedlaender, studioso di geologia,scoprì frammenti di ossidiana

venerdì 25 luglio 2025

Scorrerie di pirati nelle acque di Palmarola

 Tra la fine del Settecento e i primi anni dell'Ottocento i pescatori ponzesi ogni giorno rischiavano di essere catturati dai saraceni e condotti in schiavitù in Africa.

Spesso questi tendevano degli agguati proprio nelle acque di Palmarola.
I ponzesi da lontano vedevano questi esseri sullo scoglio Cappello mentre asciugavano e spidocchiavano i panni al sole. Infatti una parte di questo scoglio di Palmarola prese il nome di Puorte peducchje. 
Lo scoglio Sparmaturo era utilizzato dai corsari per tirare in secco le barche.
"fu  chiamato e si chiama tuttora lo Spalmentaio, perchè appo di esso, i corsari solevano spalmare le loro barche. Presso lo suddetto scoglio di porto-pidocchio è un altro grande scoglio, o piuttosto un'isoletta traversata da una vasta e bella grotta con un canale. In questa nascondevansi spesso alcuni corsari con i loro veloci legni, ed assalivano e predavano le barche e le navi che usavano in quei dintorni. Così, ad esempio, un cotal giorno alcuni pescatori ponzesi passarono in una barca fra questa isoletta e Palmarola, e furono inopinatamente assaliti dai pirati nascosti nella testè mentovata grotta. I pescatori non potendo fuggire con la barca si precipitarono tosto sul lido di Palmarola, e saliti sulla montagna, potevano facilmente col nascondersi nelle grotte salvare almeno le loro persone. Ma mentre si davano in fuga, i pirati esplodendo loro alle spalle colpi di fucile, ne ferirono uno alla gamba, il perchè seguitando la traccia del sangue, lo trovarono finalmente rimpiattito entro un cespuglio, d'onde strappatolo lo trascinarono seco in schiavitù. L'avvenimento mi fu raccontato a Palmarola stessa da un testimone oculare ed in presenza del figlio di questo schiavo.
Giovanni Tagliamonte ed il suo figlio Vincenzo mi raccontarono inoltre il seguente avvenimento accaduto ad esso stessi in compagnia di alcuni altri Ponzesi. Tutti questi Ponzesi si rattovavano insieme in una barca, pescando in qualche di stanza all'occidente di Palmarola quand'ecco a non molta distanza si veggono inseguiti da alcuni corsari, che essi impediti dai raggi del sole non avevano potuto ravvisare se non al loro avvicinarsi. I poveretti a mala pena si poterono scampare dell'imminente  pericolo e salvarsi sopra l'alta montagna di Palmarola, ove passarono la notte in una grotta. Giovanni Tagliamonte morto in età di centotre anni andava spesso da Ponza a Palmarola e mi raccontò varii di simili scontri coi corsari accaduti a lui non meno che ad altri Ponzesi nei dintorni di quest'isola. Egli aveva un'antica grotta tagliata nella rupe per abitazione vicino al piccolo porto di Palmarola; ma per paura dei pirati passava molte delle sue notti sulla montagna in qualche grotta senza far fuoco, per non essere scoperto dal fumo."

(Dal libro di Silverio Mazzella "Ponzesi gente di mare. Storie di barche, di pesca, di navigazione")



L'isola di Palmarola



Scoglio Sparmaturo il cui nome deriva, probabilmente, da un attrezzo usato dai calafatari per spalmare sulla carena delle imbarcazioni una speciale pittura per preservarne lo scafo

(Foto di Rossano Di Loreto)



Grotta di Mezzogiorno in cui i pirati tendevano agguati ai pescatori ponzesi

(Foto della Cooperativa barcaioli ponzesi)


Grotte scavate nella roccia adibite ad abitazioni



A sinistra della foto è lo scoglio Cappello
Su una parte di questo scoglio c'è una piccola insenatura chiamata Puorte peducchje (Porto- pidocchio)

(Foto di Rossano Di Loreto)


mercoledì 23 luglio 2025

Le Forna e il Disegnatore di Lune

 Non ti disegnano (quasi) mai e allora ci provo io...

Le Forna con vista su Forte Papa - Ponza
matite e acquerellabili su carta Amatruda
©®IL DISEGNATORE DI LUNE
Gianluca Campoli



lunedì 21 luglio 2025

La Madonna della Civita...ricordi

 Mi risuona ancora nelle orecchie la voce squillante di Adele Conte mentre intonava la canzone della Madonna della Civita sull'Aia degli Scotti, all'isola di Ponza.

Purtroppo è solo un ricordo...anche la mia mamma la cantava

Ienne a Costantinopoli

'Ncuntràie nà bella signòra

'Ncuntràie nà bella signòra

Maria della Civita, rifugie  i peccatùre

Chesta signòra chi era?

Era l'unica verginella

era l'unica verginella

e ci è venuta a liberà...

...Maria della Civita

che belle grazie fa


La Chiesetta della Civita con i colori del mattino (Foto di Daniele Balzano, luglio 2023)


Il quadro della Madonna della Civita nella chiesetta



Adele accanto alla reliquia di San Silverio

(Foto di Marianna Licari)


domenica 20 luglio 2025

San Silverio un mese dopo

 Il 20 luglio, un mese dopo la festa di San Silverio, la statua del Santo ritorna sul suo altare. 

San Silverio viene portato in processione fino alla punta del Molo Musco.

Passerà un altro anno prima che la statua di San Silverio possa essere sfiorata dalle nostre mani ed ognuno di noi ha un pensiero, una preghiera...San Silverio pensaci tu!!!

Un pò di foto del 20 luglio 2016











venerdì 18 luglio 2025

Il Monaco di Zannone

 La natura, tramite gli agenti atmosferici, ha modellato le rocce  dando forme particolari che gli isolani hanno raffigurato in esse persone, animali, oggetti... 

Come lo Scoglio del Monaco all'isola di Zannone che sembra proprio in preghiera. Già nella Monografia del Tricoli scritta verso la metà dell'Ottocento compare il nome dello Scoglio del Monaco di Zannone.

Zannone è stata abitata dai monaci  fino alla seconda metà del XV sec. e ci sono i resti di un convento.

Il Monaco di Zannone
(Immagine reperita in rete)


Isola di Zannone, in lontananza lo scoglio del Monaco (Foto di Dimitri Scripnic)




mercoledì 16 luglio 2025

Isola di Ponza, un disegno da una foto...Il Disegnatore di Lune

 Ogni tanto sperimentare fa bene all'anima...

Una signora che stende i panni in una Ponza assolata di altri tempi
matite e acrilico su carta

®IL DISEGNATORE DI LUNE
Gianluca Campoli


Il disegno


La foto originale

domenica 13 luglio 2025

Dove c'è un ponzese c'è San Silverio

In ogni famiglia ponzese, anche in quelle che vivono lontano dall'isola di Ponza, c'è una statuetta di San Silverio. 

Questa è della famiglia Silvestri che vive  in Corsica. 

Dove c'è un ponzese c'è San Silverio


 

venerdì 11 luglio 2025

Un'antica espressione ponzese

 Sante i chièse e diavule i case

(Santo in chiesa e diavolo in casa)

Espressione usata per quelle persone che osservano assiduamente i percorsi religiosi ma che al di fuori della chiesa manifestano malignità e acredine

( Dal libro di Ernesto Prudente "A Panje - i proverbi di Ponza -")


Isola di Ponza, chiesa madre, foto antecedente al 1940, in attesa di una processione


mercoledì 9 luglio 2025

Cala Brigantina

 "La Cala Brigantina a Palmarola prende il nome da questi vascelli (brigantini) che, di poggiata, a causa dei forti venti da ponente a grecale, si rifugiavano in quella baia che noi chiamiamo Vardella da "varde", basto, sella per bestie da soma. 

Vardella è il punto di approdo di Palmarola per chi deve recarsi sulla Grotta dell'Acqua. Chi va su deve portare il basto pieno. Questa usanza è ancora vigente."

(Da "ALFAZETA " di Ernesto Prudente)






Cala Brigantina (Foto della Cooperativa Barcaioli Ponzesi)


Nella Grotta dell'Acqua a Palmarola


Un brigantino (Immagine reperita in rete)
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