venerdì 20 maggio 2022

Nascere a Ponza tanto tempo fa...

 Oggi non si nasce più a Ponza e le donne, al momento del parto, si trasferiscono sul continente per far nascere i loro bambini in ospedale, con l’assistenza dovuta.

Tanto tempo fa, i bambini nascevano nelle loro case e le donne venivano aiutate dalle ostetriche locali, le mammane.
Io sono nata in una piccola casa sul corso Pisacane e mia madre aveva già due bambini ma con me ebbe dei problemi. Ci fu bisogno, urgentemente, di un medico e venne chiamato il dottor Martinelli che, per fortuna, non abitava lontano riuscendo così a salvare la vita alla mia mamma.
Mio padre, ogni tanto, per prendermi in giro mi diceva, che già alla mia nascita, aveva dovuto pagare trentamila lire, tanto si prese il dottore per il suo intervento.
Per quei tempi era una bella cifra!
Quante mamme di Ponza sono morte per un  parto difficoltoso ma anche tanti bambini non sono riusciti a sopravvivere.
I tempi erano difficili…ora  sono rose e fiori.
Siamo rimasti in pochi ad essere nati a Ponza, d'altra parte è giusto che una donna possa partorire in tutta sicurezza in ospedale.
Ricordo ancora Maria  quando raccontava la nascita del suo primo figlio.
Era il 18 luglio 1950 ed erano ventiquattro ore che lei era in travaglio, era ormai sfinita, mancava anche di lucidità. Il bambino era troppo grande per lei che aveva un fisico minuto e l’ostetrica chiese l’aiuto di un medico.
Il dottor Sandolo abitava a Le Forna, quindi dalla parte opposta dell’isola e non c’erano automobili per andarlo a prendere, l’unico mezzo era la barca.
Il fratello di Maria, Carlo, s’imbarcò sulla piccola imbarcazione, a remi, di “Cuncetta a tiramola” ed arrivò a Cala Inferno. Salì di corsa tutti quei scalini e andò a chiamare il dottore.
Fortunatamente trovarono un camion della SAMIP ( la miniera ) così giunsero più velocemente al porto e far nascere il bambino.
Finalmente nacque Salvatore che pesava ben K.G .4,500 un bel bambino con gli occhi chiari.
Tutto è bene quel che finisce bene…


Io in braccio a mia sorella Olimpia accanto mio fratello Peppino


In quel palazzo con gli archi sono nata io


La scala che porta alla casa in cui sono nata

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