domenica 30 giugno 2024

La "zafagna", aria di Ponza

 Questo brano è tratto dal libro di Ettore Settanni "Isole del  Mito PONZA e VENTOTENE", stampato nel 1960.

La "zafagna", aria di Ponza

"La chiamano "zafagna", e non ha niente a che vedere con il "bafagno" di Capri, cioè il vento di scirocco. non è quell'aria stracca che invischia, come se vi gravasse addosso il peso delle nuvole bambaginose, che indugiano  nei cieli bassi. La zafagna ha qualcosa in più: è molle e umidiccia, è quasi un pulviscolo diffuso che rende roride le viti e per poco non ferma il sangue addosso agli uomini. Allora, il mare odora di palude e le mosche danzano mulinelli impazziti; le ombre delle rocce, delle case, si svuotano, un sole cincischiato, spezzettato, senza rilievi netti più, vi rotola dentro come il birillo di un gioco dispettoso di ragazzi. Sui Faraglioni della Guardia e della Madonna l'isola pare aver reclinato la testa del Semaforo, stanca, vinta, e su quel corpo che si distende la spuma del mare forma una bava. La zafagna smorza deliziosamente la crudezza dei colori delle casette minuscole, e a Ponza non è una calamità metereologica, ma è l'aria più consona alle cose e alla vita degli isolani, è un lato del loro carattere, che addolcisce gli istinti primitivi, impetuosi. 

Le favole son favole, e io mi chiedo spesso: come sarà sorta quest'isola dal mare? mi piace pensare che dalla luna in braccio al sole, in una notte amorosa di tempestoso abbandono di levante, sia nata l'isola di Ponza; e per darle il clima trasognato dei paesi felici, eccoti questa zafagna, che  è dolce anche quando diventa il venticello che polverizza ora per ora per ora i ghiacciai marini della Cala dell'Inferno, sino a farli rassomigliare a visi preistorici di nostri antenati, confusi nell'eternità, come la piccola Ponza lo è nel mondo.

Zafagna è un termine che deve entrare nel nostro vocabolario - sull'origine non c'è da sbagliarsi: deriva dal " nicevò" russo, sposato al "bafuogno" caprese. Una delle melanconie che sempre mi attanagliano alla vigilia della partenza dall'isola, è quella di non potermi mettere nella valigia un pizzico della zafagna di Ponza, che odora di menta e di mirto, della linfa delle agavi che muoiono e dei fichidindia ammonticchiati sui tetti, per conservarli. E con l'aria vorrei portarmi uno straccetto, un lembo dell'abito consueto degli isolani - l'abito della loro saggezza di cui non san rendersi conto. Io me ne farei un vestito pazzo, come quello dell'Arlecchino di Picasso."


Isola di Ponza, 19 giugno 2024 (Foto di Annalisa Sogliuzzo)



Isola di Ponza, 19 giugno 2024 (Foto di Rosalba Mazzella)


venerdì 28 giugno 2024

Natalino

 Natalino credo fosse originario dell'isola di Ventotene ma viveva a Ponza.

E' ritratto nel libro del fotografo ponzese Salvo Galano "L'isola"



mercoledì 26 giugno 2024

Papaveri gialli alla Parata

 I papaveri della foto  si chiamano Glaucium flavum (papavero cornuto)  con fiori a quattro petali di colore giallo oro. 

"Diffuso nelle zone arenarie alofile di Ponza, Palmarola, Ventotene, S. Stefano. E' una pianta velenosa in tutte le sue componenti" 

(Dal libro di G. e S. Mazzella "Flora illustrata di Ponza - Gavi - Palmarola - Zannone - Ventotene - S.Stefano")


Papaveri alla Parata, isola di Ponza (Foto di Annalisa Sogliuzzo, giugno 2024)


Un papavero sopravvissuto sulla Parata (Agosto 2023)

lunedì 24 giugno 2024

La poesia per San Silverio di Gigi Proietti

Gigi Proietti, uno dei primi artisti ad avere casa a Ponza, nella piccola frazione di Santa Maria,  amava molto la nostra isola e scrisse nel 1976 una poesia per San Silverio.

Nel libro di Ernesto Prudente San Silverio patrono dei ponzesi  è raccontato un episodio avvenuto molti anni fa. Ecco cosa scrive Ernesto:

Correva  l'anno 1976 e il 20 giugno venne stabilito come giornata elettorale. Nel giorno delle elezioni sono vietati assembramenti di qualsiasi natura per cui la festa venne spostata al 27 giugno. Alcuni giorni prima di tale data Gigi Proietti si rifugiò a Ponza, dove ha casa, per smaltire, come è solito fare, le tossine procurategli dal lavoro. Una sera venne a cena in casa di un amico. Il tavolo era ricco di ospiti e tra una parola e l'altra il discorso scivolò sulla festa di San Silverio. Tutti esprimevano il risentimento per l'affronto fatto al loro Patrono con il vietare la festa nel giorno a Lui dedicato. Lo si riteneva un insulto. Il generoso vino del Fieno veniva travasato con facilità e tra un bicchiere e l'altro Gigi annunciò: il 26 sera darò uno spettacolo per Ponza e per i Ponzesi. Ho bisogno soltanto, per arricchire il palco, di alcuni allievi della mia scuola di recitazione a cui telefonerò domani per farli arrivare. Il ringraziamento dei commensali venne dato con una alzata di calici. Il giorno seguente tutta Ponza era a conoscenza del regalo di Gigi Proietti e, per il paese, non si parlava d'altro. Il 26 mattino, una levantata, di quelle sonore, invase Ponza. Al sibilo del vento facevano coro le ondate che si infrangevano prepotentemente contro la scogliera. Gigi arrivò in piazza a mezzogiorno per accogliere i suoi alunni in arrivo con l'aliscafo. Rimase perplesso quando gli venne comunicato la notizia che l'aliscafo non era partito da Formia per pessime condizioni del mare. Pensieroso e silenzioso prese posto con gli amici al tavolo di un bar. Con l'intuito e l'intelligenza che lo distinguono leggeva nel viso della gente, che passava e ripassava, le perplessità e le trepidazioni del momento e volle rassicurare tutti sul suo impegno. Con il solito, ironico e beffardo sorriso disse:" Stasèra a festa a farèmo, anche se non ricca come avevo penzato". Quando dalla Capitaneria giunse la notizia che l'aliscafo era partito e sarebbe arrivato a Ponza alle quindici, tolse dalle mani del cameriere, il block-notes e la penna e si mise a scrivere. I discorsi di chi lo attorniava non lo interessavano minimamente. Lo spettacolo serale fu incandescente. Tutta Ponza era presente. Gigi, a ruota libera, diede stura a tutta la sua arte pirotecnica. Agli effetti luminosi faceva seguire bombe sorde e scure. Strappava applausi scroscianti. Mise in mostra tutta la sua vivacità e inventiva con un susseguirsi di situazioni incalzanti e sorprendenti di grande effetto. Lo spettacolo raggiunse  l'apoteosi quando tirò fuori dalla tasca quei foglietti che aveva riempito davanti al bar e lesse:

S.Silverio...S.Silverio 

dimme un pò: te pare serio

che arivate a fine giugno

te presenti co sto grugno.

Tempo incerto, traballante

un pò scirocco, un pò levante

e ce fai sbatte li denti

invece de smorzà li venti.

S.Silverio che è successo?

Nu lo dì, forse ho capito

che cosè che nun te piace

è che nun te mette in pace:

E' che che il giorno tuo augurale

pe na strana coincidenza

va a  finì nella scadenza

del periodo elettorale

e già questo te indispone

e nun l'hai mannata giù

poi stavorta perdippiù

c'è da dì che l'elezione

l'hanno pure anticipate

T'hanno messo er manifesto

su li muri insieme a quelli:

tutti boni, tutti belli

che hanno sempre solo chiesto.

Certo che ce vo coraggio

ad affiggere sur muro

insieme a chi cor core duro

sta a elimosinà un suffragio

Ma te pure che t'ammischi

co li giochi der potere?

Tu sei Santo e ciai piacere

de potè evità sti rischi

E pe questo che t'incazzi

e fai muove cielo e mare

vuoi informà a parole chiare

st'ammucchiata de pupazzi

Però all'urtimo minuto

tu diventi tollerante

fai carmà pure el levante

e ce dai er benvenuto

T'aringrazio S.Silverio

e te dico a tutto core

sei davvero un gran signore

ciò piacere che sei serio



La statua di San Silverio (Foto di Giovanni Pacifico, 20 giugno 2024)



Gigi Proietti

domenica 23 giugno 2024

Il garofano per chi non c'è più

 E' importante ricordare chi non c'è più e in questi giorni si sente notevolmente la sua assenza .

La devozione  verso il nostro Santo patrono, San Silverio, ha accompagnato ogni ponzese per tutta la vita.

Un bel gesto è portare il garofano rosso di San Silverio ad un proprio caro, ad un amico che riposa nel cimitero di Ponza.

Il garofano è il simbolo di San Silverio anche in altre parti del mondo dove i ponzesi festeggiano il loro Santo. 

Dove c'è un ponzese c'è San Silverio...



Il garofano (Foto di Lina Raso)


Il garofano che mio fratello Peppino ha portato a mio padre Ciro Iacono, maestro d'ascia ponzese


venerdì 21 giugno 2024

A diane

 A diane è il periodo in cui, su ogni nave, si dispongono tutte le operazioni aventi scopo di dare un buon assetto,  di stabilire e preparare i lavori della giornata.

A diane nelle usanze ponzesi consiste nell'iniziare la giornata del 20 giugno, festa di San Silverio, alle sei del mattino con fuochi d'artificio ed il suono della banda per le strade dell'isola. 

E' il risveglio dell'isola e indica il grande giorno di festa.

Ricordo mio padre Ciro che era sempre in prima fila in qualità di maste i fèste nel seguire la festa di San Silverio.

Un tempo c'era un Comitato con più persone che preparava e seguiva i festeggiamenti di San Silverio.

Una vita fa... 

A diane del 20 giugno 2024 (Foto di Rossano Di Loreto)








mercoledì 19 giugno 2024

Buon San Silverio!!!

 Il 20 giugno ogni ponzese ovunque si trovi rivolge il proprio pensiero al suo Santo protettore, San Silverio.

All'isola di Ponza San Silverio viene portato in processione in una barchetta colma di garofani rossi.

Buon San Silverio!!!


La statuetta di San Silverio in casa di mia sorella Lella all'isola di Ponza 



martedì 18 giugno 2024

Aspettando San Silverio

 In questo periodo l'isola di Ponza è in fermento, si sta preparando al giorno atteso per tutto l'anno, il 20 giugno festa di San Silverio.

Si prepara 'a murtèlle per addobbare il Corso, si mettono le bandierine colorate lungo le strade, la barchetta è pronta per trasportare il Santo in processione colma di garofani rossi.

Il cuore di tutti i ponzesi è lì, sulla nostra isola accanto al nostro Santo. E' a Lui che ci rivolgiamo come ad un padre. 

I nostri nonni, i nostri padri ci hanno tramandato tradizione e devozione.








Si addobbano le strade (Le foto sono di Annalisa Sogliuzzo, giugno 2024)


San Silverio in processione sulla barchetta colma di garofani rossi (Foto di Giovanni Pacifico di qualche anno fa)

domenica 16 giugno 2024

Fotografi ponzesi di un tempo

 Sull'isola di Ponza, finalmente, dopo tanti anni c'è di nuovo uno Studio Fotografico ed è in località Le Forna. Spero vivamente che i ponzesi non si lascino scappare questa occasione rivolgendosi altrove. 

Tanti anni fa, a Ponza, c'erano gli Studi Fotografici Pacifico e D'Arco entrambi in piazza Gaetano Vitiello, sulla Punta Bianca.

Questi sono quelli che ricordo io...

Teresa D'Arco aveva sostituito suo padre Biasielle, di cui possiamo vedere  le foto in bianco e nero di una Ponza che non c'è più.

Ma fotografavano anche Aristide Baglio e Alfredo Tricoli.

E' vero che un tempo Ponza era molto popolata ed oggi tante famiglie conservano meravigliose foto. Sono stupende e molte sono state raccolte da Giovanni Pacifico nel suo Archivio Fotografico. 


In piazza Gaetano Vitiello, sulla Punta Bianca, c'erano gli Studi Fotografici di Pacifico e di D'Arco


Il veliero San Salvatore (Foto di D'Arco Biagio (Biasièlle) 17 / 8/ 1927 come è scritto in basso a sinistra)


Il promontorio della Guardia (Foto di Alfredo Tricoli, il papà di Giuseppe "il Barone")




La macchina fotografica di Alfredo Tricoli (Per gentile concessione della famiglia Tricoli)


In questa foto, nel cerchio rosso, è ritratto Alfredo Tricoli


Il matrimonio di Giuseppina Mazzella (Foto di Aristide Baglio come è scritto in basso a destra)

venerdì 14 giugno 2024

Pericolo scampato

 Questa storia mi è stata inviata da Giovanni Coppa, un ponzese che vive in Florida negli Stati Uniti,  e ricorda un episodio raccontato dal suo papà Silverio.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale Silverio Coppa lavorava in  località Bagno Vecchio, a Ponza,  insieme ad altre persone. Il proprietario di quella zona era Semi Scotti e lì tagliavano la roccia per farne blocchi di pietre utilizzati nella costruzione delle case, quelli di cemento ancora non esistevano. 

Un pomeriggio uno degli uomini osservò da lontano, nel mare,  una grande cassa di legno.

Alcuni di loro con la barca adibita al trasporto delle pietre si accostarono alla cassa e la tirarono a bordo. A quei tempi a Ponza il cibo era scarso e credendo che dentro ci fosse roba da mangiare portarono la cassa sulla spiaggia.

Aprendo la cassa si accorsero che dentro c'era un grosso bidone di ferro e curiosi di sapere cosa ci fosse dentro cominciarono a lavorarci per separare il coperchio dal bidone.

In quel momento si accorsero che avevano avuto una grazia da Dio perchè il bidone non era altro che una grossa bomba o mina. Se fosse esplosa sarebbero morti ed il Bagno Vecchio sarebbe crollato in mare. 

Senza saperlo avevano disinnescato l'ordigno.

In quel periodo, durante e dopo il conflitto, il mare, purtroppo, era pieno di mine.







Il Bagno Vecchio (Foto di Fabio Massimo Arati, primi anni Duemila)



mercoledì 12 giugno 2024

Gli auguri di don Aniello Conte

 In occasione del matrimonio dei miei genitori don Aniello Conte inviò loro una lettera di auguri con delle bellissime parole, piene di affetto. 

Mia madre Elvira era molto legata a suo zio don Aniello, fratello di suo padre Salvatore, che era cappellano nell'Ergastolo di Santo Stefano. 

Il matrimonio tra Ciro ed Elvira era fissato per il 10 agosto 1947 ma slittò di un mese, il 18 settembre, per la scomparsa di un fratello di mia nonna.


Ciro Iacono ed Elvira Conte sposi all'isola di Ponza


Gli auguri di Don Aniello Conte agli sposi


Don Aniello Conte

domenica 9 giugno 2024

La goletta vivaio San Pietro e la tempesta

 La goletta San Pietro venne varata nel 1924 ed era adibita al trasporto delle aragoste verso Marsiglia, dove c'era un fiorente mercato di questo crostaceo. Purtroppo affondò durante una terribile tempesta a la Galite.

"Nell'aprile del 1925, al primo viaggio per caricare aragoste all'isola della Galite, mentre era alla fonda assieme ad altri bastimenti ponzesi, fu sorpresa da una terribile ed improvvisa tempesta. Il Ghibli, vento impetuoso del deserto, li sorprese con altre quattro golette, tra cui la Caterina Madre (o Santa Caterina di Domenico i Liòne di sopra Giancos) e il Sant'Antonio di Angelo Feola, nella baia dell'isola africana. In pochi minuti la tranquilla baia si trasformò in un inferno. Le ancore non tennero più e cominciarono ad arare il fondo e i bastimenti furono sospinti verso il bassofondo della costa imprigionandoli fatalmente fino alla distruzione. Un solo bastimento, per la prontezza del capitano che intuì anzitempo il pericolo facendo issare subito le vele e tranciando di netto la cima dell'ancora, riuscì a prendere velocità bastevole per scapolare la Punta della Guardia, lo sperone di roccia che chiude ad est la baia. Così mentre il San Ciro rasentava le rocce sotto una bolina stretta verso la salvezza ben cinque golette della gloriosa marineria ponzese, intrappolate nella baia trovarono tragicamente la fine. Il panico fu generale, urla e voci si perdevano nelle violente raffiche di vento. Si sentì qualcuno ordinare con disprezzo di buttare in mare il Santo custodito nella cabina, ma si sentì soprattutto pregare disperatamente ad alta voce. le violente raffiche strapparono le vele, spezzarono le funi in tensione scaraventando in acqua i pennoni e spazzando i ponti di ogni cosa. In quel turbinio volava di tutto. L'unica salvezza per l'equipaggio fu di buttarsi in mare per raggiungere la riva. sulla spiaggia, guadagnata a fatica, i pescatori si contarono, mancava all'appello il vecchio Antonio Calisi. Il nostromo originario di Torre del Greco che fu travolto più volte da onde terribili. qualcuno l'aveva visto sparire risucchiato dai vortici della tempesta. Un fremito di paura e di angoscia si impadronì di loro. Pregando San Silverio scrutarono l'orizzonte nella speranza di vedere il loro compagno. Nessuno poteva credere che il loro Santo li avesse abbandonati quando un'onda poderosa infrangendosi sulla spiaggia rigettò, ancora miracolosamente vivo, l'anziano pescatore. Non ci furono vittime ma per i cinque armatori ponzesi fu un disastro perdendo il mezzo di lavoro...ancora da finire di pagare."

Questa storia è tratta dal libro di Silverio Mazzella "Ponzesi gente di mare. Storie di barche, di pesca, di navigazione"

Nota:

La Galite è un'isola a nord della Tunisia


La spiaggia a La Galite


La Galite, la baia

Una statuetta di San Silverio


La goletta Maria Pace Feola ex San Ciro nel porto di Ponza. Durante la terribile tempesta a La Galite
fu l'unica goletta a non affondare grazie all'intuito del capitano.


venerdì 7 giugno 2024

Matrimoni ponzesi

 Le foto ci riportano indietro nel tempo, riviviamo dei momenti, delle persone. 

Due foto di matrimoni all'isola di Ponza di tanti anni fa.

Nella prima foto, il matrimonio di Giosuè Conte con Anna Albano nel 1923 

Nella seconda foto, l'indimenticabile Ernesto Prudente con la moglie Luciana Migliaccio nel giorno del loro matrimonio attorniati da ragazzini festosi che raccolgono monetine, confetti...





mercoledì 5 giugno 2024

Un meraviglioso panorama all'isola di Ponza

 Nel centro storico di Ponza si può ammirare uno dei panorami più belli dell'isola, quello della Parata.

Con le sue falesie, gli scogli, Pizzo Papero, l'acqua cristallina.

Eccola in una foto che mi ha inviato mio fratello Peppino ieri

Isola di Ponza 4 giugno 2024



domenica 2 giugno 2024

Ritratti ponzesi

 In queste foto Raimonda Buitoni ci fa ricordare delle persone ponzesi.

E' importante ricordare...

(Tratte dal libro "Ponza - Palmarola -Zannone" di Caterina Bon - Raimonda Buitoni - Giovanni Maria De Rossi - Mariella Liverani - Salvatore Paternò (1986 - De Luca Editore)










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