"...Oggi la carne che si consuma arriva con camion frigoriferi già selezionata. Giornalmente, davanti ad una macelleria, si vedono automezzi che scaricano pezzi di vitello, di vitellone e di maiale e cesti contenenti carni bianche. La carne si vende anche nei supermercati. Il consumo è enorme anche perchè è più redditizia, dal punto di vista economico, del pesce.
Una volta, ai tempi, di quando ero bambino, la carne era un lusso che solo poche famiglie si potevano permettere.
Gli animali, bovino e suini, questi soltanto nel periodo invernale, arrivavano con il postale dal continente. Negli ultimi anni furono impiegati i motovelieri. Erano animali vivi che venivano macellati sul posto.
La nave arrivava di sera e si ormeggiava al molo Musco. Ultimato lo sbarco dei passeggieri, i marinai si concentravano a prua per la discarica della merce che stava accatastata nella stiva. Le imbracate venivano trasbordate su una lancia che provvedeva a portarle a terra.
Il luogo di scarico era il pennello della banchina Di Fazio dove erano in attesa coloro, commercianti e privati, che attendevano la merce.
Quasi sempre questa operazione durava fino a notte inoltrata.
Il caos che si creava su quella striscia di banchina è indescrivibile. Non c'era illuminazione e tutto avveniva al fioco chiarore di una lanterna a petrolio o di qualche minuscola lampada a pile.
Potente e chiara era soltanto la voce di Gennarino Di Fazio, l'incaricato del trasbordo della merce.
Dopo la merce era il turno degli animali.
Si vedevano uscire dalla murata della nave agganciati, con un braca, al picco di carico. Dimenavano le zampe, come se fossero stati colpiti da un ossesso, fino a quando non toccavano il mare. Una volta in acqua venivano saldamente legati al baglio della barca e trainati fino allo scivolo di alaggio di Punta Bianca. Qui giunti, la corda legata alla testa dell'animale veniva lanciata a terra agli addetti ai lavori che erano in attesa. Da terra di tirava mentre dal mare si spingeva. La bestia faceva sforzi inauditi per superare lo scalino dello scivolo. L'acqua schizzava in aria come un fuoco pirotecnico e ricadendo bagnava tutte le persone che si trovavano nella zona. Una volta a terra gli animali venivano condotti, salendo la ripida scalinata che dal porto porta in piazza Gaetano Vitiello e da lì verso Sant'Antonio perchè la stalla era situata sotto il grottone dove restavano fino al giorno della macellazione.
Il tratto nave - Punta Bianca, i maiali lo facevano all'interno della lancia.
La macellazione avveniva quasi sempre di venerdì. Si pigliava l'animale dalla stalla e con una lunga passeggiata per tutto il Corso Pisacane lo si accompagnava al macello che era situato sul retro del piazzale della Chiesa. Attualmente è una parte del ristorante "Orestorante". La stalla invece è diventata una bottega, una boutique.
L'addetto usava un pugnale con una lama non molto lunga. Bastava un colpo ben assestato al centro della nuca e l'animale si accasciava pesantemente al suolo. Successivamente si provvedeva a tutte le tante altre operazioni.
Non mancavano mai frotte di bambini ad assistere al macabro procedimento.
La bestia veniva divisa tra i due macellai. La carne veniva conservata in ghiacciaia. Il ghiaccio, a blocchi, in sacchi di iuta, proveniva dal continente ad ogni corsa della nave. Serviva anche per il raffreddamento dei pesci.
Non tutte le famiglie di Ponza compravano, per il giorno comandato, la carne dal macellaio. La maggior parte delle famiglie allevava conigli, polli e colombi per il proprio consumo ed alcuni li vendevano anche.
Quasi tutti i contadini allevavano capre e pecore anzi vi era una macelleria che trattava soltanto carni caprini ed ovini.
Due sole famiglie di Ponza allevavano i bovini."
(Tratto dal libro di Ernesto Prudente "Costumanze antiche")
Poteva essere anche pericoloso trattare con gli animali. Paola Aversano mi ha raccontato che suo marito Luigi Di Monaco, macellaio di Ponza, da giovane, ha rischiato grosso. Una mucca proprio davanti al macello lo ha travolto e schiacciato, lui si è salvato grazie ad una signora che abitava lì vicino.
Nota:
Oggi al posto di "0restorante" c'è il ristorante "Acqua Pazza"
"Antichità al macello" disegno di Mattei, aprile 1847
Proprio accanto alla chiesa c'era il macello
La nave "Regina Elena", sicuramente ha portato merci ed animali da macellare
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