Nel 1789 giunse a Ponza l'abate Alberto Fortis, padovano, naturalista, che girò Ponza in lungo e in largo, ed incantato scrive: "E' indescrivibile l'effetto che produce sull'animo il ritrovarsi in una piccola feluca tra quelle rupi elette a piombo, continue l'una sull'altra, grigie o nere di colore, spoglie quasi affatto di qualunque indizio di vegetazione, e minaccianti da ogni parte sfaciamento e rovina. L'azzurro celeste cupo dell'acqua limpidissima sino al fondo; il fremito delle onde che percuotono il fianco di quelle scogliere esposte al mare; l'angustia dello spazio occupato da canali, e impenetrabili per quasi tutta la giornata ai raggi del sole; la freschezza, l'inabitabilità muta e pacifica del luogo, promuovono una sorta di melanconia così seria e tranquilla, così grandiosa, che mi sembrava colà trovandomi, di essere piuttosto passato ad una nuova esistenza, che a una modificazione della mia abituale."
Nessun commento:
Posta un commento
I vostri pensieri