"...Il confino è una cella senza muri, tutto cielo e mare: funzionano da muri le pattuglie dei militi.
Muri di carne e ossa, non di calce e pietra.
La voglia di scavalcarli diventa ossessionante"
Nel libro di Anna Foa "Andare per i luoghi di Confino" si racconta anche di Ponza.
Così scrive: "Ponza fu uno dei principali luoghi di confino degli antifascisti. I primi confinati vi arrivarono nel 1928. Arrivavano in catene, sul traghetto che collega Ponza a Gaeta, poi venivano liberati. La maggior parte di loro viveva nel carcere borbonico, alcuni riuscivano - anche su quest'isola - a ottenere di prendere in affitto delle stanze nelle case degli abitanti.
Il carcere borbonico era composto di due grandi cameroni comunicanti fra loro, con delle porte su cui si aprivano delle camerette piccolissime, molto ambite tuttavia dai confinati per le disastrose condizioni di freddo e umidità dei cameroni centrali. I confinati erano liberi durante il giorno di passeggiare all'aperto, però in uno spazio ristretto dell'isola. I rapporti con gli abitanti dell'isola, inizialmente difficili, diventarono migliori con il passar del tempo.
Ci furono anche alcuni, amori e rapporti con le ragazze del posto e con le prostitute. Ecco come Altiero Spinelli, che giunse al confino di Ponza nel 1937, dopo dieci anni passati in carcere, racconta nelle sue memorie, Come ho tentato di diventare saggio, il suo arrivo nell'isola:
"Condotto per la catena dai carabinieri, percorsi il molo e la breve scalinata che portava, dritta e rozzamente selciata, sulla piazza del paese facendo ala, a destra e a sinistra, al mio passaggio. Di qui (...) i confinati si affollavano. Era loro abitudine venire ad assistere al bisettimanale arrivo del piroscafo. C'erano antichi compagni di cospirazione che non avevo più rivisti da oltre dieci anni; c'erano compagni di carcere, liberati prima di me (...). Mi sentivo chiamare per nome da una parte e dall'altra, vedevo berretti e braccia agitarsi. Ero leggermente inebriato dall'accoglienza festosa, che faceva rassomigliare lo sbarco a un grottesco trionfo."
A Ponza passarono, per periodi più o meno lunghi, molti dei politici che sarebbero poi diventati i principali esponenti della sinistra italiana nel dopoguerra: fra gli altri Giorgio Amendola, Lelio Basso, Sandro Pertini, Pietro Nenni, Mauro Scoccimarro, Giuseppe Romita, Pietro Secchia, Umberto Terracini."
Una pagina di storia di Ponza rimasta per troppo tempo nell'ombra.
L'ingresso del porto di Ponza
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
Altiero Spinelli, Ponza 31 agosto 1938
Rudi Ursic, antifascista al confino sull'isola di Ponza
(Foto esposta nel Museo di Caporetto, per gentile concessione di Silveria Marcone)
Questa persona non so chi sia ma sembra un confinato
I confinati nei cameroni
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
Nota:
Altiero Spinelli insieme ad Ernesto Rossi e a Eugenio Colorni scrissero il "Manifesto di Ventotene per un'Europa libera e unita".
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