Ernesto Prudente racconta così: Quando si "ammuttave", in ogni cantina era una festa. Il ricordo cade sulla cantina di Giustino che, ancora oggi, fa rivivere il passato. Come una prassi burocratica recapitava personalmente gli inviti agli amici e nel giorno stabilito erano tutti presenti.
Mancare significava possedere un alibi di ferro. Alcuni andavano con lui molto presto e con loro portavano le pietanze, comprese il ragù, che Anna aveva preparato a casa. Li seguiva a ruota Anna con le sue amiche. Anna è la moglie di Giustino, una signora nel senso vero della parola e fermiamoci qui altrimenti ci sarà la reazione di Giustino che non vuole essere secondo a nessuno. Gli ultimi ad arrivare erano i festeggiatori di Bacco: Tammiciana, Feccia, Bufera, Luigi u nire, Maurino, Giosuè, Valiante, Maiorca, Ernesto, Lello, Biagio Vitiello e altri. E quando questi arrivavano la sala da pranzo di Giustino al Fieno era già pronta. Un grosso telone ombreggiava il cortile antistante la cantina. Era un lavoro del primo gruppo che, dopo aver aiutato Giustino nel travaso provvedeva a sistemare e ad apparecchiare il lungo tavolato che a breve sarebbe diventata una tavolata.
Anna stava in cucina da tempo e, con l'aiuto di qualche ausiliaria, provvedeva alla cottura della pasta. A Giosuè piacevano i rigatoni e premeva su Anna per la scelta tanto che un pò tutti chiedevano, di tanto in tanto, subendo la ribellione di Giustino: Anna, ma se còcene sti rigatoni?
Finito il lavoro in cantina, Giustino si trasferiva all'esterno e riprendeva il lavoro, così ha sempre detto, di riempire i bicchieri già ognuno al proprio posto sulla tavola imbandita dove già erano stati sistemati alcuni cestini e insalatiere con gli antipasti. Non sono mai mancate le patelle e le alici sott'olio. Leccornie. Il "pèrette", un boccione di cinque litri finiva in un niente. Dopo si passava a due da 15 litri ognuno, che venivano sistemati ai due lati della lunga tavola e in ognuno vi era immerso un tubicino di gomma da cui si riempiva il bicchiere. Al grido di Anna: "tutti a tavola" c'era un arruffamento tra quelli che ancora erano all'impiedi. Giustino, a capo tavola, sembrava Noè.
I piatti fumanti uscivano dalla cucina a velocità impressionante e, a passamano, guadagnavano il posto a tavola. Bisognava tenere a bada il languorino in attesa che Anna pigliasse posto che veniva salutata da uno scrosciante applauso. L'applauso veniva ripetuto all'arrivo del dolce che metteva fine ad una lunga serie di portate.
Il sole era dietro Palmarola, illuminandone le alture, quando si prendeva la via del ritorno. La salita era aspra ma piacevole. Ti consentiva di ammirare uno degli spettacoli naturali più belli che il globo possa offrire. Il mare, la grande distesa che si perdeva all'infinito, Palmarola, arrossata dal tramonto, Capo Bianco e Chiaia di Luna con la sua incantevole baia.
E dòppe chèlle chè mangiate che che vvuò cchiù d'a vite!
La Punta del Fieno
(Estate 2016)
Giustino Mazzella e Ninotto Mazzella
La tavolata di amici al Fieno
Francesco D'Arco (Tammiciana) e Ninotto Mazzella
Gli amici del Fieno
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
Quando si prendeva la via del ritorno il sole era dietro Palmarola...
(Foto di Rossano Di Loreto, dicembre 2018)
Cliccare qui per vedere il video Dal minuto 42.20 al 54.30 |
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