Nei versi di Luigi Mercantini, la "Spigolatrice di Sapri" ad un certo punto viene nominata Ponza...appunto...
...all'isola di Ponza si è fermata...
In questi versi si racconta della spedizione di Pisacane, nel giugno 1857, finita nel sangue ma che giunto a Ponza con il piroscafo Cagliari reclutò i trecento che andarono a morir per la mia patria bella...
Mino Maccari, nel 1929, incontrò a Ponza una signora anziana che ricordava lo sbarco di Pisacane.
Ecco cosa scrive nel libro Visita al Confino: "La signora Maria Angela Aprea mi racconta l'episodio, conservato nella sua memoria come nella bambagia. Quello che nella prima infanzia della vecchietta fu realtà vivente, ora, nella sua seconda infanzia, è diventato come una favola da raccontare ai bambini per addormentarli. Ella è cieca da quasi venti anni, ma possiede ancora una voce energica che fugge, ogni tanto, in piccole grida bambinesche. Accenna con le mani aride e ossute, come se volesse indicare agli ascoltatori quel che rivede, nitidamente, con gli occhi della memoria.
Intorno a lui sono, oltre al Podestà, al vice-Pretore, e a me, i figli, che hanno ormai le tempie grigie: uno è il vice-parrocchiano (qua parrocchiano, che si usa di solito per intendere il fedele di una data parrocchia, è usato invece di parroco); l'altro è un maresciallo in pensione. La casa è piena di delizie ottocentesche: campane di vetro, figurine di porcellana, fiori finti, dagherrotipi scolorati e delicate miniature. Chi direbbe che da questo gusto domestico, nell'inquieto ottocento, sono state covate tante rivoluzioni?
La vecchia signora racconta; ma in verità, più che il suo racconto, mi soffermo a gustarne la cornice, di stile gozzaniano. La signora Aprea era una fanciulletta quando quei diavoli sbarcarono nell'isola, requisirono le armi in ogni abitazione, uccisero le sentinelle, aprirono le porte della galera e liberarono i galeotti. Questi, che non erano nella loro maggioranza deportati politici, ma volgari criminali, assassini, briganti e grassatori, si diedero immediatamente al saccheggio del paese, e alla ricerca delle autorità che più odiavano, per vendicarsi uccidendole. Principale oggetto di questo insano desiderio era, per evidenti ragioni, il rappresentante della giustizia; il quale per sfuggire alla sua sorte si nascose, racconta la signora Angela Maria, "d'int'a carboni"; in cantina, sotto un mucchio di carbone; mentre "'u parrocchiano", il sacerdote Giuseppe Vediello, si travestì da donna. Il terrore durò in paese meno d'una giornata, perchè Pisacane lasciò le acque di Ponza proseguendo nel suo viaggio, e Re Francesco, che era a Gaeta, provvide a ristabilire l'ordine nell'isola e a disporre per l'arresto degli audaci patrioti, nonchè dei carcerati fuggiti per la campagna.
Mi spiega la vecchina, che in quel tempo a Ponza non c'era "'a corda elettrica", il telegrafo; e, ad avvertire del fatto il Re Franceschiello, andò con una barca a otto remi, e con otto marinai, un certo Michele Sandolo, soprannominato Pistola.
La vecchina divaga poi a favoleggiarmi sugli altri avvenimenti, fino alla cacciata dei Borboni, che avvenne per il nero tradimento dei loro generali, i quali avevano caricato con palle di crusca i loro cannoni. Il popolino salutò l'avvenimento, come avviene, con una canzoncina, che la signora Maria Angela mi recita, come una scolaretta che dica la lezione:
"E' benuto Garubardu
Ha purtata 'a legge nova
Franceschiello venne l'ova
E Marietta Sofia o baccalà"
Tutti ridiamo..."
Una foto molto antica di Ponza...si vedono i velieri giù in Banchina
L'entrata al porto di Ponza...sullo scoglio della Ravia, un tempo, c'era il Forte Bentinck
Il mare antistante il porto
Si vede il Borgo di Sant'Antonio
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
Carlo Pisacane
Il piroscafo Cagliari della Società Rubattino che era diretto a Tunisi
(Immagini reperite in rete)
Nota:
Durante l'incursione a Ponza di Pisacane ci fu una sola persona uccisa, il tenente Cesare Balzamo
Nessun commento:
Posta un commento
I vostri pensieri