martedì 18 aprile 2017

La Cisterna di via Parata

Questa Cisterna, situata in pieno centro storico, è stata dimenticata per molto tempo, se ne era persa la memoria.
Un sito archeologico a cui tengo molto, di cui ho scritto tanto in altri post (qui e qui), è la grande Cisterna di Via Parata, anticamente chiamata anche Palazzo di Pilato, che è posizionata proprio dietro casa mia. Sicuramente era collegata attraverso un condotto con quella del Corridoio in via Comandante che è sottostante.
Non ci sono mai entrata e non la conosco se non attraverso le foto, le mappe o i racconti di persone che si rifugiavano in caso di allarme aereo durante la seconda guerra mondiale.
Mio nonno, Salvatore Conte, contadino di sopra i Conti, aveva una concessione grazie alla quale nella Cisterna di Via Parata poteva preparare il concime per i suoi terreni a base di alghe con l'aiuto dei coatti. Questo a dimostrare i molteplici usi nel corso dei secoli...
Oggi praticamente è impossibile entrarci...addirittura ci sono costruzioni abusive all'interno...
Ma possibile che non interessi a nessuno recuperarla???
Eppure è raccontata in molti libri...
Tanto per citarne qualcuno...
Il Tricoli nella Monografia per le isole del Gruppo Ponziano, del 1855, così descrive la Cisterna di Via Parata o del Bagno:
"Sono due grotte incavate l'una sopra l'altra nel masso del colle, di palmi 300 lunga, e 200 larga ognuna, le volte sostenute da piloni sovrapposti ai primi, formano ciascuna di esse otto spaziose navate; è magnifico il cavamento, avendo la volta di mezzo massiccia non più di palmi 15.
La inferiore anticamente per tradizione, come ci dice ancora Pacichelli, era chiamata grotta di Pilato. Ora i due terzi sono ridotti a prigione con quattro fori nella volta."
Così scrive Giovanni Maria De Rossi in "Ponza, Palmarola, Zannone" :
"Nella grande cisterna, ubicata oggi in via Parata, fu ricavato l'alloggio per i forzati, con la creazione ed il ripristino delle antiche prese di luce e aria, al fine di rendere meno disagevole il soggiorno.
Nella pianta di Winspeare si dice espressamente "quartiere per i forzati coi suoi lucernaj". 
A quanto pare la storia di Ponza passa pure da lì...
I trecento di Pisacane erano rinchiusi in quel Bagno penale.
Per quanto riguarda le cattive condizioni in cui versano le Cisterne di Ponza scrive così Carla M. Amici  nel libro "Le isole Pontine attraverso i tempi":
"Attualmente la maggior parte delle cisterne è in cattivo stato di conservazione per i cedimenti della roccia; alcune inoltre, in mancanza di precisi vincoli archeologici, vengono utilizzate come scarico di immondizie o adatte a abitazione murandone le aperture e approfondendone i vani praticabili."
Ma come si fa a distruggere delle opere così imponenti solo in virtù di allargare qualche camera o costruirsi un bagno in nome del dio denaro???
La Cisterna di Via Parata è paragonabile per imponenza alla Piscina Mirabilis di Bacoli o al Cisternone di Formia.
Oggi le vie d'accesso a questa Cisterna sono in mano ai privati...dentro c'è di tutto...addirittura gente senza scrupoli si è spartita gli spazi per i propri interessi...
I materiali di risulta delle varie abitazioni della zona che hanno fatto lavori di ristrutturazione sono stati scaricati lì dentro...e già per liberarsene bisogna portarli alla discarica di Penitro, vicino Formia, ovviamente pagando.
Ma chi ce lo fa fare quando abbiamo una discarica a portata di mano...e soprattutto gratis...avranno pensato questi incivili.
Uno schifo!!!
Delle antiche prese di luce e aria qualcuna è stata murata e dall'esterno non è più visibile ma dall'interno si può vedere come quella accanto al palazzo rosa, chiusa con uno strato di mattoni negli anni sessanta.
Qualche anno fa sulla stradina, sempre dietro al palazzo rosa, è stata aperto un antico varco per poter entrare nella Cisterna. Da lì si scende per sette o otto metri.
Poi ci sono i due pozzi con delle grate come protezione finiti in proprietà privata...
Purtroppo questa è Ponza...

Io continuerò a porre l'attenzione su questa Cisterna che è un Bene Archeologico di tutti noi.


E' situata in pieno centro storico



Proprio qui, dietro il palazzo rosa c'è la maestosa Cisterna di via Parata



Sotto questo muretto bianco c'è l'ingresso alla Cisterna di via Parata e questa stradina veniva chiamata "Via del Bagno Penale"



Il varco aperto sulla stradina lo scorso anno  per accedervi, era una delle prese di luce e aria



Qui si vedono i due pozzi ricoperti da una grata di protezione



Uno dei due pozzi



In questa piantina è disegnata anche la Cisterna di via Parata




In questa piantina si vede il quartiere dei forzati con i suoi lucernaj



Una pianta della Cisterna di Via Parata  o del Bagno realizzata nel 1770 da Giovanni D'Alessio


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