L’isola
è un posto tranquillo, ci si conosce un po’ tutti e i bambini possono
girovagare nei vicoli in assoluta libertà. Acquisiscono un’autonomia che
quelli del continente se la sognano…
Giocano
a pallone sulla piazzetta investendo, a volte, qualche malcapitato di
passaggio. Anni fa, verso sera, si sentivano le voci delle madri che
chiamavano i loro figli per farli rientrare a casa. Oggi, invece, a
quell’ora si sentono i trilli dei telefonini. Anche i bambini di Ponza
sono diventati tecnologici!
La mia infanzia a Ponza è stata stupenda.
Ricordo
ancora il mio primo giorno di scuola, l’emozione che provai nel varcare
quel cancello. Avevo già frequentato la scuola dell’infanzia, che
allora veniva chiamata asilo, dalle suore, ma in quel momento stavo
diventando grande. Quel primo ottobre mi ero svegliata prestissimo con
un’euforia tale che mia madre stentava a starmi dietro. La mia prima
maestra si chiamava Margherita, era di vecchio stampo, piuttosto severa,
e l’anno dopo andò in pensione. Negli anni successivi subentrò Iole,
maestra fantastica che io adoravo. La mia classe era tutta al femminile,
e in quarta o quinta elementare facevamo le gare di geografia con i
maschi della classe parallela. Quello per noi era un punto di contatto
con il modo maschile.
Ero
una ragazzina abbastanza sveglia, gironzolavo tranquillamente, e se ne
avevo voglia prendevo la “corriera” per andare ai “Conti” da mia nonna.
Quando insegnava ho visto, a Ponza negli anni Ottanta, dei bambini che a
cinque anni erano già indipendenti, andavano a scuola da soli. Ricordo
Gioia, con la sua cartella in mano, fare la salita di via Roma, sembrava
più grande dei suoi anni così la chiamavamo l’universitaria. Ma come
non ricordare Raffaele, con le vertigini tra i capelli e la sua innata
simpatia, era il primo che arrivava a scuola. Quest’estate l’ho rivisto,
ha fermato la sua motoretta e con il suo sorriso disarmante mi ha
salutata. Che piacere!
Ponza sembra un mondo a parte e forse lo è davvero, ma soprattutto c’è un libertà sconosciuta altrove.
Foto scuola dell'infanzia "Ciro Piro" negli anni sessanta
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