“L’isolano
non potrà mai dimenticare il mare. È stato la sua culla. Il mare è
nella mente e nel cuore dell’isolano. Il suo primo grande amore”. Così
scrive Ernesto Prudente in un suo libro. Questa citazione è verissima
perché chi è nato in un’isola ha la necessità, il bisogno di vederlo e
questo lo posso dire in prima persona.
Non
vivo nella mia isola ormai da tanti anni, ma dalla città in cui abito,
anche se piena di cemento, spesso scruto l’orizzonte alla ricerca del
mare, che per fortuna è a pochi chilometri. Dalla finestra della mia
camera, al quinto piano, lo vedo in lontananza e nelle giornate terse
riesco a vedere il promontorio del Circeo, fantasticando che oltre c’è
l’isola di Ponza. A volte non mi basta vederlo da lontano, voglio
sentirne l’odore, il rumore ed allora devo andare al porto di Anzio per
quietare il mio stato d’animo.
I
bambini della mia classe sanno che la cosa che mi piace di più è il
mare. Cerco in qualche modo di farglielo amare, insegnando loro che
bisogna rispettarlo, e non lasciare rifiuti sulla spiaggia perché tutto
ciò si ritorcerà contro di noi. Loro mi ripagano con dei disegni dove il
mare è riprodotto in modo veramente eloquente.
Davanti al mare potrei stare delle ore senza parlare con alcuno, perché le sue onde, che vanno e vengono, ti placano l’animo.
Mi
culla e mi fa tornare bambina, quando l’isola era ancora conosciuta da
pochi turisti e potevi fare il bagno addirittura alla spiaggia di
Sant’Antonio.
Ricordo
che raccoglievo delle conchiglie bianche, molto sottili e l’acqua era
bassa per un bel po’ permettendo a noi bambini di fare il bagno senza
pericolo. Oggi quella spiaggia è invasa da centinaia di barchette ed è
improbabile farci il bagno.
Come è cambiata Ponza!!!
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