Poco tempo fa in una trasmissione televisiva dedicata al Cilento, zona in cui si parla il dialetto campano, è spuntata la parola artèteche.
Questa parola mi ha incuriosita e mi sono messa a cercarla nel libro di Ernesto Prudente "ALFAZETA - voci del dialetto ponziano" e l'ho trovata.
Artèteche nel dialetto ponzese significa vivacità, irrequietezza, smaniosità, instabilità, argento vivo, caratteristiche dei ragazzini.
" Gesù stu uaglione tene artèteche" era la frase che parlando di me, si diceva a mia madre, così scrive Ernesto Prudente.
Probabilmente u uaglione (il ragazzo) Ernesto era molto vivace, aveva l'argiento vivo ncuollo (l'argento vivo addosso).
Il piccolo Ernesto Prudente a destra, con Giannino Conte, 1941, in divisa da collegiale
Sulla Dragonara dove Ernesto giocava (Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
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