Questa storia è tratta dal libro "PONZA Mare" di Paolo Iannuccelli e Mario Marcelli ed è accaduta nei primi anni'50.
"La strada che risaliva dal porto verso il paese s'immetteva in un largo all'inizio di corso Pisacane, dove aveva sede il caffè Amato. Locale elegante, modernamente attrezzato in grado di soddisfare ogni richiesta, ogni gusto. Era gestito con polso fermo dal proprietario, che aveva trasferito in esso le regole di ordine, disciplina e precisione che vigevano nella Marina Militare, presso il quale egli aveva passato lunghi anni prestando servizio in qualità di sottufficiale, guadagnandosi onori e decorazioni. Il personale addetto era scelto, altamente preparato e addestrato alla solerzia, alla cortesia. Il locale era frequentato dall'èlite dei turisti, che in esso ritrovarono la stessa accoglienza, la stessa civile cordialità dei famosi caffè delle città dalle quali essi provenivano.
Nulla sfuggiva al controllo del proprietario , maresciallo Amato. Non solo l'amministrazione e l'andazzo generale erano strettamente seguiti, ma anche il comportamento dei dipendenti verso la clientela. Ricordo che anche il figlio avvocato, quando i gravosi impegni forensi glielo consentivano, serviva nel bar in aiuto al genitore.
Un giorno presero posto in un tavolo esterno alcuni cineasti, tra cui Sofia Loren, che ordinarono alcune bevande. Il maresciallo Amato, ritenendo questi clienti persone di riguardo, volle servirli personalmente. Prese il cabaret con le consumazioni e si diresse verso il tavolo, ma a causa della sua avanzata età, le mani gli tremavano facendo tintinnare i bicchieri. Sofia Loren scattò: "Faccio io, faccio io". Fece finta di prendere la guantiera, ma in effetti non lo fece e tutto rovinò a terra. Il maresciallo, nonostante la sua tarda età, capì che gli era stato fatto uno scherzo di cattivo gusto e rampognò Sofia con uno di quei liscio e busso che soleva fare ai marinai suoi dipendenti. In stretto dialetto pose anche in dubbio l'onorabilità della ragazza. Sofia Loren, napoletana, certo capì, ma non reagì. Pagò i danni e con un forzato sorriso, andò via verso Punta Bianca."
Nota:
Il caffè Amato si trovava dove è ora il Bar Incontro
Il luogo dov'era il caffè Amato, all'inizio di Corso Pisacane
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