mercoledì 19 febbraio 2025

Vecchi pescatori

 "Il sole non era ancora apparso all'orizzonte ma un diffuso chiarore faceva già vedere più che intravedere, le Formiche.

Zio Totonno, vecchio pescatore, era sulla Parata a scrutare questi scogli. Voleva e doveva rendersi conto di come tirava la corrente.

Le acque del mare sono soggette, fino ad un certo spessore di profondità, a spostamenti più o meno regolari da non confondersi con il moto ondoso che è limitato alla sua superficie ed è dovuto all'azione del vento.

Questi spostamenti sono dovuti alle correnti che non producono onde. Esse sono percettibili per il loro effetto di trasporto di materiale e per una leggera scia che producono specialmente nelle vicinanze degli scogli.

Perchè si potesse svolgere attività di pesca, in quel posto,  era necessario la corrente "arbine" , corrente da levante, e che avesse una determinata velocità. Quante volte, giunto sul posto,  era stato costretto a tornare in porto perchè la corrente, pur favorevole, era fresca, troppo veloce.

La corrente "arbine" spingeva i pesci verso gli scogli ed era quello che cercava.

Accertatosi della corrente favorevole, zio Totonno tornava a casa, svegliava i figli, mandando uno di essi a chiamare gli altri marinai.

Spinto da quattro remi il gozzetto  giungeva alle Formiche.

Il sole aveva fatto appena la sua comparsa all'orizzonte.

Prima di iniziare le operazioni si segnava. Tutto doveva avvenire secondo la volontà di Dio.

Dava l'ancora perchè la barca non venisse spinta contro gli scogli e, sull'ancora, la cui cima veniva continuamente filata o assuccata, calava la rete a semicerchio.

Il recupero avveniva immediatamente.

Questa operazione veniva ripetuta, nel corso della giornata, svariate volte.

Spesso capitava di doversi spostare più a destra o più a sinistra. Dipendeva dall'ammagliamento dei pesci nelle "vannate" , laterali della rete.

Bisognava seguire il corso dei pesci.

L'abbondanza o meno del pescato dipendeva da tutto ciò.

Quando tutte  le condizioni  erano favorevoli riusciva a mettere a bordo anche 20 - 30 chili di pesce.

La qualità del pescato era sempre la stessa:"retunne", zero.

Molte volte, mentre si pescava, la corrente cambiava direzione, allora si tornava a terra o ci si recava in un altro posto sperando di trovare corrente favorevole.

Quasi sempre il prodotto delle prime pescate si portava a terra per venderlo subito. Occorreva danaro fresco per comprare il pane quotidiano, come occorreva danaro contante per comprare il cotone necessario per risarcire la rete che giornalmente aveva bisogno di rammendi.

Si pescava tra gli scogli e le reti erano di cotone oltre che vecchie. Tempi tristi. Vita dura, durissima, che i giovani di oggi non riescono nemmeno ad immaginare."

(Tratto dal libro di Ernesto Prudente "Cronaca di cose ponziane")




Alba alla Parata (Foto di Rossano Di Loreto)


Alba alla Parata, in lontananza gli scogli delle Formiche (Foto mia, novembre 2022)


Barche da pesca


Rutunni di Ponza

(Foto di Marianna Licari)


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