Apprièzze, un tempo, era un rito molto importante a Ponza, precedeva ogni matrimonio e consisteva nella valutazione del corredo che la ragazza portava in dote.
Nel libro di Silverio Mazzella Le ore del giorno, i giorni dell'anno, gli anni della vita Olga Conte Massone, mia zia, sorella di mia madre racconta questo rito.
Ecco:
"Otto giorni prima del matrimonio, nel cortile di casa si faceva l'apprièzzo. Steso su un lenzuolo per terra tenuto per le estremità da due o quattro invitati, si procedeva all'enumerare i capi che componevano la dote prelevati dalla cassa e depositati sul lenzuolo stesso. Tutto era diligentemente annotato in un contratto che poi era firmato dai genitori, contratto che rimaneva agli sposi. I beni in dote erano sia capi di corredo, soldi ed ori. Seguiva una cena a cui partecipavano le due famiglie dei fidanzati e invitati.."
La cena chiudeva la cerimonia a base di coniglio o di capretto, a secondo la disponibilità e la stagione.
Tutto era riposto nella càscia di biancheria, che era trasportata nella nuova dimora degli sposi.
Tra la biancheria i profumi di essenze naturali: boccioli dei Canzìrri, Giaggiolo, o i rametti dei germogli fioriti della Spigandòsse, Lavanda o anche la lavanda selvatica cioè la "Lavandula Stoechas" in cunucchièlle, mazzetti.
Olga Conte nata il 15 giugno 1915
Documento che attestava la dote di una ragazza per il suo matrimonio, febbraio 1911
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