mercoledì 3 novembre 2021

Chiaia di Luna raccontata da Hans Graeser

 Qualche giorno fa Barbara Graeser mi ha contattata in merito al post "L'isola di Palmarola descritta dal Graeser alla fine dell'Ottocento" con il brano di suo nonno Carl.

Era molto contenta e mi ha scritto che in un libro di suo padre, Hans Graeser, figlio di Carl, c'è un piccolo brano in cui si descrive Ponza e precisamente Chiaia di Luna.

Eccolo:

Tratto dal libro: "Zwiesprache mit Ruinen" tradotto in italiano    "Dialogo con le Rovine" nel capitolo dedicato a "Grotte romane, cunicoli, strade e acquedotti" pubblicato prima del 1968.


„Auf der Insel Ponza schenkt uns eine unterirdische römische Strasse einen der schönsten und überraschendsten Ausblicke. Unweit des Hauptortes der Insel, aber von abweisend steilen Felswänden umschlossen, liegt eine halbkreisförmige Bucht: die Chiaia di Luna. Die Halbmondgestalt, von welcher der Name stammt, zeigt uns, dass es sich um einen erloschenen Vulkan handelt, dessen östliche Wandung im Meer versunken ist.

Man muss die Chiaia di Luna gegen Abend bei sinkender Sonne besuchen. Sie ist auch heute noch nur durch den römischen Tunnel erreichbar. Zwei Jahrtausende hat der Tunnel gehalten, obgleich wohl kaum je an ihm repariert wurde. Jetzt ist er baufällig, und man riskiert, einen der viereckigen Steine auf den Kopf zu bekommen vom opus reticulatum, mit dem die Römer den Tunnel verschalt haben. Wie der Name besagt, ist es ein Netzwerk aus auf der Spitze stehenden, quadratischen Steinen. Ich empfinde diese Mauertechnik als die schönste und römischste.

Im ersten Teil des Tunnels gibt es noch einige lichtspendende Luken in der Decke; dann folgt eine sehr dunkle Strecke. Man sieht nur den hellen Ausgang des Tunnels in der Ferne und stolpert über den holprigen Boden. Es kommt mir nicht etwa wie eine Schlamperei vor, dass man noch immer dem tausendjährigen Bau vertraut, vielmehr liegt etwas von einer geheimen Reverenz darin, die den mächtigeren Ahnen erwiesen wird.

Inzwischen haben sich die Augen an die Dunkelheit gewöhnt, und wenn man den Ausgang erreicht, überfällt es einen blau, grün, gelb und rotflammend, denn das Halbrund der Chiaia di Luna öffnet sich genau nach Westen gegen die sinkende Sonne. Ein schmaler Strand aus feinstem Kies säumt das Ufer unterhalb der unzugänglichen Felsen. Das Meer atmet leise mit kleinen plätschernden ‚Wellchen’ aus kristallklarem Wasser. Hier tut es wirklich schwer, nicht an den Goethe’schen Vers zu denken:

 

«Schon tut das Meer sich mit erwärmten Buchten

vor den erstaunten Augen auf.»

 

Traduzione:

 

Sull'isola di Ponza, una strada romana sotterranea ci regala uno dei panorami più belli e sorprendenti. Non lontano dal capoluogo dell'isola, ma circondato da ripide pareti rocciose, si estende una baia semicircolare: la Chiaia di Luna. La forma a mezzaluna, da cui deriva il nome, ci indica che si tratta di un vulcano spento, di cui la parete orientale è sprofondata nel mare. Si deve visitare la Chiaia di Luna la sera quando il sole sta tramontando. Ancora oggi è raggiungibile solo attraverso il tunnel romano. Il tunnel è durato due millenni, anche se non è stato quasi mai riparato. Ora è fatiscente e si rischia di mettersi in testa una delle pietre squadrate dell'opus reticulatum con cui i romani coprivano il tunnel. Come suggerisce il nome, è una rete di pietre appuntite e quadrate. Trovo che questa tecnica muraria sia la più bella e la più romana. Nella prima parte del tunnel sono ancora presenti alcuni boccaporti luminosi nel soffitto; poi segue un percorso molto oscuro. Puoi si vede solo l'uscita luminosa del tunnel in lontananza e si inciampa sul terreno accidentato. Non mi sembra una trasandatezza che ci si fidi ancora dell'edificio millenario, anzi c'è in esso una sorta di segreta riverenza, che viene tributata agli antenati più potenti. Nel frattempo gli occhi si sono abituati al buio, e quando si raggiunge l'uscita, si è accolto da fiamme azzurre, verdi, gialle e rosse, perché il semicerchio della Chiaia di Luna si apre esattamente ad ovest contro il sole che tramonta. Una spiaggia stretta fatta di finissima ghiaia fiancheggia la riva sotto le rocce inaccessibili. Il mare respira dolcemente con piccole onde increspate di acqua cristallina. Qui è davvero difficile non pensare al verso di Goethe:

 

“Già il mare si sta schiudendo con baie riscaldate

davanti agli occhi meravigliati."


Nota:

Hans Graeser completò il manoscritto poco prima della sua morte avvenuta nel 1968. La figlia Barbara ha pubblicato il libro nel 2018 / 19.

 


 


 Il tunnel e la spiaggia di Chiaia di Luna

(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)



Il Tunnel che porta alla spiaggia di Chiaia di Luna




 L'uscita dal tunnel verso la spiaggia e i colori del tramonto

(Le foto sono di Dimitri Scripnic)




Chiaia di Luna al tramonto (Foto di Rossano Di Loreto)

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