Dopo la Cisterna della Dragonara presto potremo ammirare anche la Cisterna del Comandante il cui recupero sta procedendo e di questo ne sono veramente contenta.
Questa Cisterna, situata in pieno centro storico, è stata dimenticata per molto tempo, se ne era persa la memoria ed era ingombra di immondizia.
Un sito archeologico a cui tengo molto, di cui ho scritto tanto in
altri post (qui e qui), è la grande Cisterna di Via Parata, anticamente chiamata
anche Palazzo di Pilato, che è posizionata proprio dietro casa mia. Sicuramente era collegata attraverso un condotto con quella del Comandante che è sottostante.
Non
ci sono mai entrata e non la conosco se non attraverso le foto, le
mappe o i racconti di persone che si rifugiavano in caso di allarme
aereo durante la seconda guerra mondiale.
Mio nonno, Salvatore Conte, contadino di sopra i Conti, aveva una concessione grazie alla quale nella Cisterna di Via Parata poteva preparare il concime per i suoi terreni a base di alghe con l'aiuto dei coatti. Questo a dimostrare i molteplici usi nel corso dei secoli...
Oggi praticamente è impossibile entrarci...addirittura ci sono costruzioni abusive all'interno....
Ma possibile che non interessi a nessuno recuperarla???
Eppure è raccontata in molti libri.......
Tanto per citarne qualcuno......
Il Tricoli nella Monografia per le isole del Gruppo Ponziano, del 1855, così descrive la Cisterna di Via Parata o del Bagno:
"Sono
due grotte incavate l'una sopra l'altra nel masso del colle, di palmi
300 lunga, e 200 larga ognuna, le volte sostenute da piloni sovrapposti
ai primi, formano ciascuna di esse otto spaziose navate; è magnifico il
cavamento, avendo la volta di mezzo massiccia non più di palmi 15.
La
inferiore anticamente per tradizione, come ci dice ancora Pacichelli,
era chiamata grotta di Pilato. Ora i due terzi sono ridotti a prigione
con quattro fori nella volta."
Così scrive Giovanni Maria De Rossi in "Ponza, Palmarola, Zannone" :
"Nella
grande cisterna, ubicata oggi in via Parata, fu ricavato l'alloggio per
i forzati, con la creazione ed il ripristino delle antiche prese di
luce e aria, al fine di rendere meno disagevole il soggiorno.
Nella pianta di Winspeare si dice espressamente "quartiere per i forzati coi suoi lucernaj".
A quanto pare la storia di Ponza passa pure da lì.....
I trecento di Pisacane erano rinchiusi in quel Bagno penale.
Per quanto riguarda le cattive condizioni in cui versano le Cisterne di Ponza scrive così Carla M. Amici nel libro "Le isole Pontine attraverso i tempi":
"Attualmente
la maggior parte delle cisterne è in cattivo stato di conservazione per
i cedimenti della roccia; alcune inoltre, in mancanza di precisi
vincoli archeologici, vengono utilizzate come scarico di immondizie o
adatte a abitazione murandone le aperture e approfondendone i vani
praticabili."
Ma come si fa a distruggere delle opere così
imponenti solo in virtù di allargare qualche camera o costruirsi un
bagno in nome del dio denaro???
La Cisterna di Via Parata è paragonabile per imponenza alla Piscina Mirabilis di Bacoli o al Cisternone di Formia.
Nella parte meridionale dell'isola sono molte le cisterne scavate dai Romani pare siano una trentina
La piantina della Cisterna di Via Parata
In
giallo i pozzi di luce e di presa d'acqua; in marrone le strutture
moderne, elevate per ricavare vani abitabili a ridosso della cisterna;
in verde le murature antiche di rinforzo, messe in opera in periodi
differenti. (Dal libro "Le isole Pontine attraverso i tempi")
Cisterna in via Parata. Pozzo di luce verticale. In evidenza le pedarole di servizio per la manutenzione.
Cisterna di via Parata. Lato sud-est. Particolare del restauro in opera laterizia.
Cisterna in via Parata. Lato nord- ovest. Fodera in opera reticolata, visibile il rivestimento in cocciopesto.
(Le foto sono tratte dal libro "Le isole Pontine attraverso i tempi")
In questa piantina si vede bene il" quartiere dei rilegati con i suoi lucernaj"
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