mercoledì 23 dicembre 2015

Pacchiaròtte e la notte di Natale

A Ponza per  distinguere le persone, soprattutto quelle omonime, si affibbiavano dei soprannomi.
Uno di questi era Pacchiarotte alias Silverio Conte che era basso e tarchiatello e con la sua barca trasportava le persone dal porto a Cala Inferno. C'è addirittura uno scoglio che porta il suo nome.
Ci racconta di questo personaggio Ernesto Prudente nel libro "Fogli Sparpagliati": 
Pacchiaròtte era il mitico personaggio della sua epoca. Era dotato di una voce possente e tonante, per cui gli venne affidato il compito di cantare, nella notte di Natale, la pastorale, tratta da quel celebre canto natalizio scritto da Alfonso Maria de Liguori, eminente figura della storia della chiesa tanto da essere santificato. Chi non conosce: Tu scendi dalle stelle / o Re del cielo /  e vieni in una grotta / al freddo e al gelo.
La sua presenza in chiesa, la notte di Natale, era diventata una regola, un rito, una usanza difficile da cancellare.
Quante volte è stato ritardato l'inizio della messa per l'assenza di Pacchiaròtte.
Quante volte i parroci dell'epoca, dopo averlo atteso invano, sguinzagliavano i ragazzi, in cambio di una sedia da occupare sulla balconata dell'organo, per rintracciarlo.
Era la voce della festa tanto che, in uno degli anni che vanno dal 30 al 33, nella settimana precedente il Natale, durante un trasporto di tre donne a cala d'Inferno, Pacchiaròtte, forse distraendosi per l'avvenenza delle utenti, andò a finire su uno scoglio proprio davanti al fortino di Frontone che, da quell'avvenimento, si conosce come la "chiana di Pacchiaròtte". La barca sbandò su di un lato e si capovolse. Nel trambusto che ne seguì una delle passeggere morì. Pacchiaròtte venne arrestato per omicidio colposo e trasferito nelle carceri dell'isola in attesa del trasferimento in quelle di Littoria.
Ponza, di quei tempi aveva le carceri perchè sede mandamentale di Pretura.
Si era giunti all'antivigilia di Natale e il parroco, il celeberrimo "u parrucchiane Tagliamonte", pur impegnandosi, non riuscì a trovare un sostituto per Pacchiaròtte.
Non avendo altra alternativa, si recò dai Carabinieri e dal giudice e, con il suo procedere da santo, come veniva definito, riuscì ad ottenere la libertà provvisoria per Pacchiaròtte.
Il magistrato, facendo uno strappo alle regole, autorizzò, sotto scorta dei carabinieri, a cui aveva addossato eventuali responsabilità di fuga, l'uscita di Silverio Conte, ammanettato, dal carcere per il tempo strettamente necessario per quello spezzone di funzione religiosa che lo vedeva impegnato.
Il paese intero era a conoscenza del disastro causato da Pacchiaròtte, del suo arresto e delle relative conseguenze ma non sapeva, nessuno sapeva, le conclusioni dell'incontro tra il parroco e il magistrato che fu e restò un segreto.
In chiesa c'era un certo fermento per come venisse condotta la funzione. Le tradizioni in materia religiosa sono importanti.
Quella  sera la chiesa era gremita, come al solito, in ogni ordine di posto. Tanta gente era all'impiedi accalcandosi l'una all'altra. Il parroco non aveva fatto parola della sua richiesta al giudice, aveva, però, incaricato, all'inizio del rito, un suo collaboratore, il rev. Don Raffaele Aprea, di portarsi sulla soglia della chiesa per aprire il varco ai carabinieri quando si sarebbero presentati.
Tutto funzionò alla perfezione e appena dopo la Consacrazione i fedeli sentirono, stupefatti, riecheggiare la voce tenorile di Pacchiaròtte che, accompagnato dalle note dell'imponente organo alla cui tastiera sedeva il rev. Don Luigi Parisi e ai mantici, per dargli fiato, il giovane Ciro Vitiello, prozio dell'attuale direttore della centrale elettrica, aveva intonato, con più trasporto, data la sua particolare situazione di carcerato, Tu scendi dalle stelle / o Re del cielo.

Foto di presepi nella Chiesa di Ponza porto, negli anni passati
















La chiesa com'era un tempo
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)



L'interno della chiesa (estate 2013)



La Piana Bianca con la "chiana di Pacchiaròtte"
(Foto tratta dal libro "Le isole di Circe. Ponza Palmarola Zannone" di G. e S. Mazzella)

Nota:
Don Raffaele Tagliamonte fu parroco dal 18 maggio 1920 a gennaio 1934.
(da "Isola di Ponza. Appunti per un libro" di don Salvatore Tagliamonte)

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