"Navigando la vita" è il titolo del libro di Salvatore Balzano (Ciciotto) la cui lettura è molto gradevole.
Salvatore lo ha scritto durante la pandemia proprio per i suoi figli e nipoti per far conoscere un mondo che non c'è più, quello di una Le Forna della sua infanzia, della sua giovinezza.
Ricorda in particolare la sua famiglia di origine, i suoi amici, i suoi primi approcci con Mimma sua futura moglie scomparsa , purtroppo, prematuramente.
Racconta aneddoti, ma anche le sue difficoltà della vita.
Ecco una pagina del libro dedicata all'ambiente, la vita e le persone:
"Le abitazioni di forma cubica, sparpagliate sulle colline verdi, degradanti verso il mare dai vari colori che andavano dal bianco a quelli tenui pastello come quelli dell'arcobaleno, con fasce perimetrate sugli ingressi, sulle finestre e sul cornicione, anch'esse multicolori per dare maggiore risalto, in contrasto con il colore principale delle facciate. Le porte verniciate di azzurro, verde o bianco e di tutti i colori che avanzavano dopo avere verniciato le barche per metterle in acqua dopo l'inverno che erano state tirate a secco sugli scogli o conservate in apposite grotte dette malazzeni. Il cortile bianco biancheggiato con la calce, con l'immancabile pozzo per la conservazione dell'acqua piovana, che si recuperava dai tetti, con sopra un triangolo in ferro o in legno, alla cui estremità era legata una carrucola con sopra una fune avvolta che teneva un secchio zincato, con un peso ad uno dei lati per facilitare il suo riempimento quando si attingeva l'acqua. Alle pareti del prospetto principale delle case si notavano grappoli di pomodori, di peperoni piccanti e tanti pesci come rotondi e castardelli, messi ad essiccare per consumarli nei periodi di cattivo tempo e, durante l'inverno. Sul cortile, a curteglia, ammucchiati a un lato si vedevano fasci di pennicilli e legna e lo sfarzo, con dentro la chiocciola, la gallina madre, che covava le uova per fare nascere i pulcini. Esso era costruito con i giunchi intrecciati a canne legate sulla circonferenza, e aveva la forma di una campana, ed assomigliava a una nassa capovolta, e appoggiata sul piano dal lato aperto più grande. All'entrata delle abitazioni una rete di pescatore, che aveva la funzione della tenda per difendersi dagli insetti nocivi e dalle mosche che specialmente nel periodo di vendemmia volavano in grande quantità. Le rocce vulcaniche con venature diverse, delle quali erano in evidenza macchie di colore rosso date dall'ossidazione di ferro, i vastaccietti, le ginestre, le macchie mediterranee e le pale di fico d'India e tutte le altre facevano apparire il paesaggio come un presepio, specialmente la sera, con le luci fioche delle candele e dei lumi a petrolio che a macchie di leopardo tra i vetri semiaperti degli infissi si vedevano..."
(Per gentile concessione dell'autore Salvatore Balzano, anche pittore)
La copertina del libro con un dipinto di Salvatore
Un dipinto realizzato da Salvatore
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