L'otto settembre si ricorda la nascita della Beata Vergine Maria e, un tempo, a Ponza era molto sentita questa festa.
Si esponeva in chiesa la statuina di Maria neonata poggiata sopra un letto di confetti bianchi che al termine della funzione religiosa venivano distribuiti ai ragazzi. Credo che l'artefice di tutto questo sia stato monsignor Dies.
Io, confesso, non ricordo questa statuina, l'ho scoperta grazie ad Aniello De Luca che è un pò la memoria storica per quanto riguarda queste cose.
Io, confesso, non ricordo questa statuina, l'ho scoperta grazie ad Aniello De Luca che è un pò la memoria storica per quanto riguarda queste cose.
Sulla Natività di Maria, Lucia Aiello Schiano mi ha segnalato Francesco Del Pozzone uno storico che scrive della Cappella di Conca contrada di Gaeta.
Certamente il culto di Maria bambina a Ponza è arrivato tramite Monsignor Dies che era di Gaeta
"Frequentando la nobile Cappella dedicata alla Natività di Maria, nella contrada Conca ci si domanda quando sia stata edificata e le circostanze anness. Le Memorie Istoriche della fedelissima città di Gaeta di GIROLAMO GATTOLA (manoscritto della biblioteca Leccese, vol. II, p. 320), ci dicono che: «Nell’anno 1639 era già fabbricata questa chiesetta nel luogo dove ora si vede, denominato Conca, per la fossa ovvero alveo dell’acqua che ivi scaturisce. Sta contigua al giardino che si possiede dal Monastero di dame di S. Caterina, che ora ha cura della medesima e vi tiene un eremita per mantenerla pulita. Sin da quel tempo andava unita col detto giardino, il quale volle per il monastero censuare a Giovanni Angelo Tommasino per annui ducati 67 con istrumento del 23 novembre del su detto anno per notaio Francesco Rometo di Gaeta. Ma poscia nel 1668 con altro istrumento del 3 marzo per notaio Erasmo Baccarella di detta città fu ceduto allo stesso monastero padrone diretto». E' qui, appunto, che i devoti gaetani convenivano, e ancora oggi è così, per onorare la natività della Madre di Dio, anche con pittoreschi intrattenimenti del tutto simili a quelli che troviamo a Piedigrotta. Senza dilungarmi troppo, di questo meraviglioso legame ne ho trattato in altri miei articoli, a cui rimando il lettore, se vorrà. Tuttavia, un punto resta da chiarire, che qui vado ad esporre. Sappiamo che i nostri pescatori di menaide andavano stagionalmente a pescare sui lidi imperiali dell'Alma Roma e anche in Toscana, rientrando proprio per la “Madonna di Conca” (ma altri rimenevano fino a qualche giorno prima del 27 settembre, festa di S. Cosma e Damiano). Ebbene, una singolare caratteristica che segnava questo ritorno dei nostri pescatori menaidisti era data dalle Brocche (le brocchetell') e anforette, acquistate a S, Marinella oppure ad Anzio. Tale consuetudine, molto probabilmente, è altro segno di unità con le pratiche piedigrottane. Argomenta, infatti, il prof. Maurizio Ponticello che “lo stesso Petrarca nel Trecento attestava che il sacello era costantemente frequentato da naviganti, e quindi, gente di mare, pescatori. Gli stessi abitavano il luogo e dintorni...notiamo che il Tempio era in prossimità della spiaggia, ovvero dell'acqua che sgorgava dai pozzi all'interno dell'area della crypta, la medesima che nei riti e nelle processioni della Madonna di Piedigrotta veniva usata dai fedeli per le abluzioni propiziatorie, con l'utilizzo di anforette, hydrias, vasi (…), l'acqua c'è ed fuori e dentro la crypta. L'acqua lustrale è usata nel rito di fecondità, nelle abluzioni delle promesse di amore e di richiesta di fertilità delle future spose. Il vaso è la stessa crypta. All'identico modo che la crypta è il vaso” (Maurizio Ponticello, I misteri di Piedigrotta, edizioni Controcorrente, 2009)."
Francesco Del Pozzone
Tutte le rea
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