mercoledì 7 luglio 2021

L'isola di Ponza attraverso il racconto di un relegato nel 1857

 Federico Priorelli, relegato, in una lettera inviata al fratello datata 10 aprile 1857 descrive un pò la vita all'isola di Ponza.

Dopo un viaggio burrascoso per raggiungere Ponza, durato circa 40 ore,  in cui perse anche il bagaglio in mare così scrive:

"...Mio caro fratello alle mie sventure un'altra per accrescerne il numero. sappiate che io non mi avvilisco mica e ripongo ampia fiducia in Colei a cui nulla sfugge ed è il motore di questa gran mole. 

L'isola di Ponza è grande della circonferenza di quasi venti miglia. Essa è di forma di un semicerchio ed ha un bellissimo porto costruito naturalmente. E' tutta coltivata tranne pochi luoghi ed abbonda in particolare di frutti italionici tra i quali vi sono moltissime piante di uva, fichi nostrali e fichi d'India,  le di marittime piante sono talmente copiose che si danno numericamente negli assegni dei capitoli nuziali. 

Il suo clima è soave e l'aria è salubre.

La pasta e il pane sono di qualità eccellentissima e il prezzo tenue, la carne è buona tanto vaccina che di animale lanuto ed il prezzo è tollerabile, le legumi buone e non scarse, i pesci poi sono squisitissimi ed in abbondanza tale che le migliori qualità come murene, ronghi, triglie, scorfani, calamari, dentici, cefali, ed altri si acquistano per pochi grani, la caccia finalmente è del pari buonissima di animali pennuti in modo che i migliori uccelli si vendono a prezzo tenue.

L'isola è abitata da circa 2500 anime, i di cui abitanti sono tutti ben nutriti, tanto per gli uomini che per le donne le quali sono per la maggior parte brune e simpatiche, ma non tralasciano però di essere isolane.

Le case si locano per pochi carlini al mese che un quartino di due o tre stanze si affitta per quasi 12 carlini, la ragione è la seguente: siccome tutto il fabbricato dell'isola si compone di pochi casamenti comprevasi la chiesa e gli edifici comunali, il rimanente dell'abitato è costruito con scavi fatti nei fianchi delle colline sparse sull'isola di modo che sembrano tanti abituri di selvaggi; ecco che il costo per costruirle è meschinissimo. Tutto il rimanente pel bisogno della vita è pessimo e carissimo.

Salami e salumi carissimi ed orridi, i latticini cattivi, scarsi e cari; vini mediocri ma carissimi e a causa che non essendosene fatto da più anni quello che qui si vende viene dalle Puglie mentre il vino di Ponza è squisitissimo e poderoso. Nulla  vi dico poi degli altri generi come sarebbe a dire tessuti in generale, ardegni di casa, attrezzi di cucina, mobilio ed altro non escluso il cuoiame per uso di calzatura il cui prezzo fa spavento, non solo ma sono di qualità cattivissima: basta dirvi solo che un paio di traspi di legno, due tavole, un materasso ripieno di stoppa invece che di lana, un cuscino e due lenzuola, tutto usato, mi costano ducati 9. Se si desidera un paio di scarpe si ànno di pessima qualità e non meno di carlini 22 a 24, ma non si portano che pochi mesi a causa che le strade sono tutte scabrose e si consumano presto...."

"...vi dico che qui sto benissimo, perchè sto in mia piena libertà non solo ma ò trovato anche moltissimi amici con i quali mi diverto tanto bene che mi sembra di essere passato dalla stalla alle stelle e se non fossi in qualche momento occupato dal solo pensiero della lontananza, il quale mi occupa di tratto in tratto, vi dico che non penserei a nulla. .."

La lettera è conservata nell'Archivio storico di Salerno









L'isola di Ponza nel disegni del Mattei, 1847


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