" Inselvatichita negli incolti occupati dalla boscaglia a Ponza, Palmarola e Zannone. E' la pianta più importante dell'isola, dalla quale si ottiene frutta che viene consumata fresca o passita.
Dalle viti ponzesi si ottiene un vino asciutto e leggermente dolce. Tra i vitigni più pregiati vanno ricordati quelli del Fieno, di Frontone, delle Forna e delle Grottelle. La vinificazione, lenta e laboriosa, dura vari giorni, durante i quali bisogna avere l'accortezza di sommergere gli acini che, fermentando, salgono in superficie (cuòcchele). Lo spumante (sfumànte) è il prodotto con il mosto passato al setaccio di un sacco di tela (scappùccio) e poi versato, quando la fermentazione è ancora in corso, in robuste bottiglie colorate chiuse da tappi rinforzati (tappi automatici con due guarnizioni). Con il vino cotto si preparono rustici dolci come i turtanièlli e le mostàrde. Tricoli ricorda come il vino cotto veniva usato come astringente nel caso si avesse consumato fichi d'India maturi e anche per combattere il mal di mare. "Pria di esporsi al viaggio convien cibarsi di cose asciutte, bevendo solamente poco del vino generoso: allorchè sopravviene il disturbo mangiarsi il biscotto appena temperato in detto vino, ed a ristoro ripeterlo anche al vomito." I tralci delle viti, eliminati nella potatura ( i pennecìlli) erano utilizzati come legna per il forno o come legacci dei fasci d'erba raccolti per i conigli."
(Dal libro "Flora illustrata di Ponza" di G. e S. Mazzella)
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