Secondo il De Rossi da questo punto, che ora è murato e prosciugato, l'acqua veniva fatta confluire in un cunicolo per poi farla sbucare a Cala Inferno. Qui alimentava una cisterna che è servita a rifornire le imbarcazioni anche in tempi recenti come durante la seconda guerra mondiale.
Però il condotto proseguiva e fino a Santa Maria si vedono le tracce nella roccia.
Il Tricoli scrive ancora: ..."Accumulava ivi in opportuna vasca molt'acqua, per urtare sul formale che poco alto del livello del mare, per cinque miglia, acconsentendo le sinuosità della costiera. Tributava nel suo corso per le abitazioni ove s'imbatteva, senza privarne a quegli situati presso l'attuale porto, in cui termina la traccia"
Probabilmente c'era un sistema di valvole che regolava il flusso dell'acqua avvalorato dal ritrovamento di un epistomio di bronzo nel 1774, conservato nel Museo Nazionale di Napoli.
Apollonj Ghetti scrive che tra il X e il XIII secolo l'acquedotto era in funzione e ne fruivano sicuramente i monaci del convento di Santa Maria.
Probabilmente, l'acquedotto serviva anche a rifornire d'acqua le imbarcazioni che erano nel porto all'interno di Santa Maria (mare 'ncoppe), quindi sia ai marinai che ai corsari.
La cosa certa è che l'acquedotto romano di Ponza è un gioiello di ingegneria idraulica.
Ponza non è solo mare...
L'acquedotto romano dell'isola di Ponza
(Foto concesse gentilmente da Giuseppe Cristo)
(Leonardo Lombardi "PONZA impianti idraulici romani")
Cala dell'Acqua, qui c'era la fontana Tagliamonte (la sorgente)
Il condotto antico, largo 60 cm. e di altezza variabile tra m. 1.20 e m. 1.70, rivestito di cocciopesto, si dirigeva poi verso Sud-Est, raggiungendo il versante opposto dell'isola, il località "Cala d'Inferno"
(Carla M. Amici)
(Foto di Rossano Di Loreto)
Nota:
Il cocciopesto è una malta impermeabile usata come rivestimento di tenuta per strutture idrauliche (cisterne, serbatoi, vasche e condotti) e come rivestimento protettivo di terrazze o ambienti umidi. La malta era realizzata con una miscela di una parte di calce molto fine, due parti di sabbia o pozzolana e una parte di detrito di mattoni o tegole.
(Leonardo Lombardi)
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