Andavo a trovarli volentieri però quando si avvicinava la sera mi prendeva una sorta di smania perchè volevo tornare a casa mia. Credo sia l'inconscio che provochi tutto questo.
Quando ero molto piccola mia madre si ammalò e per un certo periodo sono stata a casa da mia nonna Assunta proprio Ncòppe i Cuonte. Forse è rimasta qualche traccia di questo distacco dalla mia mamma.
Nonno Salvatore che era un contadino ritornava verso sera con il suo sacchetto di tela grezza sulle spalle e noi bambine gli andavamo incontro per abbracciarlo.
Oggi tutto è diverso...
Il turismo ha cambiato anche questa zona che ha perso un pò della sua identità contadina. Sarebbe interessante invece trasmettere ai nostri ospiti le tradizioni, il modo di coltivare la terra.
Un tempo l'agricoltura era una delle attività principale dei ponzesi. Mio nonno Salvatore aveva diversi terreni da coltivare, con il suo lavoro è vissuto dignitosamente e alla sua famiglia non ha fatto mancare mai niente.
Oggi le campagne di Ponza sono abbandonate anche se ultimamente c'è un timido accenno di recupero.
Certo lavorare in campagna richiede fatica però può dare anche delle soddisfazioni.
E' appurato che i prodotti di Ponza non hanno confronto con quelli che arrivano dal continente.
Un pò di foto che ho scattato nell'estate 2016
Si cominciano ad intravedere le case i Ncòppe i Cuonte
Case i Ncòppe i Cuonte
Abbascio u Cavone...qui in questo terreno nonno Salvatore coltivava pomodori, alberi da frutto...
Che bei grappoli d'uva!!!
La cappellina
La stradina che porta giù ai Conti
Si scende ancora...
La porta di un'antica casa
Un piccolo scorcio
Un angolo suggestivo
Questa casa era di Don Aniello Conte, cappellano del carcere di Santo Stefano. Gli fu concesso di celebrare la S.Messa nella sua abitazione quando, ormai anziano, non ce la faceva più ad andare fino in chiesa.
Altre case dei Conti
Nessun commento:
Posta un commento
I vostri pensieri