Oggi
non si nasce più a Ponza e le donne, al momento del parto, si
trasferiscono sul continente per far nascere i loro bambini in ospedale,
con l’assistenza dovuta.
Tanto tempo fa, i bambini nascevano nelle loro case e le donne venivano aiutate dalle ostetriche locali.
Io
sono nata in una piccola casa sul corso Pisacane e mia madre aveva già
due bambini ma con me ebbe dei problemi. Ci fu bisogno, urgentemente, di
un medico e per fortuna il dottor Martinelli abitava poco lontano
altrimenti mia madre perdeva la vita.
Mio
padre, ogni tanto, per prendermi in giro mi diceva, che già alla mia
nascita, aveva dovuto pagare trentamila lire, tanto si prese il dottore
per il suo intervento.
Per quei tempi era una bella cifra!
Quante mamme di Ponza sono morte di parto ma anche tanti bambini non sono riusciti a sopravvivere ad un parto difficoltoso.
I tempi erano difficili….ora sono rose e fiori.
L’altro
giorno parlando con Maria, simpatica signora novantatreenne,
lucidissima, mi ha raccontato la nascita del suo primo figlio.
Era
il 18 luglio 1950 ed erano ventiquattro ore che lei era in travaglio,
era ormai sfinita, mancava anche di lucidità. Il bambino era troppo
grande per lei che aveva un fisico minuto e l’ostetrica chiese l’aiuto
di un medico.
Il
dottor Sandolo abitava a Le Forna, quindi dalla parte opposta
dell’isola e non c’erano automobili per andarlo a prendere, l’unico
mezzo era la barca.
Il
fratello di Maria, Carlo, s’imbarcò sulla piccola imbarcazione, a remi,
di “Cuncetta a tiramola” ed arrivò a Cala Inferno. Salì di corsa tutti
quei scalini e andò a chiamare il dottore.
Fortunatamente
trovarono un camion della SAMIP ( la miniera ) così poterono giungere
più velocemente al porto e far nascere il bambino.
Finalmente nacque Salvatore che pesava ben K.G .4,500 un bel bambino con gli occhi chiari.
Tutto è bene quel che finisce bene….
Nella foto,le scalette che portano alla casa dove sono nata.
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