Tempo fa Folco Quilici definì il porto di Ponza “ l’approdo più bello del Mediterraneo “.
Per
chi giunge dal mare, davanti agli occhi appare l’immagine spettacolare
delle case che digradano dolcemente intorno al porto, con i loro colori
pastello e lo chiudono in un piacevole anfiteatro.
Il porto di Ponza è un’esplosione di colori e di storia, è il fulcro della vita dell’isola.
Sorge
su un antico porto romano del 313 a.C. che venne rimodellato, seguendo
il piano architettonico dei Borboni, dal progetto del Carpi e del
maggiore del Genio Winspeare.
Sovrasta
il molo la lanterna ottagonale rosso mattone ( il lanternino per i
ponzesi ) che venne costruita sui resti di un faro più antico di cui
abbiamo notizie dall’abate Pacichelli in visita a Ponza nel 1685. Sul
piazzale del “lanternino” c’era disegnata una bellissima rosa dei venti
che purtroppo qualcuno ha cancellato. Nelle serate estive è il ritrovo
di una miriade di ragazzini che schiamazzano fino a tarda notte
togliendo un po’ di poesia a questo luogo magico.
Sulla scogliera è piantato l’affusto di cannone della Liberty affondata nel febbraio del 1943 davanti a Forte Papa.
Le
navi, anni fa, attraccavano al molo Musco ed ogni sera c’era un
capannello di gente ad assistere allo sbarco dei passeggeri. Era
l’evento della giornata!
In estate c’erano poche barche a motore, molte a remi e pochissimi motoscafi.
Negli
anni sessanta alla banchina Mamozio noleggiavano barche, ai primi
turisti, Ciro Iacono e Maurino Di Lorenzo. Erano cugini ma anche molto
amici. Erano tra gli organizzatori della festa di San Silverio e
venivano chiamati “ mast i festa”.
Oggi
il porto è sovraffollato di barche, in ogni angolo c’è un noleggiatore
che cerca di acchiappare il turista appena scende dalla nave o
dall’aliscafo.
Da
quell’oasi di tranquillità, che è fuori stagione, il porto di Ponza in
estate si trasforma in un microcosmo da vivere intensamente.
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