Nel 1843 il pescatore Angelo Feola, morto centenario nel 1908, mentre era a pesca del corallo lungo le coste di Carloforte, in Sardegna, fu sorpreso improvvisamente da una terribile tempesta e la sua barca stava per naufragare.
" Però nel partire da Ponza egli aveva avuto l'accortezza di portarsi una statuetta di S. Silverio quale conservava sotto la prua del gozzo. Visto che la tempesta ingrossava, e conosciuta l'impossibilità di accostare a terra, i marinai cominciarono a sfiduciarsi e darsi per morti.
Il vecchio centenario raccontava che lui volgendo lo sguardo alla statuetta di S. Silverio: Coraggio, ebbe a gridare ai marinai, abbiamo con noi chi ci può aiutare. Su prendete quella statuetta, mettetela sulla prua, penserà lui S. Silverio a liberarci.
Oh bontà del nostro Santo!!!
Esposto alla vista dei flutti, egli fecesi quasi conduttiero del gozzo, per chi mentre prima cominciava a salire a bordo, ora rispettava il gozzo e la vita dei poveri marinai.
Sicchè guidati dallo stesso Santo giunsero a terra sani e salvi, e con stupore di quella gente che curiosa li aspettava convinti di non rivederli."
(Da "Vita di San Silverio Papa e Martire" del sacerdote Luigi Coppa, 1921)
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