Il ritrovamento dei resti di questa villa avvenne nel 1926 durante i lavori di ampliamento di un'abitazione. L'archeologo Luigi Iacono venne incaricato da Amedeo Maiuri dopo le segnalazioni del Rev. Raffaele Tagliamonte, ispettore locale della Soprintendenza.
Il proprietario dell'abitazione, Ciro Mazzella, fece spianare il giardino e gli scavatori si trovarono davanti ad una camera rettangolare cinta in opus reticulatum pavimentata in opus sedile.
Luigi Jacono appurò che il pavimento era in condizioni perfette dopo millenni di sepoltura.
Crede di riconoscere un solarium tra i resti della villa probabilmente per godere dei benefici del sole. Infatti l'esposizione della villa lo fa pensare perchè si trova in una zona soleggiata.
Il terrazzo era pavimentato da mattoncini piccolissimi, a spina di pesce, che ancora si possono vedere passando davanti alla casa.
Il proprietario del terreno, alle falde del monticello, era prima un certo Maglione (antecedente ai Mazzella) e proprio qui è stata ritrovata una sala esedra con un pavimento policromo composto da quadrati di marmo Chium o africano, Favi, cioè esagoni di Coraliticum, cioè di Palombino. Ed ancora altri quadratini e finalmente Trigona dei triangoli isosceli di rosso antico. Lo stile delle pitture era Terzo stile pompeiano e i pavimenti erano simili all'Augusteo di Capri.
Un Bene Archeologico grandioso di cui non si sa più niente...
Qui sorgeva la villa romana
Villa romana nella Contrada Santa Maria, pianta del solarium scoperto nel 1926
Disegno dei pavimenti
In questa vecchia foto si vede la zona in cui era situata la villa romana
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
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