domenica 27 maggio 2018

'A ravoste

'A ravoste è il nome con cui, nel dialetto ponzese, viene chiamata l'aragosta.
Ecco cosa scrive a  tal proposito Ernesto Prudente: "E' tra le cose più nobili che possano arricchire la nostra tavola. Ha rappresentato per Ponza, nel passato, l'attività pescatoria più rilevante. Parecchie case sono state costruite con il lavoro degli aragostai.
L'aragosta è un crostaceo che vive da 15 ai 100 metri di profondità, ma può scendere anche a profondità maggiori. Il corpo robusto, di forma cilindrica, e può raggiungere anche i 50 cm. di lunghezza. Le più grosse aragoste pescate dai nostri pescatori hanno avuto un peso oscillante dai 4 ai 5 Kg..."
"...Il suo colore è rosso violetto. Vive nelle zone rocciose. Si nutre di ricci e molluschi.
Nemico acerrimo dell'aragosta è il polipo. Per due persone che si odiano è stato coniato il detto:"Me parene u purpe e a ravoste".Viene attivamente ricercata e pescata per il suo alto prezzo dovuto alla pregiatezza delle sue carni.
La pesca dell'aragosta non si svolgeva globalmente nel mare di Ponza perchè non c'era spazio per tutti e molti pescatori erano costretti a trasferirsi in diverse zone d'Italia per svolgere l'attività.
La Sardegna era il luogo dove confluiva il maggior numero di barche e pescatori ponzesi.
Essi partivano da Ponza nella prima decade di marzo e rientravano a settembre..."
Le barche da pesca, gozzi, con gli equipaggi, in media quattro marinai per barca, venivano trasportate in Sardegna con le "mbrucchièlle" e quando queste non erano ancora pronte venivano caricate sulle navi mercantili che svolgevano regolari servizi tra i porti della Campania e quelli sardi per l'approvvigionamento dell'isola con derrate alimentari di ogni genere, terraglie, stoviglie, ceramiche e tante altre cose. In Sardegna caricavano per il continente formaggio, sughero, bestiame e cozze.
La vita, durante i sei mesi di pesca, si svolgeva sul piccolo gozzo.
Questi pescatori si dedicavano esclusivamente alla pesca delle aragoste. L'attrezzo di pesca era la nassa. La nassa adibita alla pesca delle aragoste era di media grandezza e con maglie non molto spesse..."
"...Le aragoste pescate venivano poste in una nassa particolare, più consistente, "u marruffe" che serviva da deposito e da cui poi venivano prelevate per la vendita ai bastimenti vivai ( mbrucchièlle) che le trasportavano nei porti di mercato: Marsiglia, Genova e Barcellona."



Le aragoste
(Foto di Rossano Di Loreto, maggio 2015)



Benedetto Sandolo mentre realizza una nassa



Una nassa

(Estate 2015)

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