Del cuore d'argento che la statua di San Silverio porta al collo ne ho già scritto...
Ora voglio scrivere dell'aragosta...
Era il periodo antecedente alla Prima Guerra Mondiale e questo episodio è stato tramandato da padre in figlio...i nostri nonni lo raccontavano...
Monsignor Luigi Dies ne scrive nel libro Da Frosinone a Ponza...: "Una volta, al principio del nostro secolo, la corporazione degli aragostai, che recano nei cosiddetti burchielli, barche con i fianchi forati per vivaio, quei crostacei di lusso, vivi, sui mercati di Francia e di Spagna, avevano promesso d'offrire solennemente a S.Silverio l'emblema prezioso della loro attività, ossia un'aragosta d'oro. L'aragosta fu dunque approntata, artistica e bellissima, ma non si trovava mai il modo e l'opportunità d'offrirla al Santo: mancava sempre qualcuno dei promotori...
Una domenica, tutti erano avvertiti e sicuri della cerimonia, ma, con amara e universale delusione, all'ultimo momento, la cerimonia era stata rinviata anche quella volta.. Finita l'ultima Messa e tornato ognuno scontento a casa sua, un brivido, ad un tratto, corse per tutti i Ponzesi: il terremoto! Un grido di terrore e d'implorazione uscì da ogni casa: "San Silverio, salvaci!"... Ponza intera, in lagrime, fu in un attimo in Chiesa e gli aragostai offrirono, commossi e compunti, il loro dono simbolico al Santo"
Casualità o no...il Santo ha fatto sentire la Sua voce...questo non lo sappiamo
In queste foto, proprio alla base della statua del Santo, si vede l'aragosta d'oro
(Foto tratte dal sito www.sansilverio.it)
Nessun commento:
Posta un commento
I vostri pensieri