domenica 14 maggio 2017

Carta di Ponza del 1816



Così scrive Vincenzo Bonifacio nel suo libro Pontio L'isola di Pilato a proposito di questa carta:" Tra le più belle carte del secolo XIX è la Riconoscenza topografica e militare dell'isola di Ponza colle fortificazioni nello stato che si trovano all'epoca del 31 ott. 1816, mm 290 x 520. Si tratta di una rappresentazione a china ed acquerello attribuita al tenente del genio  Michele Andreini. La carta, sebbene ispirata ai canoni della scuola dell'Officio topografico Napoletano soffre di imperfezioni dovute ad insufficienti rilievi geodetici: colpisce soprattutto il disegno del "Monte Guardia" ridotto ad una sottile lingua di terra che circonda il porto, nella baia di Chiaia di Luna è trascurata la forma caratteristica della profonda insenatura, la porzione centrale dell'isola è, invece, più estesa del reale, del pari esagerato è il rilievo della Piana di Le Forna.
Nonostante tali palesi errori, l'aspetto della carta è piacevole e si comprende come sia stato notevole l'impegno di riprodurre i particolari urbanistici ed i rilievi collinari. La loro presenza dà risalto alla caratteristica ondulare e movimentata del paesaggio insulare. Con tale carta compare per la prima volta un rilievo completo, non solo degli elementi architettonici maggiori, come le strutture portuali, ma anche delle costruzioni minori tra le quali sono differenziate le abitazioni ipogee (colorate in nero) da quelle in muratura (colorate in rosso). E' interessante notare come, intorno ad alcuni simboli che indicano le case ipogee, sono tracciate delle linee che delimitano spazi chiusi: l'intenzione dell'autore sembra essere quella di rappresentare dei complessi abitativi ipogei o alcune cisterne romane. Due simbologie di questo tipo alludono certamente alle planimetrie della "Cisterna del Commendatore" sulla collina della Madonna e della "Cisterna di Ponzio Pilato) che qui è denominata Bagno Grande (con riferimento al'uso di prigione); altre simili tipologie illustrative potrebbero indicare la "Cisterna della Dragonara" (erroneamente localizzata in una zona più vicino al Porto) ed altri invasi sulla collina di "Sant'Antonio" e di "Santa Maria". I singoli nuclei delle abitazioni, se si escludono le zone più popolose intorno al porto, sono molto isolati, sparsi su di un vasto territorio e tipici di un'architettura rurale spontanea. L'abitato di Le Forna, che esprime in maniera incisiva questo genere di insediamenti, si svipuppa in modo autonomo rispetto al porto di Ponza; il centro ideale è costituito dall'unica costruzione adibita ad uso civico: la Chiesa dell'Assunta.


La foto è tratta dal libro " Pontio, l'isola di Pilato" di Vincenzo Bonifacio

Nota:
Il Nicola Vitiello che troviamo citato in questa carta era un mio antenato, era il nonno della mia bisnonna Agnese Vitiello. Credo abitasse o avesse delle proprietà sopra i Conti o Tre Venti...almeno stando a questa carta.
Bagno Grande (Cisterna di Via Parata detta così perchè ospitava i reclusi detta anche Cisterna del Serraglio)
Bagno dei Forzati (Bagno vecchio perchè c'era una cava da cui i forzati estraevano il tufo per costruire le abitazioni)

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