mercoledì 13 gennaio 2016

L'isola di Ponza descritta dall'Ultramontain nel 1822

Conrad Haller, l'Ultramontain, nel 1822, pubblica Tableau topographique et historique des isles d'Ischia, de Ponza, de Vandotena, de Procida et Nisida; du Cap de Misène et du Mont Pausilipe. 
L'Ultramontain era un mercante svizzero che nel primo '800 lavorava e viveva a Napoli. Nel libro racconta della sua visita a Ponza e ci fa un pò un quadro di come fosse Ponza nel 1822.
Haller così scrive: Sulla montagna situata a S.O. del porto, la più alta dell'isola, sono piantati ceppi di vite ed alberi da frutto, cominciando dalla base e fino alla sommità appiattita, che offre bei campi di ricchi pascoli. Ma, dal lato di mezzogiorno, questa stessa montagna è tagliata a picco, ed anche ultimamente si è verificata una disgrazia che fornisce la prova dello strapiombo di questa costa. 
Una ragazza, che guardava il proprio gregge sul dorso della montagna, essendosi troppo avvicinata al bordo del precipizio, cadde da questa altezza in mare,dove perse la vita. La pendenza di questa montagna verso Nord è più dolce, e termina in un vallone che attraversa l'isola lungo un mezzo miglio, dal fondo della grande baia a oriente fino alla piccola insenatura, chiamata Chiaja di Luna, dal lato occidentale dell'isola. Questa vallata, che non è se non un grande giardino, offre una passeggiata quanto mai piacevole, ombreggiata da centinaia di alberi da frutto, che sono protetti dai venti da un succedersi di poggi ricoperti di bei vigneti.
Al di sopra di questi giardini, sulla sinistra, si vedono gli splendidi resti di un antico acquedotto romano, composto da una serie di archi a mezza costa della montagna tagliata, della quale questo acquedotto segue tutte le sinuosità. Nel suo insieme esso ha la forma di ferro di cavallo con una lunghezza di circa tremila piedi, tra il vallone ed il porto. Questo acquedotto è abbastanza ben conservato; vi manca solo l'acqua e, siccome le sorgenti che sono più alla portata delle abitazioni moderne, le forniscono in abbondanza, nessuno pensa a recuperare quest'opera antica, anche se non sarebbe impresa difficile.
Ed a proposito di acqua vediamo cosa scrive Haller:
Oltre alla salubrità dell'aria, Ponza gode di un altro vantaggio non meno grande, e cioè di una sovrabbondanza di acqua sorgiva. Parlando d'Ischia, abbiamo fatto notare che il ghiaccio, o piuttosto la neve congelata, vi è assolutamente necessaria, particolarmente d'estate. Le montagne di Ponza non sono abbastanza alte perchè vi possa cadere molta neve: d'altro canto, i suoi abitanti non sono abbastanza ricchi da potersi permettere di andare a comprarla fuori dall'isola. Per fortuna, essi possono farne a meno grazie alla grande quantità di limpide sorgenti che scendono dall'alto delle rocce, o che sgorgano dalla base di esse e perfino, in uno o due posti, sulla riva del mare.
Della popolazione ponzese scrive così:
La popolazione indigena dell'isola di Ponza è costituita da un migliaio di anime. Questi isolani sono in maggior parte coltivatori ed alcuni pescatori. Poveri e laboriosi, essi sono attaccati alla loro isola, dalla quale si allontanano molto raramente, e che per loro rappresenta il mondo intero. Quelli degli abitanti che godono di un certo benessere, impiegano i loro beni nell'isola stessa a favore dell'agricoltura e non pensano affatto a dedicarsi alle speculazioni commerciali e marittime, come fanno gli Ischitani ed ancor più i Procidani.
Tutto questo nel 1822...

Foto dal Monte Guardia (la montagna descritta dall'Ultramontain) scattate con il drone da Rossano Di Loreto












Ponza, la grotta del Grano in un disegno di Pasquale Mattei del 1847 



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