Per sconfiggere 'a janàre (strega) si svolgevano dei riti antichi e uno di questi ci viene raccontato dalla mia amica Maria, tratto dal suo vissuto a Ponza.
Ecco il suo racconto:
"Le janàre, in dialetto nostro, creature diaboliche e maligne, ma non so perchè si scatenavano la notte dal 23 al 24 giugno. Si cercava di esorcizzarne l'effetto con preghiere e qualche rituale.
Io ne ricordo uno.
Alcune amiche ed io ci riunivamo nel locale del forno di Maria Grazia (allora tra piazza e corso c'erano quattro panetterie...ora solo pizze).
Vi si accedeva dalla scaletta che porta dal Corso, poco prima del tunnel di S.Antonio sulla destra, alla banchina.
Eravamo privilegiate, per assistere al rito...
Il papà di Liliana, gran brava persona, oltre che provetto fornaio, preparava gli arnesi: un catino con l'acqua, una ciotolina di ferro, alcuni piombini, di quelli che si usavano per la confezione dei pacchi postali.
Nel silenzio più assoluto, circondato da noi, che seguivamo il tutto con gli occhi sgranati e un pò di paura, don Benedetto poneva due, tre piombini nella ciotola, sulla brace. Il piombo si liquefaceva piano piano.
Quando la piccola massa argentea era del tutto pronta, con maestria, il nostro amico la versava nel catino, dove sfrigolando e schiumando, si rapprendeva in piccoli, vari corpuscoli dalle forme strane.
Quando tutto si era raffreddato, don Benedetto prendeva alcuni frammenti rappresi, ce li mostrava e dall'immagine che ciascuno di loro suscitava, ne traeva auspici...sempre buoni e confortanti, logico.
Finalmente, serene e consolate da uno "scagliuozzo", omaggio del fornaio ce ne andavamo.
Le janàre erano sconfitte anche stavolta...
Non c'era concesso in maniera più assoluta e non so il perchè, iniziare i bagni...San Giovanni non voleva. Correvamo il rischio di affogare contravvenendo alla tradizione."
Isola di Ponza, il centro storico
Il Corso da dove si raggiungeva il forno di Maria Grazia
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
Le scalette per raggiungere il luogo del rito
(estate 2015)
Da queste parti c'era il forno in cui si svolse il rito
(Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)
I janàre
(Immagine reperita in rete)
Nota:
Scagliuozzo era una focaccina fatta con la farina di granturco, uva passa ed un pò di sugna
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martedì 25 giugno 2019
mercoledì 27 marzo 2019
Antiche leggende: la Grotta del Tesoro
Sotto il promontorio di Forte Papa c'è una grotta chiamata di Zì Teresa o del Tesoro.
Ecco a tal proposito cosa ho trovato nel libro di Silverio Mazzella In barca per Ponza Palmarola e Zannone:
" Il tesoro del Galeotto.
Tramanda l'antica leggenda che un galeotto, ospite delle carceri dell'isola, prima di morire volle ricompensare il suo fedele compagno di cella con l'indicazione di un tesoro da lui nascosto - migliaia di scudi d'oro - ottenuti dal ricavato della vendita di suppellettili sacre rubate. Dopo il primo tentativo fallito, al galeotto superstite non restò che aspettare tempi migliori. E vennero. L'amicizia con un nuovo galeotto in fama di grande mago, da poco giunto nell'isola, lo incoraggiava nella ricerca che, spiegava ora l'esperto, per ottenere successo bisognava sacrificare l'anima innocente di un bambino alle potenze del male. Ma le chiacchiere divulgatesi dal carcere per tutte le famiglie dell'isola, avevano creato un via vai per la grotta che avevano insospettito le autorità, che ne avevano alfine proibito l'accesso. E il tesoro, conclude la storia, è rimasto nella grotta, senza che nessuno sia mai riuscito a recuperarlo."
Il Tricoli nella sua Monografia per le isole del gruppo ponziano a proposito della Grotta del Tesoro così scrive: "Con più sicurezza si fa supporre che nella caverna subacquea e sottoposta al Fortepapa, vi sia un deposito di tre casse di verghe d'oro d'immenso valore, che si dicono nascoste vari secoli dietro da un negoziante, che presso quei mari veniva inseguito da altro legno corsaro."
Quindi il tesoro era di un galeotto o di un negoziante???
Non lo sapremo mai...
Tra queste rocce c'è la Grotta del Tesoro
Forte Papa
(Agosto 2016)
Ecco a tal proposito cosa ho trovato nel libro di Silverio Mazzella In barca per Ponza Palmarola e Zannone:
" Il tesoro del Galeotto.
Tramanda l'antica leggenda che un galeotto, ospite delle carceri dell'isola, prima di morire volle ricompensare il suo fedele compagno di cella con l'indicazione di un tesoro da lui nascosto - migliaia di scudi d'oro - ottenuti dal ricavato della vendita di suppellettili sacre rubate. Dopo il primo tentativo fallito, al galeotto superstite non restò che aspettare tempi migliori. E vennero. L'amicizia con un nuovo galeotto in fama di grande mago, da poco giunto nell'isola, lo incoraggiava nella ricerca che, spiegava ora l'esperto, per ottenere successo bisognava sacrificare l'anima innocente di un bambino alle potenze del male. Ma le chiacchiere divulgatesi dal carcere per tutte le famiglie dell'isola, avevano creato un via vai per la grotta che avevano insospettito le autorità, che ne avevano alfine proibito l'accesso. E il tesoro, conclude la storia, è rimasto nella grotta, senza che nessuno sia mai riuscito a recuperarlo."
Il Tricoli nella sua Monografia per le isole del gruppo ponziano a proposito della Grotta del Tesoro così scrive: "Con più sicurezza si fa supporre che nella caverna subacquea e sottoposta al Fortepapa, vi sia un deposito di tre casse di verghe d'oro d'immenso valore, che si dicono nascoste vari secoli dietro da un negoziante, che presso quei mari veniva inseguito da altro legno corsaro."
Quindi il tesoro era di un galeotto o di un negoziante???
Non lo sapremo mai...
Tra queste rocce c'è la Grotta del Tesoro
Forte Papa
(Agosto 2016)
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